Prima le leggi restrittive, per non dire proibitive, in tema di emissioni inquinanti; poi, la svolta impressa dalla politica europea in direzione dell’auto elettrica. Nel 2020, lo scoppio della pandemia da Coronavirus e, strettamente legata a essa, la crisi degli approvvigionamenti (semplicisticamente indicata come crisi dei chip). Il crollo del mercato degli ultimi 22 mesi, spesso anche a doppia cifra, è la naturale conseguenza. E non è tutto, perché almeno fino alla metà del 2022 non si vede all’orizzonte un segnale, un indicatore, qualcosa che possa far ben sperare. In attesa che i commerci riprendano a pieno regime, e che magari lo Stato decida di varare misure di sostegno all’acquisto di veicoli nuovi, una delle leve su cui si deve agire è senza dubbio quella dell’indipendenza dai trasporti a lunghissimo raggio. Detta in modo più semplice: se ciò che serve a produrre un’auto lo realizzi internamente, e magari non a decine di migliaia di chilometri di distanza, forse ti metti al riparo da cattive sorprese.
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Volkswagen si produrrà le batterie
A proposito di ciò che serve per “fare” un’auto, se si parla di elettriche il pacco batteria ricopre un ruolo preponderante: sta agli EV come (se non di più) il motore sta alle auto endotermiche; ne determina praticamente tutte le caratteristiche dinamiche e di design, interno ed esterno. Com’è facile intuire, quello delle batterie è un campo “nuovo” per le Case automobilistiche; le tecnologie richieste sono molto avanzate e specifiche. Per questa ragione, Volkswagen ha stretto alleanze con Umicore, 24M Technologies e Vulcan Energy Resources Ltd.
Da Umicore i materiali catodici
Prima di tutto, cosa sono i materiali catodici: si tratta di elementi fondamentali per gli impianti all’interno dei quali vengono prodotte le celle. Il Gruppo Volkswagen e Umicore creeranno una joint venture per approvvigionarsi in modo etico e sostenibile, sia che la si guardi dal punto di vista ambientale, sia da quello economico. Il piano è ben preciso: nel 2025 si inizia con la gigafactory di Salzgitter, a 20 GWh annui di capacità, che passeranno a 160 GWh nel 2030: quanto basta per alimentare circa 2,2 milioni di veicoli elettrici. Ma non basta: VW AG e Umicore stanno già pensando di ampliare lo spettro della collaborazione al riciclo e alla raffinazione delle celle. 
Il problema del litio? Risolto con Vulcan Energy Resources Ltd
Se è vero che le emissioni locali di un veicolo elettrico sono pari a zero (ammesso che l’energia elettrica sia prodotta da fonti rinnovabili), è vero anche che nel ciclo che va dall’estrazione delle materie prime al suo smaltimento, di emissioni se ne producono parecchie. Proprio l’estrazione delle materie prime è una delle fasi più delicate, anche perché interessa il lavoro delle persone in zone spesso molto povere del mondo. Il Gruppo Volkswagen si fornirà di litio carbon neutral dalla Vulcan Energy Resources Ltd. Carbon neutral nel senso che il litio della Vulcan Energy Resources è prodotto partendo da una salamoia geotermica locale proveniente dalla Valle del Reno, in Germania (non a caso). Ultimo ma non meno importante: il procedimento non richiede combustibili fossili o bacini di evaporazione.
Con 24M Technologies per batterie più tecnologiche
24M Technologies è una start-up nata come spin off del Massachusetts Institute of Technology (MIT): il QI medio dietro alle idee e alla loro realizzazione non è basso, questo è certo. L’obiettivo di 24M Technologies è questo: industrializzare il processo semisolido per la realizzazione delle batterie. Il vantaggio di questa soluzione rispetto a quella a secco utilizzata oggi sta soprattutto nella riduzione dei costi grazie all’eliminazione di alcuni passaggi e all’utilizzo di meno materiale.