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BMW 507: l’auto che fece impazzire Elvis

Adorata dai divi dello spettacolo, è stata la prima roadster BMW dedicata al mercato americano. Ha ispirato le moderne Z3 e Z8. Mossa da un V8 3.2, nonostante la linea elegante fu un flop commerciale.

È stata l’auto di Alain Delon. Venne scelta dal pilota John Surtees quale regalo della MV Agusta, una volta divenuto Campione del mondo di motociclismo nel 1956. Per lei Elvis Presley fece carte false, promettendo cifre da capogiro e facendo impazzire i concessionari d’oltreoceano perché ne procurassero un esemplare in tempi brevi, anzi brevissimi. Eppure non è divenuta la BMW più famosa. Anzi ha attraversato la storia in punta di piedi. Risponde al nome di 507, ed è stata la prima roadster di Monaco realizzata con un occhio di riguardo al mercato Nord americano.BMW507-003Quando nacque, nel 1956, la Casa tedesca si trovava in condizioni economiche difficili e per rimpinguare le casse aveva individuato negli States la fonte alla quale attingere. Caratterizzata da una linea pulita, elegante, ma meno appariscente rispetto alle rivali Mercedes-Benz 300SL e Chevrolet Corvette, la 507 si rivelò un flop commerciale: ne vennero realizzati solamente 252 esemplari anziché gli oltre 10.000 previsti. Eppure era una delle roadster più affascinanti dell’epoca, tanto da influenzare le moderne spider dell’Elica; ad esempio Z3 e Z8.BMW507-010Era mossa da un 8 cilindri a V (di 90°) di 3.168 cc collocato in posizione anteriore longitudinale, caratterizzato dalla distribuzione monoalbero a camme in testa e 2 valvole per cilindro. L’alimentazione avveniva mediante due carburatori Zenith. V8 che poteva contare su di una potenza non eccezionale – 152 cv originariamente, in seguito 165 cv grazie all’incremento del rapporto di compressione e all’adozione di due carburatori dalla portata maggiorata – e su prestazioni discrete. Complice il cambio manuale a 4 rapporti, scattava da 0 a 100 km/h in 11,1 secondi e raggiungeva i 196 km/h. Ragioni per le quali, oltre a un prezzo elitario, non raccolse i consensi sperati. Grazie alla carrozzeria interamente in alluminio, il peso era contenuto in 1.220 kg, mentre le sospensioni osservavano un classico schema all’avantreno a ruote indipendenti con bracci triangolari sovrapposti, barre di torsione, molle elicoidali e ammortizzatori telescopici, al retrotreno a ponte rigido con bracci a molla, barre di torsione, ammortizzatori idraulici e barra Panhard. I freni erano a tamburo. Poteva essere trasformata in coupé grazie a un hard top e nel 1958 venne dotata di freni a disco. Usci di scena, mestamente, nel 1959. Una nobile incompresa.

 

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