Alzi la mano chi ne ha avvistata una! Le monovolume di grandi dimensioni non vivono un momento di grande celebrità, penalizzate da prezzi tutt’altro che contenuti e, soprattutto, dalla concorrenza di un nugolo di vetture più economiche, meno ingombranti e al tempo stesso dotate di caratteristiche particolarmente apprezzate dalle famiglie quali la disponibilità di 7 posti e una generosa capacità di carico. I tempi delle sfide serrate tra esponenti della filosofia “bigger is better” sembrano finiti. Nonostante ciò, Renault crede nella categoria e in occasione del Salone di Francoforte porta al debutto la show car dalla quale deriverà l’erede della celebre Espace.
Initiale Paris, questo il nome della concept francese, ha dimensioni pressoché identiche all’attuale Espace, potendo contare su di una lunghezza di 4,85 m, vale a dire 3 cm in più rispetto alla rivale diretta Ford Galaxy. Sotto il profilo estetico spiccano soprattutto il tetto in alluminio e fibra di vetro, i cui intarsi replicano la mappa di Parigi, e i gruppi ottici integralmente a Led, con le luci diurne che disegnano una parentesi all’interno dei proiettori e un meccanismo che produce un lampeggio ispirato al movimento delle palpebre.
Il cuore della vettura deriva dal raffinato 4 cilindri 1.6 16V td common rail della serie Energy, accreditato in origine di 130 cv e 32,6 kgm. Un’unità “quadrata”, alesaggio e corsa sono identici, forte di una certosina riduzione degli attriti interni e di un sistema di raffreddamento a circolazione differenziata in funzione delle diverse aree del motore. Ordinariamente caratterizzato da un singolo turbocompressore a geometria variabile, beneficia nel caso d’Initiale Paris della sovralimentazione a doppio stadio. Vale a dire di due turbine, di diverse grandezze, che lavorano in serie. L’unità di minori dimensioni agisce ai regimi più bassi e viene azionata per prima dal flusso dei gas combusti, mentre al crescere del regime di rotazione un condotto bypass gestito da una farfalla di regolazione convoglia parte dei gas di scarico, che si uniscono al flusso proveniente dalla prima girante, verso la turbina di maggiori dimensioni. La coppia cresce così da 32,6 a 40,8 kgm, dei quali oltre il 90% disponibile già a 1.500 giri/min.
Sovralimentazione a doppio stadio che si accompagna alla lubrificazione a portata differenziata, a iniezioni multiple di carburante, all’EGR a bassa pressione (clicca qui per l’approfondimento tecnico) e allo swirl (vortice d’aria in camera di combustione) variabile. Un’unità forte di pistoni cavi in acciaio, frutto dell’esperienza Renault in Formula 1, che lavora in abbinamento alla nota trasmissione a doppia frizione a 6 rapporti EDC. Quest’ultima caratterizzata dalla gestione Shift by Wire dei passaggi di marcia; vale a dire che il tradizionale collegamento meccanico tra selettore e cambio è sostituito dalla trasmissione elettrica delle informazioni di cambiata, a tutto vantaggio del risparmio di peso e spazio. Non a caso, Initiale Paris è accreditata di una massa inferiore di circa 250 kg rispetto a Espace. Non manca, infine, il sistema Start&Stop con recupero dell’energia in fase di frenata/decelerazione.
Alla raffinata meccanica si accompagnano interni decisamente futuristici. Le portiere si aprono a libro e l’accesso all’abitacolo è agevolato da una pedana motorizzata: un omaggio all’aeronautica, al pari dei sedili della prima e seconda fila vincolati al tunnel, evitando qualsiasi contatto con il pianale così da trasmettere una sensazione di sospensione nel vuoto. Pianale, dal canto proprio, in legno opaco rivestito da una trama alveolare in lega leggera. Non meno ricercata la panchetta supplementare, interamente realizzata in lamine d’alluminio amovibili e ricomponibili: la modularità evolve dal presente (scorrimento longitudinale/inclinazione degli schienali) al futuro, consentendo di riconfigurare la terza fila di sedili tanto nella forma quanto nella disposizione.