La mano di Pininfarina
Disegnata da Pininfarina, era dotata di una linea selvaggia e cattiva. Identica al carattere della berlinetta. Mossa da un V8 3.0 32V sovralimentato mediante due turbocompressori IHI, ovviamente alimentato a benzina, poteva contare su 478 cv, due intercooler e una pressione massima di sovralimentazione di 1,1 bar. La coppa dell’olio, i coperchi delle testate, i collettori di aspirazione e la campana del cambio erano realizzati in magnesio, ben più pregiato e raffinato rispetto al “comune” alluminio.
L’ultima auto “firmata” dal Drake
La prima Rossa stradale da oltre 320 km/h