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Fiat 500e, VW Bulli, Mercedes G, quando l’icona diventa elettrica

Sono sempre più numerosi i modelli che hanno fatto la storia dell’auto che, per sopravvivere, si sono convertiti (o lo faranno presto) all’elettrico

smart EQ fortwo

La sua nascita è molto più recente: il marchio smart lancia la prima auto nel 1998 ed è subito nella storia. Nessuno, prima di allora, aveva osato tanto in termini di miniaturizzazione: la fortwo, come suggerisce il nome, offre solo due posti ma in cambio contiene la lunghezza in 2,5 metri. Tanto basta per farne un successo immediato, soprattutto in città come Roma (prima al mondo per molti anni, in termini di smart pro capite vendute) e Milano, per restare in Italia. La seconda generazione, del 2007, anche per ottemperare a normative di sicurezza nel frattempo diventate più stringenti (ottiene 4 stella EuroNCAP), deve allungarsi di 20 cm, rimanendo fedele al solito schema: motore e trazione posteriori, due posti secchi. Il successo non è da meno e la accompagna fino al 2015, quando viene presentata la terza generazione. smart_city_coupeLa smart numero tre conferma la lunghezza di 2,7 metri, cresce però la capacità dell’auto di “stare in strada”: tenuta, stabilità e comfort migliorano sensibilmente. Nel 2019, però, una decisione drastica: Mercedes decide di fare di smart un marchio completamente elettrico. Sulla carta, la decisione non fa una piega: quale miglior contesto, per andare a batterie, di quello urbano? Peccato che per molti la smart sia l’unica auto, da usare anche per tragitti mediamente lunghi. Non solo: in quanto tale, anche chi la smart ce l’ha come seconda auto, la lascia tendenzialmente in strada. Con pochissime possibilità di ricarica. Si spiega anche così il forte calo nelle vendite della fortwo.

 

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