LIVE Gare e spirito ecologico, due concetti fino a pochi anni fa più in disaccordo dei partiti che occupano il Parlamento italiano. Da qualche anno, invece, sembra sbocciato l’amore. Tutto questo lo si deve al Campionato di Formula E. Giunto quest’anno alla quarta stagione, è la prima competizione organizzata dalla FIA con monoposto ad trazione puramente elettrica. Pensa male chi le immagina come noiose auto filtrate dai controlli elettronici: di elettronica in aiuto al pilota, qui, ce n’è ben poca, come ci ha fatto scoprire il DS Virgin Racing team durante un esclusivo test sul circuito umbro di Magione.L’eco piace?A voler essere sinceri, il Campionato Formula E è ancora indigesto a molti appassionati, principalmente per l’insolita associazione racing e green e perchè… non c’è rumore. Eppure, molti grossi investitori e aziende automobilistiche ci sono già dentro con entrambe le scarpe. Tra questi c’è anche DS che in campo ha schierato il proprio reparto specializzato DS Performance. Con queste premesse, la Formula E offre spunti oggettivamente interessanti: l’idea è un campionato sì competitivo ma anche sostenibile. Ecco perché si corre esclusivamente su circuiti ricavati all’interno di grandi metropoli (11, tra cui anche Roma da quest’anno, tappa vinta proprio dal Team DS Virgin), veri punti critici del pianeta quanto a inquinamento.Due regoletteLe regole seguono la sostenibilità: le batterie si caricano con elettricità proveniente da fonti esclusivamente rinnovabili, i piloti possono allenarsi solo al simulatore e nei dintorni del circuito, durante l’evento, non sono previsti parcheggi: meglio arrivare con i mezzi. La potenza è limitata a 180 kW durante la gara, 200 kW in qualifica. Una chicca: i piloti con un alto indice di gradimento (si vota online) possono usufruire di un FanBoost, un surplus di potenza da utilizzare durante la gara nel momento più propizio e per la durata di pochi secondi.Numeri20 piloti, 10 team, 7 costruttori: questi i numeri della Formula E, Campionato che ha regole ben precise. Senza addentrarci nel sistema di punteggio, identico ad altre competizioni, tutto l’evento dura quasi sempre un giorno (solitamente il sabato), dalle prove libere al podio. Gran parte della meccanica delle monoposto è comune a tutti i team: telaio (monoscocca in carbonio fornito da Dallara), pacco batterie, ruote (gomme Michelin Pilot Sport EV 2 con disegno stradale e mescola soft, in misura 245/40R18 davanti e 305/40R18 dietro), schema sospensioni (push rod), freni in carbonio, forme e volumi della carrozzeria. Quello che il team può (e deve) sviluppare è la parte posteriore.Ma con chi vai?Con queste regole, il DS Virgin Racing team è entrato nel Campionato Formula E con l’ambizioso obiettivo di portarsi a casa titolo piloti e costruttori. Per i primi, si sono affidati a Sam Bird (vincitore della tappa romana) e Alex Lynn, piloti giovani ma già in possesso di un bel curriculum agonistico. Come tutti i piloti che partecipano al campionato, anche a loro tocca dialogare con il proprio team attraverso una radio Wi-Fi: strategie, idee per recuperare energia (tutte le monoposto hanno il sistema di rigenerazione in frenata, azionabile dal pilota nei momenti più opportuni), le ragioni per cui il team può mettersi in contatto con il pilota sono molteplici e tutte valide.Sviluppo di un certo livelloSulla propria Formula E, il reparto DS Performance ha lavorato sodo per mettere a punto il powertrain, composto dal singolo motore (alcuni ne utilizzano più di uno) e dal cambio (qui a tre rapporti), e il cosiddetto bellhousing, di fatto un involucro in carbonio che, oltre a contenere il powertrain, collega il mastodontico pacco batterie (circa 190 kg per 28 kWh) alle sospensioni e ha quindi funzione portante. Anche l’impianto di raffreddamento del motore è proprietario, non quello delle batterie. Risultato? La Formula E DS Virgin Racing team pesa 880 kg, esprime 200 kW (come da regolamento), accelera da 0 a 100 in 3,7 secondi e fino a circa 225 km/h. RIDE Pista di Magione, ore 11 di un giorno freddo e piovoso (manco a dirlo) di metà Aprile. Un piccolo stuolo di tecnici sta lavorando con silenziosa professionalità sulla Formula E DS Virgin Racing team che guideremo oggi. Io e pochi altri fortunati. Ci sono concessi un paio di giri per imparare la pista e trovare feeling con questa furia elettrica, tutta carbonio plasmato e ali aerodinamiche. Poi stop di pochi minuti, piccolo consulto con i tecnici e via, altri tre giri lanciati per vedere se, effettivamente, anche un’auto elettrica può regalare un brivido.Prova bagnata…A Giove Pluvio non manca il senso dell’ironia: dopo una lista di raccomandazioni piuttosto intimidatoria (“è l’auto con cui facciamo i test quindi occhio, i freni in carbonio vanno portati in temperatura”, ecc…), guardo fuori dal box e… sì, pioviggina. Questo mi rende di fatto la prima persona al mondo a guidare la Formula E DS Virgin Racing su pista bagnata, dato che fino a oggi nessuna gara è mai stata disputata sotto la pioggia. A qualcuno prima o poi doveva pur toccare…Piccola piccolaDevo essere sincero: sarà che la mia esperienza con le monoposto si limita alle ore spese con la PlayStation, ma è difficile immaginare la sensazione di claustrofobia una volta accomodati all’interno della Formula E DS Virgin Racing. Il volante, che ha una moltitudine di pulsanti (per mia fortuna, oggi quasi tutti disattivati), è a 20 centimetri scarsi di distanza dal naso, le gambe e il busto sono immobilizzati, l’altezza da terra è inesistente. Gli unici movimenti concessi sono la rotazione delle mani e un modesto su e giù ai piedi. Fine. I go kart a noleggio, in confronto, sono delle comode berline.Animale da pistaQualche auto da corsa l’ho provata, anche piuttosto spinta, eppure la monoposto a ruote scoperte m’incute una certa fifa, mentre percorro a passo d’uomo la corsia dei box e m’infilo nel rettilineo. Altro che auto filtrata: già da subito capisco che la Formula E DS Virgin Racing, di auto filtrata, non ha proprio nulla. Il comando dei freni è duro da azionare, lo sterzo è preciso come un bisturi, il motore risponde in maniera brusca ai comandi indecisi. Tutta la vettura è acquattata e rigida e con quel muso bislungo sonda il terreno telegrafando tutto al pilota attraverso lo sterzo.Vulcano silenziosoMagione ha un solo, importante rettilineo, e per me è la prima occasione di schiacciare a fondo il pedale destro e scatenare una miliardata di elettroni. Che ci sono tutti, e sono anche infuriati: la forza è intensa, quasi furibonda e fionda me e la macchina a velocità supersoniche in pochi istanti. Il motore elettrico ha la caratteristica di esprimere la coppia massima fin da zero giri, e quello della Formula E DS Virgin Racing team non è diverso: in uscita di curva richiede molta delicatezza (trovarsi di traverso è un attimo, soprattutto a gomme fredde) e man mano che i giri salgono la spinta si affievolisce.PrecisaProvare a giudicare la bontà o meno della sua guida sarebbe quantomeno presuntuoso date le condizioni climatiche, i pochi giri a disposizione e non ultima la mia poca esperienza. Perciò, penso a godermi quello che la Formula E DS Virgin Racing ha da offrirmi. È un furetto: lo sterzo ha una precisione chirurgica, più si spinge e più sembra diventare vivo tra le mani, e il gruppo telaio-sospensioni è un blocco rigido e compatto, che vibrando trasmette al fondoschiena del pilota tutte le informazioni dell’asfalto. Occhio al sovrasterzo, perché l’esorbitante coppia del motore mette a dura prova l’aderenza delle gomme posteriori. I freni vanno azionati con decisione, ma quando sono in temperatura tolgono decine di km/h in qualche decimo di secondo. Impressionanti.Divertimentus interruptusProprio quando cominciavo a prenderci gusto e osare un po’, suona la campanella: i giri che avevo a disposizione sono terminati. E mentre rientro ai box penso che la Formula E DS Virgin Racing è un’auto da corsa senza mezze misure e come tale richiede capacità di guida di altissimo livello per essere portata al limite. Rimane l’unico punto interrogativo: riuscirà la Formula E a sciogliere il cuore degli appassionati? La risposta l’avremo nei prossimi anni.