fbpx

Infiniti Project Black S: ibrida da Formula 1

Nera come la notte, nera come la rabbia. Infiniti, marchio di lusso del Gruppo Nissan, presenta a Ginevra la cattivissima Project Black S. Basata sulla coupé Q60 e sviluppata in partnership con il Renault Formula One Team, è sì un prototipo, ma decisamente concreto e vicino alla produzione. Costituisce infatti la base per la nascita del sotto brand “Black S”.500 cv grazie all’ERS e al V6 3.0 biturboLa Project Black S porta al debutto la prima applicazione stradale del sistema ibrido ERS derivato dall’esperienza Infiniti in Formula 1. Dal V6 3.0 biturbo benzina della Q60, accreditato in origine di 405 cv e 475 Nm di coppia, viene così “spremuto” un surplus di potenza del 25%, raggiungendo quota 500 cv. La tecnologia ERS, nel dettaglio, recupera l’energia termica generata dai gas di scarico e quella cinetica prodotta in frenata, accumulandola in apposite batterie agli ioni di litio a scarica rapida, in grado di restituire immediatamente la spinta extra richiesta. Una prima assoluta per un’auto omologata per la circolazione ordinaria.Passaruota ampliati e cerchi da 21 polliciSe da un lato la tecnica è raffinata, dall’altro l’estetica della Project Black S è tutt’altro che anonima. La coupé giapponese, caratterizzata da un abitacolo in configurazione 2+2 e da una piattaforma specifica che, rispetto all’antenata G37, porta in dote baricentro ribassato e carreggiate allargate, beneficia di una cura radicale a livello aerodinamico. Il centro design Infiniti di Londra ha infatti sviluppato un body kit in carbonio per ottimizzare i flussi di raffreddamento e la deportanza, mentre i cerchi in lega da 21 pollici hanno imposto un ulteriore ampliamento dei passaruota.Scarico in titanioLa lotta al peso – la vettura standard ferma l’ago della bilancia a quasi 1.800 kg – viene perseguita grazie all’adozione di un impianto di scarico completo in titanio e di ruote alleggerite. Le sospensioni, analogamente alla “normale” Q60, sono a controllo elettronico, lo sterzo di tipo drive-by-wire con connessioni elettroniche anziché meccaniche, in grado di gestire servoassistenza e demoltiplicazione variabili massimizzando la percezione delle reazioni dell’auto, e la trazione integrale.

 

Articoli correlati
Prova BMW M5 G90 - Gioco di prestigio
Prova Mini Aceman - La giusta via di mezzo?
Prova Kia EV3 - Il SUV elettrico compatto che pensa in grande