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Mazda, il motore Wankel per il futuro elettrificato. E la sua storia gloriosa

ROTORE E STATORE

Arrivati a questo punto della lettura, vi sarete chiesti: “Ma qual è il motivo che porta Mazda e molti altri Costruttori a investire nella ricerca per lo sviluppo del motore rotativo?” Buona domanda. La risposta è che i motivi sono numerosi, ma leggerezza e compattezza rispetto a un motore a cilindri e pistoni vengono prima di tutto. Il rotore, infatti, è uno solo (mentre i cilindri sono minimo 3, nella maggior parte dei motori dell’epoca, e pure di quelli moderni). Soprattutto, il rotore non segue un moto alternato: gira attorno a un asse. Ancora, questo motore non ha valvole e, quindi, nemmeno tutti i meccanismi necessari ad alzare e abbassarle. Tutto ciò non porta solo a un taglio del peso ma anche delle vibrazioni.C’è però un problema, tuttora non risolto ma solo aggirato: nel Wankel a rotore singolo, le quattro fasi – aspirazione, compressione, scoppio, scarico – vengono effettuate una sola alla volta (problema che il motore a più cilindri non ha), il che genera grossi problemi di ruvidità e coppia (bassissima) ai regimi inferiori. Si ovvia a ciò optando, sulla Cosmo Sport, per un doppio rotore.

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