Qualità a prima vista
Prima di qualsiasi considerazione di carattere dinamico mi piace condividere le sensazioni che si percepiscono appena saliti a bordo della Mazda MX-30. Una, su tutte: l’alta qualità percepita. Il merito è del design minimalista (e a forte sviluppo orizzontale), però mai banale, dell’accostamento preciso delle varie superfici e della posizione di guida, da manuale dell’ergonomia.
La cura per il dettaglio si estende anche alla selezione dei materiali. In quanto elettrica, la MX-30 mette la sostenibilità davanti a tutto, anche laddove si tende a prestare meno attenzione: sui pannelli delle portiere, per esempio, in plastica riciclata (Pet). Sui rivestimenti dei sedili, per cui sono stati utilizzati fino al 20% di filati riciclati, o la similpelle prodotta utilizzando acqua anziché solventi organici. L’elemento che più salta all’occhio però è il sughero che riveste il tunnel centrale, raccolto dalla corteccia degli alberi senza abbattimento. In questo caso i giapponesi hanno voluto omaggiare il lavoro dei propri colleghi dell’inizio del secolo scorso: Mazda fu fondata a Hiroshima nel 1920 da Jujiro Matsuda proprio come fabbrica di sughero.
Sfruttamento dello spazio: bravi ai giapponesi
In 40 minuti, batteria al 100%. Per quasi 200 km di autonomia vera