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MINI 2014: la Regina non abdica

L’apparenza inganna. Sembra identica al passato, ma è più grande e, soprattutto, ha un interasse maggiorato. Debuttano inedite sospensioni regolabili e tricilindrici turbo a iniezione diretta sia di benzina sia di gasolio. Top di gamma la Cooper S 2.0 turbo da 192 cv

Non è più lei. Anzi, è sempre lei. È come prima. Anzi, è più di prima. MINI 2014 è arrivata. Nel solco della tradizione. Senza stravolgimenti nel design. Cambiarla radicalmente, del resto, avrebbe significato intaccare un’icona dell’automobilismo. Sia presente sia passato. Stravolgerne le linee sarebbe stato un sacrilegio, analogamente ad altri “mostri sacri” quali Porsche 911 e Volkswagen Golf. Certe armonie e proporzioni vanno rispettate. Non per questo, però, l’erede della media più sportiva e appagante sul mercato difetta di novità.

Rispetto al modello precedente aumentano la lunghezza di 98 millimetri, la larghezza di 44 millimetri, l’altezza di 7 millimetri e, soprattutto, il passo di 28 millimetri. Variazione, quest’ultima, analoga a quanto accaduto all’ultima generazione di Porsche 911 (Serie 991) e che potrebbe, almeno sulla carta, portare in dote un cambiamento nel comportamento della vettura, a tutto vantaggio della stabilità nel misto veloce ma a parziale discapito della reattività nello stretto. In aggiunta cresce, prendendo a riferimento MINI Cooper, anche l’ampiezza delle carreggiate (+42 mm all’avantreno e +34 mm al retrotreno), a testimonianza di un’impronta a terra più generosa che in passato.

Variazioni che promettono un miglioramento dello spazio a bordo, nel caso della vecchia MINI tutt’altro che generoso, pur permanendo l’omologazione a 4 posti. Cresce, al contempo, la capacità di carico, passata da 160 a 211 litri. Un valore non da riferimento – Audi A1, ad esempio, può contare su 270 litri –, ma comunque in grado di riparare parzialmente a una delle principali smagliature del precedente modello.

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Promette maggiore spazio e comfort. Quindi il kart feeling è in discussione? Nemmeno per idea. Se da un lato è confermato lo schematismo delle sospensioni a ruote indipendenti anteriori McPherson e posteriori multilink, dall’altro debuttano un cambio manuale sincronizzato elettronicamente con i propulsori, onde non perdere giri nei passaggi di rapporto, un inedito telaio e sospensioni adattive (optional) forti di ammortizzatori a regolazione elettrica (2 setup impostabili mediante una manopola alla base del selettore del cambio). Una rivoluzione. Ottenuta grazie a valvole a portata variabile “annegate” negli steli, in grado di incidere sia in compressione sia in estensione sulla risposta tanto alle imperfezioni dell’asfalto, quanto alle sollecitazioni nella guida al limite. Porgendo la mano anche a quanti temevano che l’assetto hard, tipico del passato, costituisse un vero e proprio attentato alle otturazioni dei denti.

Oltre alle modalità di guida Standard e Sport, già disponibili scegliendo l’optional Sport Button, debutta il programma Green che porta in dote, in abbinamento alla trasmissione automatica, una funzione tipicamente BMW: il veleggio. Vale a dire l’avanzamento della vettura in folle in fase di rilascio. La selezione di uno dei citati setup influisce sulla risposta del propulsore alle pressioni dell’acceleratore, sulla servoassistenza elettrica dello sterzo e, qualora presenti, sulla logica di gestione del cambio automatico e sulla taratura delle sospensioni regolabili.

L’antipasto prima dell’abbuffata. I nuovi ammortizzatori e programmi di marcia anticipano la grande novità del futuro: ai motori a 4 cilindri si affiancano inediti tricilindrici, anch’essi caratterizzati dalla tecnologia TwinPower Turbo. Pacchetto tecnico che, nel caso dei propulsori a benzina, si compone di sovralimentazione mediante turbocompressore, iniezione diretta, fasatura variabile sia lato aspirazione sia lato scarico e controllo continuo delle valvole analogo al Valvetronic BMW. Non meno ricercate le unità a gasolio, forti anch’esse del turbocompressore (a geometria variabile) e caratterizzate dall’iniezione diretta common rail con pressione massima di 2.000 bar.

I nuovi propulsori, disegnati in funzione della disposizione trasversale nel vano motore, tipica di MINI, e appogiati su supporti idraulici, dispongono di un contralbero d’equilibratura per ridurre le vibrazioni. Testata e basamento, da tradizione BMW, sono in alluminio. Spicca, nel dettaglio, il 3 cilindri 1.5 turbo benzina di MINI Cooper, “parente” non troppo lontano dell’unità appannaggio della coupé ibrida BMW i8, forte di 136 cv e 22,4 kgm di coppia sin da 1.250 giri/min, elevabili a 23,5 kgm grazie alla funzione overboost. Unità che condivide con l’inedito 4 cilindri turbo benzina di 2,0 litri di MINI Cooper S – caratterizzato da due contralberi d’equilibratura e forte di 192 cv e 28,6 kgm (30,6 kgm grazie all’overboost) – sia il regime massimo di rotazione (6.500 giri) sia l’integrazione del turbocompressore nel collettore di scarico, a tutto vantaggio della riduzione del ritardo di risposta (lag) alle pressioni dell’acceleratore. 3 cilindri, infine, anche per il turbodiesel candidato a divenire il bestseller della gamma: un 1.5 da 116 cv e 27,5 kgm.

Trasmissione manuale a 6 rapporti di serie; automatica, anche sportiva (con paddle al volante), a 6 marce come optional. MINI Cooper S scatta così da 0 a 100 km/h in 6,8” e raggiunge i 235 km/h percorrendo mediamente 17,5 km/l, laddove il vecchio modello equipaggiato con il noto 1.6 turbo da 184 cv non faceva meglio di 7,0”, 228 km/h e 17,2 km/l. Salto in alto anche per MINI Cooper che, grazie al nuovo 3 cilindri 1.5 turbo, passa da 0 a 100 km/h in 7,9” toccando i 210 km/h e macinando 22,2 km con un litro di benzina. In passato, mossa da un 1.6 aspirato da 122 cv, faceva registrare 9,1”, 203 km/h e 18,5 km/l. Non è da meno, infine, Cooper D: il tricilindrico diesel garantisce, infatti, uno 0-100 km/h in 9,2”, 205 km/h di punta massima e 28,6 km/l. Prestazioni superiori al vecchio 1.6 td da 112 cv: 9,7”, 197 km/h e 26,3 km/l.

Infine un cenno alla multimedialità. MINI 2014 è per la prima volta equipaggiabile con una carta SIM integrata, che mette a disposizione la funzione chiamata d’emergenza con rilevazione automatica del veicolo e riconoscimento della gravità dell’incidente, così come le funzioni di social networking e infotainment integrabili attraverso le applicazioni ufficiali per iPhone e smartphone Android.

 

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