Lui è biondo, magro, gentile. Parla un buon italiano e quando non ricorda perfettamente un vocabolo lo chiede cortesemente a chi lo ascolta. Lui è figlio d'arte, è velocissimo. Ed è orgoglioso di guidare una Mercedes-Benz.
Lui è Nico Rosberg ed è pronto a sfrecciare tra i cordoli di Monza, per un Gran Premio d'Italia che si annuncia bollente, vissuto sul filo dei 350 km/h su una pista che non ha eguali al mondo. Lo ascoltiamo in silenzio mentre racconta di Michael Schumacher: “Ho imparato molto, osservandolo e parlando con lui: è bravo a fare tutto, ha cercato l'eccellenza in ogni aspetto del suo lavoro e l'ha raggiunta. Nella preparazione atletica, in quella tecnica, nel rapporto con gli ingegneri e con il team…”. Ma anche Lewis Hamilton può essere un compagno scomodo per un pilota dal carattere debole. Invece Rosberg se la cava dicendo semplicemente come stanno le cose: “L'ho messo dietro più volte quest'anno e conto di farlo anche a Monza”. La voce quasi impercettibilmente si incrina mentre Nico racconta la vittoria di Montecarlo, il primo dei due successi finora ottenuti nel 2013: “Aver vinto a Monaco è stato incredibile, quello è il posto dove vivo da sempre, sono le strade di casa”. La Mercedes finalmente è pronta su ogni tracciato a sfidare gli altri team al vertice, Red Bull e Ferrari in primis: “Ora ho la bella sensazione, quando arrivo in pista, di poter vincere, di averne i mezzi”. Dietro di lui scorrono le immagini delle auto protagoniste nella storia del Motosport Mercedes, un'avventura iniziata nel 1894, quando ancora le aziende di Karl Benz e Gottlieb Daimler non si erano unite: “Sono orgoglioso di guidare una Mercedes, sono tedesco e ammiro la grande storia delle competizioni di questa Casa”.
Il tempo è finito, Nico Rosberg torna a Monza.
Intorno a noi alcune delle auto che hanno fatto la storia del Motosport della stella: sono le protagoniste di una mostra aperta fino a dicembre persso il Mercedes-Benz Center di Milano (orari di apertura: lun-ven 8.30-19; sabato 9-18, via Gallarate 450 a Milano). Il confronto tra passato e presente si impone nella vista d'insieme come nei mille dettagli delle vetture: i volanti, ad esempio, non potrebbero essere più diversi, con quello in alluminio e legno del 1934 tanto grande da rendere difficoltoso l'accesso all'abitacolo; il modernissimo volante della Mercedes AMG Petronas W03 del 2012, invece, è piccolissimo ma confonde con il suo incredibile numero di ghiere, pulsanti e regolazioni. Non bastano i colori per districarsi tra le funzioni, non serve la fantasia ma probabilmente un corso di una settimana… Lo stesso volante, montato sulla monoposto che l'anno scorso è stata di Rosberg e di Schumacher, appare più umano. A pochi metri, intanto, sembra sul punto di accendere il suo V8 biturbo la C 63 AMG di Tonio Liuzzi, che il mitologico preparatore Romeo Ferraris schiera nel Campionato Superstars.