Basta guardarsi intorno, in strada, per capire che la nuova Smart è partita di slancio: dalle concessionarie alle città, apprezzata fin da subito, ha fatto invecchiare di colpo il modello che sostituisce, e che si può a pieno titolo considerare iconico nell’ambito della mobilità metropolitana. A due porte convince grazie a linee armoniche e modernissime, rafforzate da combinazioni di colore decisamente riuscite; a quattro porte si presenta come validissima alternativa a modelli già sul mercato, forte del marchio e di un’aria sbarazzina. Con il nuovo cambio twinamic, infine, sferra il colpo finale. Perché la Smart deve essere automatica – o almeno così la pensano la maggior parte di coloro che l’hanno comprata finora – e allora il nuovo cambio diventa decisivo per spingere alla sostituzione chi è già cliente, e all’acquisto i tanti che si stanno avvicinando alla vettura tedesca.Ne abbiamo parlato in più occasioni: dalla Smart forfour da 90 cv alla Smart fortwo twinamic 70 cv, senza dimenticare il primo assaggio delle versioni a due e a quattro porte. Ci concentreremo, dunque, sulla valutazione dinamica.Forte di vendite partite a razzo, la nuova Smart si è messa nuovamente in vetrina a Colonia, la città tedesca della splendida cattedrale gotica che si specchia nelle acque maestose del Reno. Due le situazioni di prova, altrettante le versioni – c’era anche la forfour -, uno il motore da 90 cv di potenza. La prima parte del test si è svolta tra i boschi che circondano la città: fuori dall’abitato la natura prende il sopravvento, e tra dolci dislivelli, panorami agresti e case di campagna la nuova Smart ha evidenziato innanzitutto di non essere nata soltanto per il commuting urbano. Al contrario, si è difesa molto bene anche quando la sequenza di curve in appoggio ha messo alla prova l’assetto, il motore e il cambio. Il primo rispetto al passato è ugualmente sostenuto, quasi sportivo, ma non sconta più la risposta secca che rendeva meno comodo affrontare tratti d’asfalto non perfettamente lisci. In pratica, quindi, la fortwo permette una guida decisa senza mai innescare ondulazioni o generare scompensi, salvo che si pretenda l’impossibile, cioè un comportamento realmente sportivo. Il motore turbo tre cilindri di 999 cc, con 90 cv a 5500 giri/min e 135 Nm di coppia a 2500, riesce a essere parsimonioso con 4,1 litri dichiarati per 100 km (4,2 con il cambio manuale), e allo stesso tempo relativamente rapido a prendere giri. Anche per il motore vale quando detto in merito all’assetto: sarebbe sbagliato, cioè, pretendere prestazioni sportive, però con 11,3 secondi nella classica accelerazione 0-100 km/h (velocità massima 155 km/h) ci si difende bene in tutte le situazioni, dalla partenza al semaforo a percorsi misti come quello collinare del test ambientato a Colonia.E il cambio? Si tratta di una unità a doppia frizione, rara nel segmento city car che generalmente adotta soluzioni meno evolute. D’altra parte era indispensabile segnare una netta discontinuità con il passato: a 1.275 euro in più rispetto al manuale a 5 marce (1.425 euro per la forfour) si gusta la Smart nella sua configurazione migliore, cioè con un affidabile e tutto sommato rapido cambio automatico a 6 rapporti. Anche in questo caso non ci si deve aspettare la reattività di proposte destinate a vetture di segmenti superiori: si può, però, contare su un’indiscutibile efficienza, affiancata a cambiate precise, drasticamente più veloci che in passato. Il cambio funziona in due modalità: completamente automatico oppure con cambiata tramite leva o comandi al volante, questi ultimi offerti nel pacchetto sportivo.In città, seconda parte della prova, l’attenzione è dedicata al comfort, all’impianto stereo e al sistema di navigazione, in verità un po’ approssimativo nella scelta di eventuali percorsi alternativi nel caso in cui si decida di deviare dal tragitto impostato in partenza. Il raggio di sterzata di soli 6,95 metri contribuisce a dare la sensazione di invincibilità che molti proprietari italiani della Smart ben conoscono e sperimentano nelle nostre città, lanciandosi talvolta in manovre ai limiti dell’impossibile. Gli ingombri sono quelli di sempre, 269 centimetri di agilità. Ma ci sono 10 centimetri di larghezza in più, che dentro fanno molto comodo.A bordo della Smart fortwo 90 twinamic DCT Turbo si apprezzano, ancor più che sulle strade extraurbane, sia le prestazioni del motore tre cilindri turbo, sia la qualità dell’abitacolo: fatta eccezione per alcuni dettagli poco qualificanti, come ad esempio le guide dei sedili a vista e la leva di spostamento dei sedili stessi dal profilo tagliente, le finiture convincono, contribuendo a elevare la già notevole percezione di qualità di questa city car. Oggi come ieri, dunque, la Smart si conferma emblema e simbolo di un modo unico (e di successo) di affrontare la mobilità, in città e fuori.