Ibrido plug-in contro benzina “tradizionale”
Il “manuale del buon test drive” suggerisce di mettere a confronto due auto paragonabili con motorizzazioni simili. 1.000 cc la Juke, 1.000 cc la Captur, per esempio. Questa volta invece ho deciso di fare diversamente. Perché? Per rispondere alla domanda più generica che ormai in tanti ci fate e cioè se conviene un B-SUV ibrido plug-in, oppure è meglio stare sul tradizionale.
Detto che la Nissan c’è solo con il 1.000 cc, la Renault Captur l’ho presa con il sistema di trazione top di gamma. E non dico sistema di trazione a caso, perché qui sotto c’è appunto l’ibrido plug-in, dunque un sofisticato sistema che mette insieme le forze dell’elettrico e quelle del benzina (1600 aspirato 4 cilindri), alla ricerca della massima efficienza. Il tutto, con un vantaggio non indifferente in termini di potenza: 114 cavalli la giapponese, 160 la francese.
Le risposte al pedale del gas
E partiamo proprio dalle risposte al pedale del gas allora. Com’era naturale aspettarsi la più reattiva è la Renault, il cui ibrido è progettato per assicurare partenze sempre in elettrico. E partire in elettrico significa partire forte, immediatamente. Una situazione in cui la Juke invece soffre un po’. E non per il motore, sia chiaro. Il responsabile è il cambio, che richiede sempre qualche attimo di troppo prima di “attaccare” e far partire l’auto. Nulla di clamoroso comunque: sto parlando di ritardi di frazioni di secondo, che però nella frenesia del traffico cittadino, alla lunga, si rivelano un po’ fastidiosi perché tolgono fluidità.