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Renault Captur contro Nissan Juke, qual è la migliore?

Faccia a faccia fra due B-SUV di successo, ma sfida anche fra due tipologie di alimentazione: tradizionale e ibrida plug-in

Il piacere di guida

Detto che un SUV compatto si compra per tanti motivi, e che difficilmente fra questi c’è il divertimento al volante, mettersi al volante di un’auto appagante non è mai brutto. Anche in questo caso è la Juke che prevale, seppur di poco. Quando si alza un po’ il ritmo è la giapponese la più omogenea, la più coerente nella messa a punto di sterzo e assetto. Non è un fulmine ma tra le curve è abbastanza rapida e, soprattutto, ben supportata dai 225/45-19, che generano un grip davvero altissimo.

Meno fluida la Captur, soprattutto perché – come quasi tutte le ibride plug-in – deve far parlare un motore a benzina, due elettrici e una trasmissione automatica a quattro rapporti priva di sincronizzatori, il cui compito è invece assolto da uno dei due motori elettrici, che porta alla stessa velocità di rotazione albero del cambio e del motore. Un sistema molto raffinato e affascinante che però, nella guida un po’ impegnata, porta a qualche risposta non sempre coerente. Capita per esempio che si dia gas in curva e l’apporto dell’elettrico, superiore alle aspettative, inneschi un po’ di sottosterzo. Così come, qualche curva dopo, il sistema può decidere che invece è meglio far agire il benzina, con un tempo e un modo di rispondere completamente diversi.

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