Nasce il 24 giugno la nuova Alfa Romeo Giulia – almeno questo dovrebbe essere il nome dell’inedita berlina del Biscione –, modello destinato a proiettare nel futuro il brand di Arese. Un futuro che dovrebbe portare la Casa milanese a sfidare i marchi tedeschi premium e che, diversamente da altri costruttori, può vantare una solida base storica.La mitica Alfa Romeo Giulia alla quale s’ispira il Gruppo FCA è un’auto prodotta dal 1962 al 1977, erede della Giulietta e proposta nelle varianti di carrozzeria berlina, coupé, cabriolet e spider. Un destino che sembra attendere anche la nuova Giulia… Quando venne presentata, in configurazione berlina, non ottenne l’approvazione della stampa specializzata, in quanto considerata troppo avveniristica e ardita stilisticamente; specie nella linea di coda, decisamente tronca. Un giudizio talmente indovinato che, da subito, fece registrare ogni record di vendita. Lunga 414 cm, larga 156, alta 143 e con un passo di 251 cm (13 cm in più della Giulietta), offriva un abitacolo ampio e luminoso in grado di ospitare sei persone grazie alla panchetta a tre posti anteriore. Il bagagliaio poteva contare su di una capacità di 500 litri, mentre l’unica nota stonata, per una vettura dall’indole sportiva, era costituita dalla leva al volante del cambio manuale a 5 rapporti.Sotto il cofano… l’eccellenza. Il motore, di derivazione Giulietta, era un 4 cilindri di 1.570 cc con basamento e testata in alluminio, caratterizzato dalla distribuzione a doppio albero a camme in testa e da alcuni plus tecnici di assoluto rilievo quali le valvole di scarico raffreddate al sodio e l’alimentazione mediante carburatore a doppio corpo. Erogava 92 cv, cui conseguivano una velocità massima di 177 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h in 13,7 secondi. E il comportamento su strada? Eccezionale. Stabile, veloce, precisa: merito in parte delle sospensioni anteriori a quadrilateri sovrapposti, laddove al retrotreno si optò per una più classica soluzione a ponte rigido, evoluta spostando gli attacchi di molle e ammortizzatori dai semiassi ai bracci longitudinali. L’impianto frenante era originariamente a tamburo, ma venne ben presto sostituito da 4 dischi Dunlop (ATE dal 1967).Fu una vettura innovativa sia nell’aerodinamica – uno dei pochissimi modelli di grande serie sviluppato in galleria del vento – sia nelle soluzioni pratiche: adottava infatti cuscinetti delle sospensioni e snodi dello sterzo autolubrificanti, rendendone così superflua la manutenzione. Inizialmente realizzata in versione TI (Turismo Internazionale), venne presto seguita dalla TI Super, destinata alle competizioni e caratterizzata dal famoso simbolo del “Quadrifoglio” tipico delle Alfa Romeo da corsa. Poteva contare sulla carrozzeria alleggerita grazie al ricorso all’alluminio per cofani e portiere, motore da 112 cv con doppio carburatore Weber, cerchi in magnesio e – finalmente – leva del cambio in posizione standard. Modifica, quest’ultima, presto recepita anche dalla “normale” TI. Seguirono versioni più curate negli interni (Super), la 1600 S da 95 cv (102 cv dal 1969), il restyling del 1971 e la Nuova Super del 1974.A partire dal 1964 venne commercializzata la 1.300 da 78 cv con cambio a 4 marce e, successivamente, a 5 rapporti; era considerata la 1.3 più performante al mondo, oltre che la più gratificante da guidare. Un esempio di come risparmio e performance potessero andare a braccetto. A seguito della crisi petrolifera, nel 1976 debuttò la diesel – denominata Nuova Super Diesel – mossa da un 4 cilindri di 1.760 cc Perkins forte di 55 cv. Un’unità derivata dai… furgoni Alfa Romeo F12! Una ciofeca lenta, fumosa, pesante come una petroliera e scossa da vibrazioni che avrebbero fatto impallidire l’ottavo grado della Scala Mercalli; semplicemente indegna del nome Alfa Romeo. Nel 1977 la Giulia uscì definitivamente di scena, sostituita dalla rientrante Giulietta, dopo aver raggiunto l’eccezionale produzione di 1 milione di esemplari!La versatilità tecnica della Giulia resta un esempio impareggiabile; ampiamente sfruttata dall’Alfa Romeo negli Anni ‘60 e nei primissimi Anni ’70, sino agli esordi dell’Alfetta e dell’Alfasud vide la propria meccanica contraddistinguere l’intera gamma di Arese. Venne declinata nelle varianti coupé (GT, GTA e GT 1300 Junior), cabriolet (Sprint GTC) e roadster (Spider e Spider Duetto), nonché nelle esteticamente agghiaccianti versioni famigliare Promiscua e furgonata. Un vero camaleonte. A confermare le doti velocistiche e stradali della Giulia vi fu anche la scelta da parte delle Forze dell’Ordine di adottarla per i servizi di pronto intervento effettuati dalla “Squadra Volante” della Polizia con le mitiche “Pantere” e dal “Nucleo Radiomobile” dei Carabinieri con le velocissime “Gazzelle”, modificate incrementando capacità del serbatoio e potenza del motore.Protagonista di mille sfide per la libertà o la giustizia, la Giulia venne immortalata in numerosi film dell’epoca, ad esempio “Milano Calibro 9”, “Milano trema, la Polizia vuole giustizia”, “Roma a mano armata”, “Napoli spara!” o “La Polizia incrimina, la legge assolve”. Polizieschi all’italiana con inseguimenti spettacolari rimasti nell’immaginario collettivo e che hanno reso la Giulia una vera e propria icona senza tempo.