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Stefano Accorsi

Vincitore di prestigiosi premi cinematografici, tra cui David di Donatello e Coppa Volpi, è ora impegnato a teatro con la pièce "Decamerone vizi, virtù, passioni" e ha un film in uscita. Ecco cosa ci ha raccontato a proposito di motori, lavoro, amicizia...

Abbiamo incontrato Stefano Accorsi a Milano, in occasione della conferenza stampa di presentazione della “Best Technology Experience” di Peugeot. Dal prestare la voce allo spot della 208, nel 2012, fino a diventare brand ambassador, la liaison dell’attore con Peugeot si è via via tradotta in un dialogo creativo, che lo ha portato alla realizzazione di 3 cortometraggi per il marchio francese, davanti e dietro la macchina da presa. Alle nostre Ten Questions sulle due e quattro ruote, ma non solo, ha risposto così… Sappiamo della tua passione per le moto. Quali caratteristiche deve avere per piacerti?Deve essere una moto “totale”, con la quale fare un viaggio, guidare sullo sterrato o in città. Ho in mente la Ducati Multistrada Enduro o la KTM Adventure. Mi piace molto la Honda Africa Twin 1000, perché è più leggera avendo una cilindrata ridotta. Per la mia generazione la versione 750 è stata una moto mitica, un punto di riferimento.Seguirai il Motomondiale? Se sì, per quale pilota farai il tifo?Lo seguo ma non da fan accanito. Farò il tifo per Valentino Rossi.La competizione appartiene al mestiere di attore, a cominciare dai provini. Se avessi la possibilità di sfidare qualcuno in una ideale gara automobilistica, chi sfideresti?Se un attore viene scelto è in base alle caratteristiche specifiche per quel ruolo, non tanto perché mette in atto dei meccanismi competitivi. La mia ex agente, che oggi non c’è più, la stessa agente degli attori (e cari amici) Santamaria, Pasotti, Favino… ha creato un team compatto, legato da un grande spirito di squadra, in cui la competitività non è contemplata. Se avessi la possibilità di sfidare qualcuno, comunque… sfiderei i miei amici e di sicuro vincerei io! (ride).Auto d’epoca o auto moderne, ipertecnologiche? Quali ti emozionano di più e ti fanno sentire a tuo agio?Le auto d’epoca richiedono una manutenzione speciale, quindi direi che mi trovo più a mio agio con quelle moderne, a patto che si riesca anche a disattivare l’elettronica.A quale tecnologia/optional automobilistico non potresti mai rinunciare?Non rinuncerei al sistema “Park Assist”, come quello di Peugeot, che rende automatiche le manovre di parcheggio. Mi ha molto stupito il gesto di togliere le mani dal volante e constatare che l’auto fa tutto da sola.Pluripremiato attore e ora anche regista di corti per Peugeot: quale dei due ruoli ti è più congegnale e perché?Sì, l’anno scorso ho fatto la regia ai cortometraggi con Peugeot e altri progetti, molto interessanti, sono già in cantiere. Mi diverto a stare dietro la macchina, rivedo il “girato” attraverso il monitor e verifico gli aspetti che si possono migliorare. La tecnologia Oculus è un elemento aggiuntivo e innovativo.Quale consiglio ti senti di dare ai giovani che si apprestano a intraprendere la carriera di attore… Quello dell’attore è un mestiere “fattivo”. Bisogna provare, buttarsi. Frequentare una scuola, anche pubblica (ce ne sono), e cominciare a fare provini per capire se è la strada giusta e se si riesce a gestire quel tipo di vita. Consiglio di informarsi, di fare attenzione a non mettersi nelle mani dell’ultimo arrivato.A fianco di quali attore e attrice italiani ti piacerebbe recitare?Toni Servillo e Luca Marinelli, l’antagonista di Claudio Santamaria nel film sugli schermi in questi giorni “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Tra le attrici invece sceglierei Micaela Ramazzotti, molto brava e molto forte.Qual è il film, da te interpretato, da cui hai imparato di più?“L’ultimo bacio”, “Le fate ignoranti”… Tutti i film che ho interpretato mi hanno offerto spunti di riflessione sulla vita delle persone che ci stanno intorno. Dal punto di vista pratico, nel mio ultimo film, “Veloce come il vento”, in uscita il 7 aprile con la regia di Matteo Rovere, ho imparato a guidare, ad andare in pista con la macchina.L’incontro che ti ha cambiato la vita… Sicuramente quello con i miei due figli, di 6 e 9 anni.

 

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