LIVE231 cv. 6,1 secondi per bruciare lo 0-100 km/h (con il cambio Steptronic), 320 Nm di coppia, 246 km/h di velocità massima. Bastano questi numeri per raccontare la nuova MINI John Cooper Works, apice sportivo della gamma MINI. L’attendevamo, perché da che esiste MINI c’è una JCW, e la supersportiva mancava nella nuova gamma Hatchback. La JCW porta in dote tutte le novità tecniche (passo allungato e molto altro) ed estetiche introdotte dalla nuova serie della piccola di Oxford, condendole con una spezia molto saporita: il nuovo 4 cilindri 2 litri Twin Power Turbo capace dei numeri già citati, che fanno della John Cooper Works un’autentica supercar in miniatura.L’allestimento è ovviamente sportivo, con sospensioni tarate ad hoc, assistite da un’elettronica da riferimento di cui fanno parte il DTC (Dynamic Traction Control) e il differenziale a controllo elettronico (EDLC); optional il sistema di sospensioni attive Dynamic Damper Control, mentre spunta la prestigiosa firma Brembo sull’impianto frenante. Esternamente la MINI JCW si riconosce per i cerchi da 17″ (o 18″ optional), le prese d’aria maggiorate e lo spoiler posteriore. Gli interni sono caratterizzati da sedili sportivi e avvolgenti, oltre che da pedaliera e leva del cambio in alluminio.1.500 giri in sesta marcia, lancetta del tachimetro fissa a 60 km/h. Prodigio del nuovo motore, cresciuto da 1.600 centimetri cubi fino al volume pieno di due litri. La JCW sfrutta l’aumento di potenza che la porta a 231 cavalli, con la coppia a 320 Nm ( +23%); il TwinPower Turbo rende la guida più morbida e sorprendentemente facile, viaggiando con piede di velluto. Il quattro cilindri è pronto e reattivo quando, con decisione, si agisce sullo sterzo e si governano acceleratore e freno, ma ha smesso i panni da “Lucignolo”, il ragazzo terribile pronto a indurre in tentazione anche gli animi più irreprensibili.La nuova MINI JCW è oggi una sportiva matura, potente come poche se si pensa al rapporto peso-potenza, ma è meno cattiva, brusca e impegnativa. Con il passato c’è uno scollamento generazionale superiore alle aspettative. Parlare di JCW oggi significa raccontare un patrimonio genetico nuovo. Rispetto all’antenata è cambiato tutto: impossibile ammettere che sia intuitiva da guidare, e comoda. Il comportamento delle sospensioni del modello precedente è ancora oggi un ricordo vivido (e livido)! La taratura di molle e idraulica era tutto tranne che accondiscendente, non c’era imperfezione stradale che non passasse attraverso la colonna vertebrale. Altrettanto si poteva dire dello sterzo, pronto a ribellarsi e scartare come un toro nell’arena; quella MINI era senza ombra di dubbio una vettura che pretendeva, guidando di buon passo, una soglia di attenzione sempre alta. La JCW 2015 non è così!DRIVELa JCW ha smesso i panni del giovane “attaccabrighe”, optando per un completo di taglio elegante ma che denota ancora una forte attitudine sportiva. L’incremento di prestazioni è andato di pari passo con la crescita delle dimensioni, telaio, sospensioni, bilanciamento dei pesi: insomma, è un’altra MINI. L’interasse più lungo e la maggiore capacità di carico, anche se non possiamo pensare a una rivoluzione, colloca la MINI moderna in un’altra categoria. Certo è che rimane ancora sotto la soglia dei 4 metri di lunghezza (3,874 metri), a conferma dell’appartenenza alla categoria delle compatte sportive.Go-kart feeling bye-bye? No! L’atteggiamento con cui si affrontano le curve è sempre lo stesso: deciso, ma soprattutto rapido in inserimento, forte di uno sterzo elettromeccanico capace di rispettare millimetricamente le richieste di chi guida e accettare correzioni in uscita e nei rapidi cambi di direzione. In stretta correlazione lavora il nuovo impianto frenante Brembo, che si distingue per modulabilità e potenza anche dopo ripetute e decise frenate a ruote sterzate.Telaio e sospensioni della nuova MINI JCW evidenziano una migliore taratura, che permette ora al retrotreno di seguire senza incertezze la linea imposta dall’avantreno. Anche nelle frenate più decise con forti trasferimenti di carico all’avantreno il posteriore con sistema multi link non si scarica e non si alleggerisce. Non comunica quell’effetto “deriva” evidenziato sugli altri allestimenti della nuova generazione.Muso altezza orizzonte. I 231 cavalli del nuovo quattro cilindri sono costantemente domati da un’elettronica che annovera una sfilza di partner sorprendente: controllo di stabilità e trazione DSC, DTC, differenziale auto bloccante elettronico EDLC, Performance Control e controllo delle sospensioni attive come optional. Un safety pack che rende questa MINI a prova di neopatentato. Il comportamento della tecnologia di supporto convince perché è poco invasiva: interviene tagliando appena la potenza, smussa di poco i picchi di coppia quando si chiede tutto.È una trazione anteriore e il sottosterzo una componente inevitabile ma facile da gestire, anche quando ci si affida all’istinto e si disattivano tutti i supporti elettronici. La JCW, ancora più delle sue sorelline, comunica con limpidezza ogni reazione, e chi guida ha sempre tempo per correggere, modificare e interpretare nel modo migliore la strada che sta percorrendo.Bisogna riconoscere che MINI JCW offre un’esperienza che stimola tutti i sensi. Estetica, qualità dei materiali, gusto (sapido) nella guida e non ultimo l’udito. Il ruggito baritonale, lo scoppiettio in rilascio, gli schiocchi nel cambio marcia sono elementi cardine del piacere di guida. Rinunciare alla melodia e ai decibel sarebbe un delitto. Non sarebbe una JCW. E non lo è nemmeno nel prezzo di 31.200, ai quali aggiungere 1.900 euro per il cambio sequenziale automatico che le permette di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 6.1 secondi e raggiungere la velocità massima di 246 km/h.E’ il caso di essere sinceri fino in fondo: i puristi della John Cooper Works probabilmente al cospetto del nuovo modello storceranno il naso, più per il carattere che non per l’estetica caratterizzata da appendici aerodinamiche e scelte cromatiche azzeccate. Perché la nuova, pur essendo più potente, si è fatta accondiscendente e vicina a una Golf GTI che non alla sua diretta antagonista Audi S1 , con la quale condivide lo stesso livello di potenza ma non la trazione integrale.