Non è un mistero che alla Volkswagen piaccia costruire auto (wagen) per il popolo (volks). Accadde per il Maggiolino, voluto dal Fuhrer per motorizzare la Germania in guerra, e per la Golf, compagna di vita di milioni di automobilisti dagli Anni ’70 ad oggi. E siccome la storia si ripete, sta succedendo di nuovo, con la Volkswagen ID.3, l’elettrica – da oggi preordinabile e capostipite di una nuova famiglia – che vuole essere per tutti. Ma sarà davvero così?
Sotto i 30.000
Partiamo quindi dalle cifre, perché è facile essere ecofriendly con le tasche degli altri. La Volkswagen ha annunciato che la ID.3 avrà un prezzo base al di sotto dei 30.000 euro – anche se non è dato sapere di quanto. Per questa cifra tuttavia ci si porterà a casa il modello con le batterie meno capaci, da 45 kWh, per un’autonomia dichiarata (WLTP) da 330 km. Se volete di più ci sono altri due “tagli” di batterie: 58 e 77 kWh, per autonomie da 420 e 550 km con una ricarica.
Ricarichi gratis (se preordini)
Da oggi la Volkswagen ID.3 si può preordinare: basta collegarsi qui (www.volkswagen.it/app/prebooking/vw-it/it) e versare una caparra di 1.000 euro, una modalità che ricorda molto quella di Tesla. A quel punto, bisogna attendere la fine del 2019 per l’inizio della produzione e la metà del 2020 per le prime consegne ai clienti prenotati. Che, dopo aver perfezionato l’ordine in concessionaria, riceveranno la versione 1ST, al di sotto dei 40.000 euro e con 420 km di autonomia dichiarati. Chi prenota la ID.3 1ST online può contare su ricariche gratis per un anno, fino ad un massimo di 2.000 kWh, sfruttando anche la rete di colonnine Ionity. Ricaricando la ID.3 a 100 kWh si ottengono 260 km di autonomia in mezz’ora.
Zero carbonio, o quasi
Fra l’altro – a Wolfsburg ci tengono molto a sottolinearlo – la Volkswagen ID.3 verrà consegnata con un bilancio neutro di carbonio. Ciò significa che sia la produzione delle celle della batteria sia quella dell’auto utilizzeranno, per quanto possibile, fonti rinnovabili. Le emissioni inevitabili, invece, saranno compensate da progetti certificati di tutela del clima. Come a dire che le buone intenzioni ci sono tutte: la strada verso i 20 modelli elettrici entro il 2025, adesso, sembra un po’ più in discesa.