Anniversario insolito, quello celebrato nei giorni scorsi in Svezia, ma certamente significativo: il 5 maggio 1993 usciva definitivamente di produzione il modello di maggior successo nella storia Volvo, la 240. Sono quasi 3 i milioni di esemplari di quest'auto, nelle varie versioni, usciti dalle catene di montaggio per invadere le strade, forti di un'estetica inizialmente non apprezzata ma senza dubbio originale, e di pregevoli innovazioni tecniche. Presentata nel 1974 come evoluzione della serie 140, la 240 definì nuovi standard per quanto riguarda la sicurezza e il rispetto dell'ambiente. Non a caso divenne l'auto di riferimento per l'ente statunitense per la sicurezza del traffico NHTSA, che si basò proprio sui risultati ottenuti nei crash test dalla Volvo 240 per definire la legislazione in materia. Nel frattempo tecnici e ingegneri non stavano con le mani in mano: per ridurre le emissioni allo scarico di idrocarburi (HC), monossido di carbonio (CO) e ossidi di azoto (NOX), nel 1976, prima azienda al mondo, Volvo introdusse la sonda Lambda, accoppiata al catalizzatore e in grado di abbattere di oltre il 90% i gas nocivi. E così quando lo Stato della California, da sempre all'avanguardia sul fronte ambientale, introdusse limiti per l'epoca molto severi, i modelli Volvo li rispettavano in pieno.
Capace anche di conquistare il titolo di station wagon più veloce al mondo, la 240 nell'ultimo periodo fu prodotta soltanto in versione familiare, conquistando una fascia sociale allora in grande ascesa, gli “yuppies”, giovani di successo, attenti al look e al portafoglio (pieno). In Italia resta indimenticabile la versione Polar, di cui esistono ancora parecchi esemplari perfettamente funzionanti. Il 5 maggio 1993 la produzione si fermò per sempre, 19 anni e 2.862.573 vetture dopo.