Nata nel 1988, quindi relativamente giovane, Kona è da sempre ammantata di un certo fascino, oltre a trasmettere simpatia. Vuoi per i nomi assolutamente originali delle bici, vuoi perché ha iniziato a “giocare” con il titanio prima che con l’alluminio, vuoi perché atleti che hanno scritto le pagine del Mtb tricolore come Dario Cioni e Stefano Migliorini sono stati legati alla marca. Senza dimenticare che anche un certo Steve Peat, mito della downhill, e Ryder Hesjedal, vincitore del Giro d’Italia nel 2012, hanno incrociato i loro destini con quelli delle biciclette al profumo di ibisco.Le ruote grasse sono state il primo approccio di Kona al mondo della bicicletta, ma quelle lisce sono arrivate subito dopo. Era il 1991 e il telaio utilizzato era ovviamente in tubi di titanio marchiati, come sin dall’inizio, Sandvik. Di strada sotto le ruote ne è passata tanta, qualche Bike of the Year è uscita dalle matite dei suoi uomini e forcelle da dimenticare come la Z-link non sono state più progettate.Cominciamo dalla strada, anche se la commistione con i terreni che non conoscono l’asfalto è profonda.Per il 2016 il marchio resta fedele alla tradizione di dare alla luce modelli un po’ sopra le righe (e non solo per il nome). Bella l’idea di Kona che la strada sia come un sentiero: ce ne sono di forme e dimensioni differenti, alcuni salgono e altri scendono, si snodano su fondi accidentati o lisci come la seta. Si devono quindi creare biciclette capaci di andare ovunque e sempre, con geometrie e caratteristiche che offrano il miglior mix fra prestazioni, fruibilità e accessibilità. Il risultato si è concretizzato nella Roadhouse con telaio in acciaio Reynolds 853, forcella in fibra di carbonio con perno passante e freni a disco, ma anche nella Private Jack, che strizza l’occhio ai ciclocrossisti ed è montata con trasmissione Sram Rival 1×11. Fra la ricca gamma abbiamo scelto la Sutra LTD, pensata per accompagnare gli avventurieri verso nuovi orizzonti, il che spiega la scelta del telaio e della forcella in acciaio con attacchi per il portapacchi, il gruppo Sram Rival 1×11 e le gomme da 47 con fianchetti rinforzati in Kevlar.Ed eccoci all’ off-road. La gamma spazia dalle factory replica specifiche per DH alle hardtail da cross country, passando per tutte le sfumature delle ruote grasse.Hei Hei e Kahuna interpretano le due anime del XC, quella full suspended (con nuova sospensione indipendente) e quella front suspended, entrambe con telaio Kona Race Lite in lega di alluminio 6061 e geometrie riviste. Honzo è la famiglia di hardtail destinate a un utilizzo Trail, con escursione da 120 mm, ruote da 29″, trasmissione 1×11 e una geometria aggressiva, reattiva e divertente come solo una front si può permettere. Per i palati fini esiste anche la versione in titanio 3-2.5. Salendo con le escursioni e scendendo sempre più ripidi (e rapidi), ecco la Operator 27,5″, mezzo da DH che grazie alle ruote da 27,5″ mette un piede, anzi una gomma, nel campo dell’Enduro.Per info, fate un giro su Kona