T°RED Horkokhan, stayer del XXI secolo
Capita che bellezza ed efficacia siano inversamente proporzionali, quando ogni aspetto di un progetto, dai materiali alla geometria e ai componenti è finalizzato a pedalare veloce come una moto.
Non sembra, ma pedalare con il 66×15 a 72 all’ora per 100 giri, dietro una moto puzzolente e spaccatimpani è una delle più affascinanti specialità del ciclismo su pista. E altrettanto affascinante è progettare le bici con cui questi ciclisti coraggiosi (o squilibrati) pedalano nei velodromi, perché sono completamente diverse da qualsiasi altra, con misure stabilite dai regolamenti e impostazione determinata dalle dinamiche di guida.
COSA E COME. FONDAMENTI E REGOLE
Una premessa, per capire di cosa stiamo parlando… Il ciclista (lo Stayer) è guidato da un motociclista (il Pacer) e separato dalla moto da un rullo a una distanza di circa 70 centimetri. Il Pacer guida la moto stando in piedi e genera un vuoto d’aria che permette al ciclista di sfruttare la scia per aumentare la velocità ma anche di essere spinto, con una sorta di effetto vela, dal flusso generato dalla coppia motociclista/ciclista nella direzione di marcia.Per questo motivo la posizione dell’atleta è completamente differente dalle altre discipline. Il corpo del ciclista deve essere il più vicino possibile al Pacer e la sua schiena quanto più dritta possibile per offrire più superficie alla spinta della portanza del flusso d’aria generato alle sue spalle.Ciò detto, le regole sancite dal regolamento sono due: l’arretramento della punta della sella non può superare il centro del movimento centrale; la distanza tra movimento centrale e asse ruota anteriore non può superare i 55 cm. Per questa ragione e per avanzare il più possibile il ciclista verso la moto, si utilizza una ruota anteriore da 24″ che aumenta l’interasse virtuale anche per il rake negativo della forcella, rendendo comunque la bici stabile anche alle alte velocità. La forcella ha rake negativo in modo da non permettere alla ruota di scomporsi quando tocca il rullo della moto poiché l’asse della stessa è dietro il fulcro dello sterzo.
HORKOKHAN
GEOMETRIE UNICHE
Il telaio ha angoli molto particolari per l’altezza sella di Alessandro Mariani, con un seat-tube a 76,8° e uno sterzo a 75°, abbinati a un orizzontale virtuale di 584 mm. Lo head tube è di 220 mm ma lo stack è comunque contenuto in 543 mm. La zona sterzo è stata irrigidita per avere grande guidabilità, i movimenti del ciclista sul rullo, in curva, sono millimetrici e importantissimi: la scia infatti si sposta verso l’esterno della traiettoria e il ciclista deve spostarsi in ingresso di curva alla destra del pacer in modo fluido e morbido così da non innescare sbandamenti e restare il più vicino possibile al rullo. La stabilità è tutto e per questo anche la zona posteriore è stata carenata per aumentare la trazione e mantenere i flussi d’aria più puliti possibile sulla ruota posteriore.
PICCOLA È MEGLIO