RICICLO & DESIGN
Riciclare può anche diventare arte, estetica, creatività. È il caso di Vibrazioni Art Design, un artigiano di Massa Lombarda che produce componenti di arredo e anche motocicli riciclando bidoni di carburante e oli.
Abbiamo avuto la possibilità di toccare da vicino e addirittura provare l’ultima creatura, chiamata Futurama, nata ancora una volta partendo dalla base di una moto vecchiotta, e oramai in disuso. Come? Resa dapprima scheletro e poi vestita con un abito d’acciaio su misura, praticamente realizzato a mano, col sistema taglia, batti, piega, schiaccia e poi allestita con componenti allineati al suo spirito, rispettandone la filosofia e la generazione d’origine.
Scopriamola, insieme al suo mastro Geppetto del ferro Alberto Dassasso, visto che per un giorno è stata tutta nostra, in un ambito a dir poco entusiasmante, come la Fabbrica Blu, ovvero la Bugatti di Campogalliano, in disuso da quasi trent’anni.
La Futurama parte da un classicissimo italiano doc, come la Ducati 750 SS; un esemplare del 2002, forte del suo iconico telaio a traliccio tubolare, modificato solo nella parte posteriore, dotandolo di ruota e pneumatico maggiorati rispetto all’originale.
L’impostazione pensata, approvata e realizzata è quella di una GP post-atomica: rude, graffiante, con l’impressione che abbia attraversato il tempo e lo spazio. Il serbatoio di serie è stato ricoperto con lamiere di bidoni di recupero (brand utilizzati: Shell, Valvoline, Total).
Il codino posteriore è stato interamente realizzato dal nulla sempre con il materiale dei bidoni (brand: Chiquita, Total, Caterpillar) come pure anche i fianchetti del telaio (brand: Valvoline).
La sella rialzata è in neoprene a doppia densità. Il faro anteriore è di serie, con wrap custom e unghia aerodinamica del cruscotto realizzata anch’essa in lamiera di recupero (brand: Eni). L’ala aerodinamica anteriore è invece costruita in carbonio, generando un bel contrasto di materiali classici e moderni. La strumentazione è di serie, ma personalizzata con wrap custom.
L’impianto di scarico in acciaio inox ha schema 2-in-1 ed è stato realizzato con parti recuperate da impianti di diversa provenienza, mentre il terminale è in carbonio e inox custom.
Tutte le componenti della carrozzeria sono quindi hand made e sono trattate con finitura a polvere trasparente lucida. Il motore è ricondizionato con upgrade filtro e scatola filtro Ducati Performance.
INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO
Tutto questo ben di dio l’abbiamo corteggiato, accarezzato, poi assaggiato di persona: sì, noi l’abbiamo proprio guidata la Futurama, anche se ha già un proprietario, all’estero (a proposito, grazie a vita per la fiducia). L’abbiamo usata con le pinze, nel senso dandole del lei, se non del voi, per il terrore di combinare qualcosa: l’idea di usare un giocattolo fatto a mano, che non ha ricambi o alcun pezzo da sostituire fa sentire come in un campo minato con gli occhi spalancati e perciò l’esperienza, seppur entusiasmante, non è che sia propriamente rilassante.
Il suono libero dello scarico fa traballare timpani, ossa e anima insieme, accompagnati dal rumore di risucchio d’aria dell’aspirazione vecchio stampo. Alla guida, la moto trema e vibra ancor più dell’originale, la posizione è sportiva, bassa, stile corsa, ma poi in realtà si guida e curva in modo abbastanza convenzionale. È rigida, snella e leggera, non certo comoda, anche perché non è previsto che lo sia.
Quando accelera sembra volare, anche se la potenza non è certo paragonabile a quella delle sportive odierne: la percezione amplificata è dovuta in parte all’effetto sonoro in parte ai battiti vivi che trasmette al pilota, senza fare sconti o concedere grazia all’errore di gas o freni: insomma è così, dura e cruda, e diretta nelle sue reazioni. La sensazione, anche per via delle vesti, è quella di essere su un vecchio biplano da guerra, quello con il pilota scoperto.
Un’esperienza unica che rimarrà tale, perché questa moto andrà a chi l’ha commissionata e non ci saranno repliche, come è usanza di VAD. A questo punto, nel ringraziare il titolare, ci viene spontaneo fargli qualche domanda, dapprima giusto di curiosità… ma poi ci siamo fatti prendere e ne è uscita un’intervista-confronto che è andata ben oltre i confini dell’oggetto Futurama. Che vi regaliamo perché è sempre bello sapere cosa c’é dietro una realtà artigianale che sforna pezzi unici.