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Comparativa Enduro medie da 21 pollici, la prova con il video interattivo

Due giorni a masticare polvere, terra e sassi in compagnai delle enduro medie con ruota da 21 pollici tutte equipaggiate con pneumatici Metzler Karoo 4. 5 maxi enduro con la voglia di avventura scritta nel DNA. A guidare con noi un professionista del tassello. Ecco il nostro racconto avventura

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Un campo di battaglia sempre più combattuto con proposte sempre più differenziate e in grado di portarci in luoghi lontani e di farlo veramente, non solo con la fantasia. Le maxi enduro sono così, moto pensate per affrontare ogni terreno e ogni curva forti di una tecnologia premium e una sorprendente facilità di guida. Siamo volati in Sicilia, dove il fuoristrada non è ancora bandito, dove di può vivere l’avventura. Ci siamo andati in compagnia di Metzeler che gommando tutte le moto con la nuova Karoo 4 ci ha aiutato a scoprire quale sia la migliore interpretazione del concetto “medie” enduro tutte equipaggiate con ruota anteriore da 21”.

Chi sono le protagoniste

Ducati Desert X Husqvarna Norden, KTM 890 Adventure R, Triumph Tiger 900 Rally Pro, Yamaha Ténéré 700 World Raid

Abbiamo definito un perimetro nella nostra comparativa da non oltrepassare, nel quale abbiamo inserito Ducati DesertX, KTM 890 Adventure R, Husqvarna 901 Norden, Triumph Tiger 900 Rally Pro e Yamaha Ténéré World Raid. Non troverete quindi Aprilia Tuareg Yamaha Ténéré standard (concorrenti dirette) e nemmeno Honda Africa Twin 1100. La moto veneta non ha caratteristiche comparabili per pesi e dimensioni, così come la Yamaha in versione standard che in questo caso lascia appunto il passo alla World Raid studata apposta dai tecnici di Iwata per andare a dar fastidio alle midimaxi in questione. La Honda invece con il suo motore da 1100 cc a nostro avviso appartiene di diritto alla categoria delle maxi enduro.

Sicilia Bedda!

Due giorni di guida intensi e appaganti. Dopo ogni singola curva percorsa c’è uno scorcio, un panorama, che ti toglie il fiato. È il grande fratello, l’Etna, che determina tutta l’orografia dell’area e il costante mutare del terreno sotto le nostre ruote. Insomma qui c’è pane per i tasselli delle nostre Karoo 4 e così tanto spazio dove divertirsi che è difficile riuscire a tenere sotto controllo il comando dell’acceleratore.     

Tutti con le stesse scarpe

Regola aurea dei nostri confronti la presenza di un partner unico per gli pneumatici. La scelta questa volta è caduta sui Metzeler Karoo 4, novità del 2022, la nuova generazione di uno pneumatico in grado di sostenere lunghe percorrenze a pieno carico sull’asfalto e capace di mordere anche i terreni più difficili che si possono incontrare in una normale uscita in off road.

Chi derapa?

Questa volta il team dei tester di RED ha avuto addirittura un respiro internazionale. A contribuire alla stesura dei voti finali non solo Simone Zaffaroni – campione italiano di enduro – e comandante del nostro progetto off-road www.getdirt.it – ma anche i giornalisti della rivista tedesca Motorrad. E ora andiamo a conoscere le protagoniste del confronto.

Ducati DesertX

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Non un semplice esercizio di stile. Quando Ducati ha deciso di girare stretta al paletto e puntare a percorsi lontani dall’asfalto ha deciso di farlo alla grande. Tralasciata l’estetica che è senza dubbio uno dei suoi assi nella manica a convincere è il grosso lavoro di sviluppo per realizzare una moto che non perdesse lo spirito del marchio ma che sapesse muoversi con competenza dove c’è da sporcarsi.

Ducati Desert X migliori enduro bicilindriche con 21Il motore in questo progetto è rimane un punto fermo. Bicilindrico Testastretta 937 da 110 cavalli e 9,4 kgm di coppia che detta in buona misura anche le regole ciclistiche. Questa architettura, lunga, impone scelte di compromesso che partono dalla forcella un po’ aperta e atterrano inevitabilmente su un forcellone corto per rimanere in valori di interasse coerenti con questo mondo. Ne consegue una grande stabilità sul veloce aiutata da una posizione di guida tra le più azzeccate e di conseguenza una maggiore lentezza nelle manovre a bassa velocità e percorrenze delle curve lente. Poco importa se si guida in piedi sulle pedane o comodamente seduti sulla sella a 875 mm, perché la triangolazione per chi guida è decisamente azzeccata e ben protetta dietro al cupolino che purtroppo però non è regolabile in altezza. Ducati Desert XIl motore è veramente sportivo e morbido sotto con una spinta agli alti che ricorda chiaramente le sue origini. Il tutto sapientemente “regolato” da un’elettronica al top del confronto. Le personalizzazioni sono tali da permettere ad ogni utente di vestirsi la Desert X esattamente come il polso desidera. Ineccepibile la frenata assistita dal cornering ABS regolabile su tre livelli e 6 diversi riding mode di gestione motore.

KTM 890 Adventure R

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Il colore arancione spicca nella foto di gruppo con tutte le protagoniste; vestito a parte è chiaro che lei è una delle protagoniste indiscusse del confronto perché il suo sviluppo tecnico è figlio dello stretto rapporto con i piloti del Red Bull KTM Factory Racing Rally Team. Gente abituata a vivere lontano dall’asfalto e con il comando del gas completamente spalancato.

KTM 890 Adventure R migliori enduro bicilindriche saltoEstetica unica nel suo genere (ma rivista per il 2023, la base però cambia poco), ha soluzioni tecniche “scontate” per fare al meglio l’off-road con una grossa cilindrata. Motore bicilindrico parallelo da 889 cc, 105 cavalli e 100 Nm di coppia.  Il telaio in tubi d’acciaio al pari delle sospensioni WP si confermano elementi imprescindibili parlando di KTM cui aggiungo con piacere che la presenza del serbatoio posizionato in basso che rende la guida tra le più efficaci non solo in condizioni di bassa aderenza. Nonostante la posizione di guida – in piedi sulle pedane – poco naturale soprattutto per la posizione del manubrio decisamente bassa, il feeling trasmesso è ottimo. I palmi delle mani contano il singolo sasso che passa sotto i tasselli degli pneumatici, l’avantreno dialoga già da velocità zero e non ti tradisce nemmeno quando aggredisci una curva stretta con la leva del freno anteriore stretta tra le dita.

KTM 890 Adventure R DerapataApprezzo il bilanciamento delle sospensioni e la risposta dell’acceleratore che si tramuta in un’erogazione della potenza fluida e mai spigolosa, insomma quel che serve per portare a spasso a ritmo sostenuto una moto che nelle mani giuste può fare quello che fanno molte monocilindriche specialistiche.

Husqvarna Norden 901

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Cuore KTM bicilindrico parallelo da 105 cavalli 889 centimetri cubi  impreziosito dei tre riding mode – street, rain, offroad – inserito in un telaio a traliccio in acciaio. Questa moto incarna lo spirito del viaggio avventura. Le similitudini con la sorella Adventure 890 R sono molte ma non sufficienti a conferirle il titolo di clone in blu Husqvarna.

Husqvarna Norden La Norden ha la sua identità, non solo estetica, caratterizzata da una posizione di guida raccolta, protetta dal cupolino, votata al viaggio piuttosto che alla ricerca del percorso avventuroso. Le sospensioni WP Apex con forcella regolabile da 43 mm ed escursione ridotta, 220 mm davanti e 215 dietro partono con un approccio più razionale. La ridotta escursione e la taratura super morbida della moto in prova lasciano poco spazio alla guida strong con il posteriore che sbandiera tra una curva e l’altra. Anzi è meglio trattarla con rispetto, evitare l’ostacolo e scegliere percorsi il più possibile levigati per non incappare nel fondo corsa delle sospensioni.

Husqvarna Norden 901 SaltoLa 901 è razionale in tutto, con la sella a 854 mm che fa assumere una posizione durante la guida fin troppo raccolta con le gambe troppo piegate. Più che quello di Adventouring, alla Norden affianco il concetto di travel, condizione in cui dimostra trovarsi a proprio agio. Le sospensioni soffici filtrano anche gli asfalti più sconnessi ma accusano nelle accelerazioni e in frenata un marcatissimo trasferimento di carico che nella guida in coppia non può che infastidire. Sono convinto che semplicemente regolando pre carico e idraulica il comportamento cambierebbe in meglio.

Triumph Tiger 900 Rally PRO

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Tre cilindri, l’unica del gruppo ha sfoggiare questa architettura, un motore a cui Triumph tiene particolarmente. Ha 95 cavalli e 87 Nm di coppia gustosa spalmata benissimo su tutto l’arco d’erogazione, complice la diversa fasatura del motore che ricorda al 100% quella di un bicilindrico. Triumph Tiger 900 Rally ProHa dalla sua quella capacità di arrivare a regimi di rotazione prossimi allo zero e con una semplice rotazione del gas arrivare dritta a quota 8.750 giri. La qualità costruttiva è di altissimo livello, le finiture estetiche in primis e le scelte dei partner dimostrano quanto il marchio inglese stia spingendo nei confronti della concorrenza usando ottimi argomenti. Le sospensioni Showa regolabili, con steli giganti da 45 mm per la forcella che ha una corsa di 240 mm e monoammortizzatore con corsa da 230 mm sono pensate e regolate per offrire uno dei migliori compromessi di questo confronto tra l’uso stradale e la guida off-road. Salire in sella alla Rally Pro è una piacevole scoperta per come ti accoglie a bordo. Triumph Tiger 900 Rally ProIndubbiamente spicca tra le protagoniste della comparativa per la triangolazione perfettamente studiata e che convince sia nella guida in piedi sia nella guida seduti. Su strada comfort della seduta e protezione dall’aria giocano un ruolo da protagonista con il vantaggio di avere sospensioni sostenute che garantiscono medie velocistiche elevate; le stesse lontano dall’asfalto si confermano adatte quando c’è da attaccare il terreno più difficile. Ottimo lavoro.

Yamaha Ténéré World Raid

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L’analisi della carta d’identità della W.R. può lasciare perplessi i più se affiancata alle altre protagoniste per cilindrata e potenza: 689 centimetri cubi  e 73 cavalli e mezzo. Invece gli aggiornamenti delle sospensioni, dell’elettronica e della capacità del serbatoio cresciuta fino a 23 litri dimostrano che nel confronto è in grado di fare un’ottima figura. Yamaha Ténéré 700 World Raid DerapataDalla sua nuove sospensioni con forcella Kayaba escursione 43 mm e ammortizzatore di sterzo Ohlins con escursione nell’ordine dei 240 e 230 mm cui si aggiunge una nuova strumentazione decisamente completa e tre modalità di ABS che lavorano con un doppio disco da 282 mm. Lei incarna lo spirito off road alla grande forte di una autonomia superiore ai 500 km e una naturalezza nella guida difficile difficilmente imitabile dalle altre concorrenti. Dalla sua leggerezza, sospensioni che scorrono e assorbono e il motore CP2 che si usa dal primo cavallo fino all’ultima stilla di potenza. Risultato? Lontano dall’asfalto è stata la più richiesta per come ha affrontato ogni terreno e per quella posizione di guida che in piedi sulle pedane non ha avuto rivali; del resto la sella piatta – nonostante sia alta 890 mm da terra – permette di scorrere rapidamente in accelerazione e frenata e il manubrio molto largo facilitano ogni manovra nella guida.

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