Yamaha MT-07
Sedicesima moto più venduta nei primi 4 mesi del 2023 con 704 unità immatricolate. La “semplicità” della MT-07 continua a piacere. Una moto analogica, nuda e cruda. Ma anche la moto che per anni ha dominato il segmento. Il suo punto forte è senza dubbio il cuore. Il CP2 da 687 cc che equipaggia anche Tracer 7 e Ténéré qui si difende forte di 74 cavalli e di una coppia di 67 Newtonmetro. Valori che la piazzano al centro del segmento che vuole presidiare. Yamaha punta forte sul lato più giocoso della moto con un motore molto reattivo ai bassi, una compattezza dimensionale notevole e una sella tra le più basse del segmento: 805 mm da terra.
Come detto la MT-07 è una moto analogica, non sono previsti controlli elettronici e il gas è ancora di tipo meccanico. La concessione al “digitale” arriva dal nuovo schermo TFT connesso, mentre proprio da quest’anno è disponibile come accessorio il cambio elettronico. Yamaha vuole segnare il territorio anche per quanto riguarda il dato dichiarato è il più basso di tutte le moto presenti in comparativa: 184 kg in ordine di marcia. Alla nostra bilancia la MT-07 ha fatto segnare 182,6 kg.
Prezzo? Salito un po’ quest’anno ma sempre molto competitivo siamo a 7.999 euro, il che la rende la seconda moto più economica in comparativa dopo la Kawasaki.
Come va la Yamaha MT-07 – Le impressioni a caldo di Stefano Cordara
Con l’arrivo delle nuove contendenti la MT-07 una moto che deve un po’ giocare sulla difensiva. Yamaha, come sappiamo, prosegue nella sua filosofia di offrire moto molto più semplice a livello di dotazione: anche sulla MT-07 non c’è nessun tipo di elettronica. A livello di erogazione il CP2, lo sappiamo, è motore assolutamente centrato per il tipo di moto, che è un po’ la mascotte del gruppo.
Tutta sta coppia sotto una moto bella leggera di avantreno, viene voglia di impennare ogni volta che si esce da una curva. Detto questo, è anche la contendente più morbida a livello di sospensioni e quella che quando le strade sono un po’ più malandate tende un po’ rimbalzare. Quindi, una moto che sicuramente è di approccio molto facile, che è un po’ adatta a tutti anche se la leva del freno nella posizione più vicina resta comunque più lontana di tutte. Anche la Yamaha ha un motore molto pronto sotto che però agli alti un po’ si spegne. Però quello che dà sotto compensa un po’ quello che non dà agli alti. Il cambio non mi è piaciuto tantissimo, è un po’ contrastato sia in salita sia in scalata. Non c’è il il cambio elettronico, o meglio, arriva quest’anno come optional ma non c’è sulla moto che avevamo noi in comparativa.
Dicevamo, è un po’ la mascotte. È quella con cui ti viene più voglia di giocare ma quella con cui, in effetti, ti viene meno voglia di andare a guidare in modo sportivo, anche perché la triangolazione è un pochino più alta: il manubrio è un po’ più rialzato, carichi un po’ meno l’avantreno e quindi questo fa sì che la moto sia un po’ meno efficace quando tu vai a spingere sul liscio. Anche lei, un po’ come la Hornet, sul liscio non ha nessun tipo di problema, ma quando comincia a scomporsi un po’ la strada, come nelle zone dell’Oltrepò e del piacentino dove siamo venuti a provare le moto, allora lì ci sono dei rimbalzi, si va un po’ in difficoltà.
A livello di motore, come dicevo, il CP2 è buono. Si deve un po’ difendere nel senso che è stata brava Yamaha a gestire l’on-off con un comando a cavo meccanico, ma rispetto al Ride by Wire, ovviamente, c’è un pochino da soffrire. Anche la moto che avevamo in prova aveva tanto gioco, a livello di acceleratore quindi è la moto che se la gioca un po’ con Kawasaki, un certo tipo di categoria rispetto alla quale le altre sembrano quasi aver fatto un passo in più.