Di anno in anno Husqvarna si presenta all’EICMA con una concept bike che rappresenta la base di partenza per progetti che presto “potrebbero prendere la strada”. Moab è l’ultimo esempio. Il nome si rifà ad una località americana nello stato dello Utah famoso per le distese sconfinate tanto amate dai fuoristradisti di ogni epoca. Si tratta di una scrambler che coniuga la tradizione del marchio nel periodo epico delle moto da regolarità a cavalli degli anni ’60 e rinnova il concetto del downsizing: moto di cilindrata ridotta, peso contenuto e facilità di guida.Moab, però, mostra una concretezza inaspettata; il prodotto sembra più vicino alla catena di montaggio di quanto si pensi. Il progetto evidenzia un ottimo mix tra passato e presente tecnologico. Il telaio perimetrale con monotrave anteriore, il serbatoio rosso, la sella lunga e le tabelle porta numero ci riportano indietro nel tempo, la presenza della strumentazione digitale, impianto luci a led e freni moderni montati su ruote a raggi ci riportano al presente. Un presente misurabile, ancora una volta, con la presenza di BMW che colloca il suo monocilindrico da 650 centimetri cubi in una scrambler gustosamente italiana.