Non dimenticate la barra “/” perché in BMW ci tengono particolarmente. Mentre ci spiegano la moto quel Gi-barra-esse non manca mai. Fa la differenza tra il presente e il passato. Il presente è la GS attuale, di cui la Rallye è l’ultima protagonista. Il passato è la prima Gelande/Strasse, la capostipite con motore boxer due valvole da 800 cc che ha dato il via a uno dei segmenti più floridi del mercato, quello delle maxi enduro.
LA MOTO ANALOGICA
Oggi che il ritorno all’analogico va tanto di moda – pare che negli USA siano tornate pure le musicassette -, le moto heritage con la loro semplicità apparente attirano attenzione. Solo che l’heritage te lo devi poter permettere. Perché c’è chi si lancia nella produzione di modelli finto-retrò senza avere una storia alle spalle. BMW con la Urban G/S, invece, ha una degnissima antenata a cui ispirarsi.
FAMIGLIA ALLARGATA
Partita con la sola R nineT, la gamma heritage BMW si è allargata in modo considerevole, segno che BMW crede molto in questo segmento e nelle peculiarità del suo motore Boxer raffreddato ad aria, che su queste moto è all’apice dello sviluppo, con valvole radiali (quelle di scarico raffreddate al sodio), doppio albero a camme in testa e bilancieri a dito. Un motore che BMW ha continuato a sviluppare e che ora rientra senza fatica nella normativa Euro 4.
LA PIU’ HERITAGE DI TUTTE
Con precisa cadenza tedesca BMW ha colto ogni occasione possibile (EICMA e Intermot) per lanciare nuovi componenti della gamma. Prima la R NineT, poi la Scrambler (la più venduta delle Heritage BMW, terza più venduta nel 2016), poi la Café Racer e la Pure. Ma la nineT esposta sotto i riflettori di EICMA 2016 è probabilmente quella che più di tutte è destinata a stracciare cuori (e pure staccare molte ordinazioni). Che dovesse arrivare era chiaro, soprattutto dopo che BMW (che non fa niente per niente) aveva proposto la concept Lac Rose, da cui la nineT Urban G/S deriva in modo diretto.
UGUALE MA NON IDENTICA
Già, G/S, Gi-barra-esse. Per questa moto BMW ha rispolverato la sigla che fu dell’antesignana F 800 G/S, colei che ha creato il segmento delle maxi enduro, dominato ancora oggi dalla sua pronipote. La base tecnica è ovviamente quella della R NineT Scrambler, da cui la Urban G/S eredita la ciclistica (il Boxer ad aria da 1170 cc da 110 cv è comune a tutta la gamma), con forcella tradizionale e ruota anteriore da 19″ che ne sottolinea l’indole off road. Ma sarebbe sbagliato pensare che è tutto uguale.
Come ci ha ben spiegato Mattia Dodi, responsabile tecnico e After Sales di BMW Motorrad Italia, nessuna delle nineT è uguale all’altra. Se “l’hardware” è il medesimo, cambiano tanti particolari che rendono le moto differenti, soprattutto dinamicamente. Basti pensare che ci sono 4 forcelle differenti e piastre di sterzo dedicate; angoli di sterzo e interasse sono unici per ciascun modello, e, ovviamente, cambia la distribuzione dei pesi con il pilota a bordo perché cambiano selle e manubri. Ne consegue una guida specifica per ciascuna R nineT. Nel caso della Urban G/S le similitudini con la Scrambler sono molte, ma forcella e monoammortizzatore hanno differenti tarature (più morbide) e la posizione in sella differente (sella più alta) porta a un maggior carico sull’avantreno.
PIÙ OFF
L’indole è quindi ancora più “off road”. La stessa indole che trova consacrazione con le ruote a raggi – unica scelta possibile per il mercato italiano, all’estero sarà disponibile anche con ruote in lega – e le gomme tassellate, un must have per questa moto, anche se ci andrete solo all’aperitivo. Con gli pneumatici “lisci” la Urban G/S (in listino a 14.400 euro) perde parecchio appeal. Le colorazioni classiche con il serbatoio bianco (ormai il vero marchio di fabbrica della serie nineT) accompagnato da colori Motorsport e sella rossa sarà un colpo al cuore per gli estimatori (e sono tanti) della prima R 80 G/S.
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