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Prova Honda CB650F

Costa 7.300 euro fc, e sarà nelle concessionarie da maggio 2014: è tutta nuova, telaio e motore compresi, ha l'ABS di serie ed è dedicata sia a chi vuole cominciare sia a chi cerca innanzitutto la facilità di guida

Benidorm (Spagna) – “In medio stat virtus”: se la locuzione latina viene citata ancora oggi, dopo molti secoli, vuol dire certamente che ha un fondo di verità. Alla Honda ne sono convinti, tanto da continuare a sfornare modelli che fanno proprio dell’equilibrio la loro principale virtù. La CB650F è uno di questi: nata per chi si avvicina alle due ruote, può essere la scelta di compromesso anche del motociclista più esperto, che cerca qualità e contenuti tecnici. Erroneamente indicata come l’erede della Hornet – che invece arriverà nel 2016 e sarà probabilmente di maggior cubatura – la CB650F è il frutto di un progetto originale (leggi qui le caratteristiche della CB650F): linea, ciclistica, motore sono stati sviluppati partendo da un foglio bianco, con lo sviluppo affidato a un team di ingegneri e designer giovani, quindi particolarmente sensibili ai nuovi trend. RIDELa sella (810 mm dal suolo) è ampia nella zona posteriore e profondamente svasata in prossimità dell’ampio serbatoio da 17 litri di capienza: il risultato è doppiamente positivo, perché è facile toccare terra con i piedi e allo stesso tempo ci si trova opportunamente inseriti nel veicolo. Inseriti ma non incassati, nonostante il manubrio decisamente alto e stretto e a differenza di alcune concorrenti giapponesi. Davanti agli occhi c’è l’inedita strumentazione in stile CB, molto raccolta e razionale, incentrata su indicatori completamente digitali: tachimetro e contagiri a sinistra; livello del carburante, contachilometri totale e due parziali, consumo istantaneo e medio, spie di servizio a destra. Il motore si avvia in un istante, mantenendo il minimo senza indugi anche a freddo: molto silenzioso, è un quattro cilindri in linea progettato per essere regolarissimo nell’erogazione fin dai bassi regimi, oltre che elastico al punto da riprendere in sesta a velocità da parata. La prima parte del test si è svolta sotto la pioggia, su strade molto scivolose attraversate da micidiali strisce pedonali bicolori: nulla di meglio per apprezzare la dolcezza e l’equilibrio della moto che nel pomeriggio, tra bellissime curve e con l’asfalto finalmente asciutta, si riconfermeranno come le migliori qualità della nuova Honda CB650F. La trasmissione è un fiore all’occhiello: le cambiate sono morbide e precise in ogni condizione, la finale a catena non strappa mai, e così tanto per l’esperto quanto – a maggior ragione – per il neofita, tutto diviene semplice, immediato. La forcella telescopica tradizionale non regolabile – i tecnici l’hanno scelta al posto di quella rovesciata per rendere meno rigido l’avantreno – concorre a definire un comportamento dinamico che ancora una volta può essere definito “equilibrato”: l’inclinazione del cannotto di sterzo (25° 5′) e l’interasse di 1.450 mm, d’altronde, fanno intuire come la CB650F non sia stata progettata per essere fulminea negli inserimenti in curva, bensì stabile, affidabile, rassicurante.  Ed è proprio così che si dimostra anche quando il ritmo sale: relativamente rapida nei cambi di direzione, mette in mostra un assetto neutro e una indiscutibile facilità di guida, proprio come ci aspetta da una Honda destinata (soprattutto) ai principianti. Il motore dà una grossa mano perché è davvero dolce, a prescindere dal regime di giri e dal rapporto inserito: vibra un po’, trasmettendo la sua vitalità alle pedane poggiapiedi, consuma poco (21 km/l nel ciclo WMTC, 16 km/l circa dopo una giornata a ritmo sostenuto) e accetta qualsiasi strapazzo, senza mai ribellarsi. Ai più smaliziati potrà sembrare persino troppo prevedibile e quindi poco emozionante, ma questo è un rischio che corre tutto il progetto CB650F. Pigro sotto i 5000 giri – è pur sempre un quattro cilindri in linea – recupera rapidamente vigore e mette in mostra un’efficace pur se non irresistibile progressione, che lo porta agli 11000 giri del regime di potenza massima (87 cv – 67 kW) e poi all’intervento del limitatore. Freni: l’ABS di serie dà come sempre una grossa mano e in questo caso completa un impianto ben fatto, con due dischi anteriori da 320 mm in grado di offrire un buon rendimento e una apprezzabile dolcezza nell’azione, soprattutto nella primissima fase. Gli pneumatici di primo equipaggiamento Dunlop Sportmax D222, nelle misure 120/70 anteriore e 180/55 posteriore, nelle difficili condizioni della prova (pioggia, asfalto umido e scivoloso, asfalto asciutto e ritmo di guida elevato) non hanno impressionato quanto a grip.  La nuova CB coglie in pieno l’obiettivo della facilità di approccio e di guida, interpretando al meglio la filosofia Honda che, modello dopo modello, regala l’impagabile sensazione di essere “a casa” già dopo pochi chilometri in sella. L’esigenza di realizzare una moto realmente alla portata di tutti, però, ha una controindicazione: rischia di scontentare chi cerca nelle due ruote più l’emozione che la funzionalità. Questa categoria di potenziali clienti probabilmente troverà la CB650F fin troppo accomodante, come una compagna fedele e sincera ma poco seducente. Per molti altri, però, saranno le tante qualità della nuova media naked Honda a prevalere. Il prezzo di 7.300 euro franco concessionario, con disponibilità da maggio 2014, è in linea con i contenuti tecnici: l’ABS a due canali è di serie mentre la concorrenza lo fa generalmente pagare a parte; la qualità costruttiva è buona, come la maggior parte delle finiture; il marchio Honda, infine, costituisce un’indiscutibile garanzia di affidabilità e ha un valore anche economico. Tre le combinazioni cromatiche: la bellissima tricolore, l’elegante nera e l’originale gialla.Per chi si chiede se la Honda CB650F possa competere sul mercato con la Yamaha MT-07 (leggi la prova Yamaha MT-07), bicilindrica in listino a un prezzo sensibilmente inferiore, la risposta è più concettuale che pratica: pur rivolte alla stessa fascia di clienti, le due moto ne interpretano in modo diverso aspettative ed esigenze, indugiando rispettivamente sul feeling immediato (Honda) e sul carattere (Yamaha). Senza dubbio, comunque, mai come in questi mesi l’offerta di modelli caratterizzati da prezzo competitivo ed elevati contenuti tecnico-estetici è stata più ricca. E si sa, l’imbarazzo della scelta è un grande privilegio.

 

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