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Prova KTM 125 Duke 2017

RIDE

Le chiavi del successo della Duke 125 le comprendi quando sei in sella. Ha dimensioni importanti, perfette per le stazze oversize degli adolescenti dei giorni nostri, non è poi tanto più piccola di una 690 Duke, ma al tempo stesso è snella e con una sella che consente anche a chi non è un gigante di poggiare bene i piedi a terra. È matura ma non intimorisce, quindi, perfetta per il primo approccio. Inoltre con il nuovo restyling è appare ancora più “matura” tanto che uno dei miei colleghi l’ha inforcata al volo accorgendosi solo dopo che era una 125 e mi è capitato più di una volta di essere fermato per Milano e sentirmi chiedere se era “il nuovo 690”. Certo con quel cruscotto li, è facile sbagliarsi. Esagerato! La forma esterna troppo squadrata non rende giustizia al contenuto. Bella la grafica, completissime le informazioni fornite. Molte medie cilindrate invidiano la piccola Duke in questo campo.

MEGLIO LA COPPIA

Il monocilindrico KTM lo conoscevamo già e anche nella versione Euro4 conferma caratteristiche a qualità. Rientra al limite nella legge dei 15 cavalli gira bene prende i giri volentieri e allunga fino agli 11.000 giri con grinta e con un sound allo scarico che ora si è fatto più ovattato che in passato. La potenza è quella, inutile girarci intorno, ma la Duke piace per come la eroga. Perché in KTM hanno cercato coppia piuttosto che regimi stellari. Per questo motivo la 125 Duke ha una erogazione piacevole, consistente anche ai medi per cui non occorre tirare il collo a tutte le marce per andar via spediti, come invece accade su qualche concorrente, in alto (oltre gli 8.000 più o meno c’è anche un cambio di carattere che dona al mono KTM un temperamento sportivo) il limitatore a 11.000 giri indicati (agli alti regimi arriva anche qualche vibrazione) smorza le velleità chiude i giochi. I rapporti sono ben spaziati tra loro, solo la sesta sembra un filo lunga e fa “cadere” parecchio i giri, ma in ogni caso il motore la “tira” senza problemi e quello che ho potuto rilevare è che i 110 km/h (veri rilevati da GPS) si raggiungono sia da solo sia in coppia, il motore quindi convince sotto tutti i punti di vista.

LA CICLISTICA DELLA DUKE È OK

La ciclistica ci piaceva prima e ci piace anche ora buona la taratura della forcella, ottima anche per come trasmette al pilota ciò che accade nell’interfaccia asfalto/pneumatico (ora gli ottimi Metzeler Sportec) mentre il monoammortizzatore si è rivelato un po’ sfrenato. La moto è agile, leggera, mai nervosa e soprattutto dà molta fiducia e ha una ciclistica divertente, con una luce a terra degna di nota. Anche la frenata è di ottimo livello, l’impianto marchiato ByBre (marchio “entry” di Brembo) non delude anche a livello di potenza che mi è sembrata migliore rispetto a quella delle Duke precedente. Alla fine il progetto Duke 125 ulteriormente evoluto è ancora più convincente, la naked KTM è ancora oggi la meno cara del segmento ma ha una qualità premium, un design che colpisce e dotazioni molto ricche. Il fatto che abbia incrementato le vendite nei primi 5 mesi dell’anno non stupisce affatto…

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