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Prova Yamaha MT-07 my 2018

La seconda generazione della naked Yamaha MT-07 costa 6.790 euro f.c. ed è cambiata nella forma e (in parte) nella sostanza. Per continuare una storia di successo

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Marbella (Spagna) – La Yamaha più venduta ha le forme essenziali ma non prive di fascino della MT-07. Lanciata nel 2014, ha inanellato record dopo record, totalizzando oltre 120.000 pezzi consegnati. L’Europa è il suo mercato d’elezione, ma anche gli Stati Uniti fanno la loro parte. A quattro anni dall’esordio, la MT-07 cambia più nella forma che nella sostanza, per essere ancora più interessante per i suoi clienti più affezionati: i giovani motociclisti (18-25 anni), le donne (17% delle vendite), chi compra la prima moto e chi torna alle due ruote dopo un’assenza più o meno lunga. Le motivazioni di scelta a favore della MT-07 dicono tutto delle sue caratteristiche più amate: al primo posto c’è il design, a seguire guida e prestazioni. Da non tralasciare il prezzo, che resta molto competitivo anche per questa versione migliorata ed evoluta: 6.790 euro franco concessionario, con le consegne al via già da marzo 2018.

Il motore non cambia

Partiamo da ciò che non è cambiato, ossia il motore bicilindrico in linea di 689 cc, confermato anche per quanto riguarda potenza e coppia, che si attestano rispettivamente a 75 cv (55 kW) a 9000 giri/min e 68 Nm (6,9 kgm) a 6500 giri/min. La messa in fase a 270° ha l’obiettivo di avvicinare le sensazioni d’uso a quelle tipiche di un V2, con il carattere e le “pulsazioni” che ne conseguono. Obiettivo raggiunto già nel 2014. Non manca la versione per neopatentati, con potenza limitata a 35 kW.

La posizione di guida è stata modificata, grazie alla progettazione di un nuovo modulo per il serbatoio: oltre a ridurre il numero di pezzi complessivi da 21 a 18, offre più spazio e maggior libertà di movimento. In particolare il serbatoio è stato avanzato di 10 mm, a parità di altezza della sella (805 mm) e di posizione e altezza delle pedane. Anche la forma della sella di pilota e passeggero è inedita, disegnata per aumentare la superficie di appoggio e presumibilmente il comfort.

Più sostegno

La ciclistica è stata migliorata ma senza stravolgimenti: in particolare l’ammortizzatore, vincolato senza cinematismi (schema Monocross, escursione 130 mm) al bel forcellone in acciaio – così bello da sembrare di alluminio -, è ora regolabile nella componente idraulica in estensione; resta la regolazione del precarico molla. Invariata la forcella non regolabile, con escursione di 130 mm, che però ha beneficiato di una differente taratura, volta a garantire maggior sostegno all’avantreno. Il peso in ordine di marcia si ferma a 183 kg.

Gli interventi di carattere estetico sono stati molto più numerosi di quanto una prima occhiata lasci intuire. Si va dal parafango anteriore in singolo pezzo alle prese d’aria ridisegnate e ampliate, dal nuovo disegno del gruppo ottico anteriore aalle paratie del radiatore riposizionate. Oltre alla zona centrale completamente nuova, sono inediti sulla MT-07 il gruppo ottico posteriori ispirato alla MT-09 e i fianchetti. La colorazione nera del manubrio e delle pedane dimostra l’attenzione ai dettagli, un tratto caratterizzante della produzione Yamaha.

Tre gli abbinamenti di colore: Night Fluo, Tech Black e Yamaha Blue.  

RIDE  

Compatta lo è sempre stata ma ora sembra esserlo ancora di più. Si tratta, però, di una sensazione (sbagliata), che deriva paradossalmente dal maggior spazio a disposizione in sella. L’avanzamento del serbatoio, infatti, permette di avvicinarsi ancora di più che in passato al manubrio, oppure di arretrare. Ed è proprio quest’ultima la mossa consigliata per non trovarsi troppo “sotto”. La posizione in sella appare ideale per i neofiti: pedane comode, appoggio più ampio, imbottitura ricca ma non cedevole, manubrio abbastanza stretto e angolato, che regala la sensazione di trovarsi faccia a faccia con una vera sportiva.

Ponte di comando digitale

Serve un istante per avviare il bicilindrico tramite la slitta posta sul blocchetto destro; un altro per constatare come quello sinistro appaia piuttosto spoglio. Succede quando l’obiettivo è mantenere il prezzo molto competitivo come in questo caso. D’altra parte il bel cruscotto digitale contribuisce ad arricchire la vista del ponte di comando.

Il percorso di prova si snoda da Marbella lungo le colline immediatamente sovrastanti, per poi addentrarsi fino a Ronda, lambendo la pista Ascari prima di rituffarsi verso il mare. L’area a ridosso della città è costellata di campi da golf, uno dopo l’altro, uno più lussureggiante ed esteso del precedente, tanto che sembra di essere a Miami più che nel sud della Spagna.

La MT-07 dimostra fin dai primi chilometri di muoversi bene nel misto stretto e strettissimo: leggera, maneggevole, docile nella risposta al gas, ha tutte le caratteristiche che servono per creare immediata confidenza, persino tra le curve continue da seconda marcia che si arrampicano su e giù per i boschi.

Facile e brillante

L’asfalto scivoloso, complice la vicinanza del mare e il continuo cambiamento della superficie d’attrito, ha messo alla prova le gomme di primo equipaggiamento Bridgestone BT-023. Prova superata con un po’ di apprensione dalle coperture giapponesi, presentate ben otto anni fa. In queste circostanze non facili la MT-07 ha comunque confermato la sua già nota facilità d’approccio e di gestione. Per una moto del tutto priva di ausili elettronici, fatta eccezione per l’ABS obbligatorio, è una nota di merito, oltre che la dimostrazione di come la semplicità abbia ancora qualcosa da dire nel mondo sempre più tecnologico delle due ruote. Farebbe comodo, piuttosto, l’antisaltellamento, per consentire ai più smaliziati di sfruttare al massimo i freni, efficaci, e la compostezza in ingresso di curva.

Torniamo in strada: pronta e reattiva nel misto, questa Yamaha può contare sul cambio caratterizzato da precisione e coerente spaziatura dei sei rapporti. Il motore, per quanto non privo di un leggero on-off e quindi migliorabile da questo punto di vista, brilla per progressione e carattere. Non è esente da vibrazioni, concentrate su pedane e manubrio appena sopra i 5.000 giri indicati. All’ampliarsi del raggio di curva, la naked Yamaha convince per coerenza direzionale e facilità di ingresso in curva. Sul veloce – le strade nei dintorni di Ronda sono una continua tentazione in tal senso – gradisce un approccio deciso in ingresso di curva, non perché sia pigra ma per renderla ancora più reattiva. Il motore convince per prestazioni, carattere e progressione, doti a cui ben si sposano consumi contenuti (media di 18 km/l nel test), a vantaggio del contenimento dei costi di gestione, un aspetto importante soprattutto per chi usa la moto tutti i giorni. 

Agli esperti piace largo

Ai più esperti potrebbe piacere un manubrio più largo e meno angolato, ma di certo quello che c’è appare ideale per i neofiti, che si trovano ben inseriti nella moto e con un’adeguata, rassicurante sensazione di pieno controllo.

Giunta alla seconda generazione, la Yamaha MT-07 conferma e ribadisce i suoi punti di forza, affinando qualche dettaglio non secondario, soprattutto sul piano formale, e puntando senza mezzi termini a mantenere il vertice del segmento. Il prezzo competitivo, non disgiunto dalla cura costruttiva – le plastiche non sono impeccabili per aspetto ma spiccano rispetto a quanto proposto dalla concorrenza, e comunque abbondano gli accessori originali – e dall’innegabile facilità d’approccio, ne fanno la scelta naturale per un’ampia fascia di potenziali clienti.

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