Dopo aver fatto strage di cuori tra i clienti del segmento hyper naked puntando sulla formula della moto nuda e cruda, la Yamaha MT-09 prova ad alzare l’asticella. Arriva in questi giorni nelle concessionarie la MT-09 SP, versione che punta su un allestimento più ricco e che ha già fatto venire l’acquolina in bocca a tanti appassionati sotto i riflettori dell’EICMA, a novembre 2017. Secondo una ricetta già sperimentata lo scorso anno con la MT-10, le due lettere SP portano in dote un look esclusivo e sospensioni più raffinate, che vanno a migliorare proprio quel reparto che sinora ha rappresentato l’anello debole del pacchetto tecnico della MT-09.
Andando con ordine, la prima cosa che si nota della MT-09 SP è chiaramente l’esclusiva colorazione Silver Blu Carbon. La livrea alterna sapientemente l’argento con il nero, utilizzato in questo caso anche per il manubrio, le leve e la piastra di sterzo, mentre il blu dei cerchi, delle grafiche e delle cuciture della sella provvede a dare una marcia in più all’insieme. In questo quadro a tinte scure spiccano alla grande le sospensioni, vere e proprie prime donne dell’allestimento SP. Debutta la forcella KYB a steli rovesciati da 43 mm con foderi dorati, completamente regolabile nell’idraulica e con doppio registro per il freno in compressione, per le basse e le alte velocità. Sul fronte opposto c’è il monoammortizzatore Öhlins con serbatoio e pomello di regolazione esposti orgogliosamente sul lato sinistro, come una medaglia appuntata al petto, con regolazione del precarico molla e del freno idraulico nelle due direzioni.
Il resto della ciclistica è confermato in toto, così come il motore, incastonato a mo’ di diamante in un telaio in alluminio dalle quote molto svelte, con interasse di 1.440 mm e angolo di sterzo di 25°. Il peso è di soli 193 kg in ordine di marcia, ripartiti in modo quasi identico tra i due assi. Il tre cilindri è frutto a sua volta di un copia-e-incolla dalla MT-09 “vulgaris”, con la sua brava fasatura a 120°. La scheda tecnica parla di potenza massima di 115 cv a 10.000 giri e coppia di 87,5 Nm a 8.500 giri, mentre la gestione del gas è affidata all’acceleratore con sistema Ride By Wire e D-MODE con tre mappe che rendono le risposte più o meno dolci.
ELETTRONICA AL POTERE
L’elettronica mette lo zampino anche nel reparto trasmissione, con il Quick Shift System a consentire passaggi alle marce superiori senza bisogno di chiudere il gas o azionare la frizione, peraltro dolce e dotata di un efficace dispositivo antisaltellamento. I chip si occupano di vigilare sulle eventuali perdite di aderenza della ruota posteriore, con il controllo elettronico della trazione regolabile su due livelli o disinseribile. Il TCS funziona impiegando le stesse ruote foniche dell’ABS, che tiene a bada due dischi anteriori da 298 mm e uno posteriore da 245.
FACCIAMO I CONTI
La Yamaha MT-09 SP costa 10.190 euro franco concessionario, 1.200 euro più della versione base. Chi volesse dare un ulteriore tocco personale alla moto ha a disposizione un ricco catalogo di accessori originali, che spazia dallo scarico Akrapovic alle pedane regolabili, passando per la piccola unghia in plexiglas da montare sopra il faro a LED o per il portatarga tradizionale in luogo di quello a braccio laterale solidale con il forcellone, di serie dallo scorso anno.
RIDE
Al pari della versione standard, la MT-09 SP ha una posizione di guida unica nel suo genere. Le pedane leggermente arretrate e la particolare conformazione della sella spingono il pilota a tenere il busto in avanti, con le braccia ben aperte a impugnare il manubrio. Con questa posizione si è naturalmente portati a guidare “di corpo”, beneficiando di un ottimo controllo della situazione pur senza essere inseriti nella moto, come evidenziato dall’esposizione all’aria. Meno rosea la situazione dell’eventuale passeggero, che ha, sì, una discreta porzione di sella a disposizione, ma dispone di pedane piazzate troppo in alto e non ha alcun appiglio.
Una volta in movimento la MT-09 SP mostra in fretta quali vantaggi portino la nuova forcella e l’ammortizzatore Öhlins. Questa versione dispone di un assetto molto più neutro, più composto nei trasferimenti di carico, in staccata o in uscita di curva a gas spalancato. Così configurata, la moto si rivela più precisa e meno nervosa, pur restando agilissima, docile ai comandi e sempre coerente nelle reazioni, anche quando si è già in piega e si cerca di modificare la traiettoria. Con la loro scorrevolezza, le sospensioni regalano un gran feeling e in ogni momento si ha una chiara idea del grip delle gomme Bridgestone Battlax Hypersport, anche quando l’asfalto non è in condizioni ideali. Il risultato è una moto che si avvicina come rendimento alle naked più sportive, senza perdere il tradizionale carattere giocoso e divertente, quasi da maxi motard. Al limite dell’istigazione a delinquere.
Una ciclistica così a punto consente di sfruttare al meglio anche l’eccezionale generosità del motore, che si conferma una tra le unità più indovinate. Il tre cilindri da 847 cc ha praticamente tutto quel che si può desiderare: spinge bene sin dai bassi, sale di giri rapidamente con una progressione costante e accetta di buon grado di fare gli straordinari se gli si chiede di allungare fino all’entrata in funzione del limitatore. Il tutto con vibrazioni tutto sommato contenute e con un sound piacevole a qualsiasi regime. L’elasticità, in particolare, è ottima: una volta inserita la sesta si può riprendere anche da meno di 40 km/h, dimenticandosi del cambio quando si va a passeggio. Nella guida sportiva, invece, mette una pezza a eventuali errori di valutazione, permettendo di affrontare il misto anche con una marcia più lunga del dovuto. D’altro canto, è comunque un piacere giocare con la pedivella: il sistema QSS permette di passare in un amen e senza esitazioni ai rapporti superiori a gas spalancato, mentre la frizione antisaltellamento fa egregiamente il suo dovere per rendere dolci le scalate.
In buona sostanza, anche se a prima vista può sembrare allontanarsi un po’ dall’idea originaria di essenzialità e minimalismo della prima MT-09, questa versione SP rimane coerente con il concept del modello. Il rapporto tra prezzo e contenuti rimane, infatti, ai vertici della categoria delle hyper naked: con un differenza di prezzo ragionevole, di soli 1.200 euro, assicura un maggiore appeal e benefici concreti nella guida sportiva.