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Sotto la lente X-Lite X-1005 Ultra Carbon

L'X-Lite X-1005 Ultra Carbon promette di essere un modulare di quelli giusti: comfort, qualità e tecnologia da primo della classe, non mancano di certo. Come si sarà comportato nel nostro sotto la lente?

Il commento del tester

Torniamo in studio per le considerazioni finali su questo casco, che in redazione abbiamo affidato in prova anche ad altri colleghi in modo da avere nuovi spunti e ulteriori elementi di giudizio. La prima impressione generalizzata è di trovarsi davanti a un prodotto di qualità, che merita appieno il ruolo di modello di punta della gamma X-Lite. Ogni singolo componente pare confezionato con cura e con materiali di prima scelta. I vari elementi sono poi montati e rifiniti in maniera impeccabile, come ci si aspetta da un prodotto di fascia premium.

Girandoselo tra le mani è il casco appare consistente e massiccio, una sensazione esaltata anche dal notevole sviluppo in altezza della mentoniera. Il peso rilevato sulla bilancia si avverte anche maneggiando il casco ma il senso di pesantezza sparisce in buona parte una volta indossato, segno del fatto che i progettisti X-Lite sono riusciti a trovare un buon bilanciamento.

La calzata è abbastanza agevole e, una volta sistemato sul capo, il casco restituisce una piacevole sensazione di avvolgenza. In questo senso, oltre alla cuffia regolabile, che permette a chiunque di adattare la vestibilità, gioca un ruolo importante la parte inferiore, che fascia bene i lati del collo.

Le bandelle sottogola integrate nei guanciali fanno sentire il motociclista coccolato e protetto. L’interno si rivela gradevole a contatto con la pelle. I filamenti di carbonio attivo presenti nel tessuto sono termoregolatori e dissipano bene il calore, mentre la parte alta, con un’innovativa costruzione a rete, agevola la diffusione dell’aria attorno alla zona superiore della testa che in tal modo si mantiene fresca ed asciutta.

Queste caratteristiche danno un pretesto per parlare subito della ventilazione dell’X-Lite 1005. La presa d’aria superiore è facile da comandare e può essere regolata in diversi modi. La sensazione di maggior comfort si ottiene parzializzando il flusso. Aprendo completamente la presa dinamica si ha invece l’impressione che l’aria investa con forza un’area ridotta, solo sulla sommità della testa.

La bocchetta sulla mentoniera non è molto efficace e non rinfresca adeguatamente. Questo però ha anche un risvolto positivo. Il flusso non arriva mai a infastidire il pilota con vortici negli occhi. Per avere una sensazione di maggior ventilazione nelle giornate più calde si può comunque rimuovere la tendina montata sotto al mento, che sigilla molto bene la parte inferiore. L’unica fonte di qualche leggero fruscio è – come spesso accade per i modulari – la zona di articolazione della mentoniera, che qui si solleva facilmente anche indossando i guanti. Il sistema Dual Action si usa con sole due dita e richiede un breve apprendistato.

Una volta completata la rotazione all’indietro la mentoniera resta abbastanza vicina alla calotta. Ciò permette di sfruttare bene la doppia omologazione P/J, che permette l’impiego del casco anche in configurazione jet senza dover fare i conti con l’effetto vela.

In queste condizioni, oltre che quando ci si sposta in pieno sole, può fare comodo abbassare il visierino parasole VPS, un’operazione che si compie sempre agevolmente. Lo schermo fumé ha una lunghezza adeguata e può essere posizionato senza fatica nella posizione preferita agendo su un pratico cursore, mentre il richiamo avviene in modo automatico premendo un pulsante.

A proposito di visiera, quella normale ha una superficie molto estesa. Ciò si traduce in un campo visivo particolarmente ampio, che si apprezza nel traffico così come nei lunghi viaggi. Proprio alle andature sostenute, negli spostamenti autostradali, emerge però la tendenza della visiera stessa a chiudersi da sola quando è aperta e viene investita dall’aria. Ciò si verifica mediamente dai 100 km/h in su a seconda che si viaggi su una nuda o  su modelli dotati di un parabrezza. Un’ultima annotazione va alla colorazione del casco in prova. Il giallo fluo aumenta la visibilità e la sicurezza ma ha una piccola controindicazione: abbassando lo sguardo si vede infatti il bordo superiore della mentoniera giallo, cosa che alla lunga può risultare noiosa.

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