Sospensioni lunghe, ruota anteriore da 21″, attitudine per l’Adventouring. Se poi nel cassetto hai pure un nome “pesante” da spendere è ancora meglio. Non ci vuole molto a capire che questa è una strada capace di portare al successo commerciale. Restando in Giappone, lo ha fatto Honda con l’Africa Twin e lo ha fatto Yamaha con la Ténéré 700, entrambe protagoniste della nostra comparativa enduro con ruota da 21″.
21 POLLICI MON AMOUR
La ruota da 21″, una soluzione tecnica che sembrava morta e sepolta, relegata a pochi puristi dell’off road (per lungo tempo ci ha creduto solo KTM) è stata rispolverata alla grande, e anzi è sempre più presente nei modelli in vetta alla classifica. E Suzuki? Mettete insieme le parole della prima riga di questo articolo e troverete la risposta: DR Big. La enduro di Hamamatsu è ben impressa nella memoria degli enduristi degli anni ’90. Il suo motore da 727 cc (poi passato a 779 cc) raffreddato ad aria e olio – ai tempi il raffreddamento SACS Suzuki Advanced Cooling System era utilizzato anche per le supersportive – fece scalpore per essere il monocilindrico di maggior cubatura prodotto in grande serie, record imbattuto. Fu proprio la DR Big la prima a proporre il “becco”, poi ripreso da tanti altri modelli.
UN MONO DA RECORD
Giusto per rinfrescarvi la memoria il monocilindrico da 727 cc adottava un pistone da ben 105 mm di alesaggio (record dell’epoca, parliamo del 1987), erogava 52 cv e 55 Nm e spingeva la DR Big a 170 km all’ora. Successivamente la cilindrata passò a 779 cc grazie all’aumento della corsa da 84 a 90 mm.
LA SPECIAL
Perché ne parliamo oggi? Perché questo nome potrebbe tornare presto su una enduro con caratteristiche off road più spinte rispetto all’attuale V-Strom 1000. L’ispirazione arriva dal preparatore tedesco Hessler che, partendo proprio da una V-Strom 1000, ha realizzato la Desert Express, una special per correre nelle competizioni Rally o Adventouring. Manco a dirlo con ruota da 21 pollici e sospensioni professionali a lunga escursione.
DUE INDIZI…
In casa Suzuki esistono dei precedenti sulle moto neo-heritage, ad esempio con la Katana, nata come special ideata da Rodolfo Frascoli e poi diventata un modello in produzione. A questo si aggiungono i rumors dal Giappone -riportati dagli inglesi di MCN – che parlano di un nuovo modello 2020, come omaggio allo storico modello degli anni 90. Unendo i puntini c’è da aspettarsi che a EICMA qualcosa di interessante sullo stand Suzuki arriverà. Magari sarà proprio come se lo è immaginato Oberdan Bezzi in uno dei suoi ormai celebri rendering. Mai troppo fantasiosi, sempre vicini al mondo reale. Sarebbe un bel colpo per Suzuki, visto che proprio come è accaduto per Africa Twin e Ténéré la passione per la “Dottor Big” non si è mai sopita del tutto. Quanto all’attitudine in fuoristrada la nuova DR dovrà essere degna della sua antenata, che ha corso perfino la Dakar con un certo Gaston Rahier. https://youtu.be/G0LGsqSdxqA