Cento anni si compiono una volta sola e un Mondiale MotoGP non si vince ogni anno. E se tutto questo accadesse nel 2020? Per Suzuki sarebbe un bel modo di festeggiare il compleanno. Non ce ne vogliano gli amici di Hamamatsu, non gliela vogliamo “tirar”e, ma è certo che con le GSX-RR in stato di grazia, e il Mondiale ancora a portata di mano, la Suzuki GSX-R1000R Anniversary (stesso colore delle MotoGP di Joan Mir e Alex Rins) sembra essere arrivata con un tempismo perfetto.
In Suzuki alle corse ci tengono e non poco. In sessant’anni di attività sportiva le loro moto hanno raccolto allori quasi in ogni classe del motomondiale. Lo hanno fatto già dai primi anni ’60, quando, al debutto, le “Suzukine” dominavano le piccole cilindrate, per poi lasciare il segno nella classe regina nei decenni successivi.
NUOVO CAPITOLO
Un altro capitolo della storia sportiva di Suzuki inizia proprio con la famiglia GSX-R, la 750 (prima moto di serie con telaio di alluminio), la 1000 e la 600 poi. Da allora le GSX-R si sono rese protagoniste in tutti i campionati delle derivate di serie, dalla Superbike mondiale a quella americana AMA al World Endurance, dove quest’anno hanno vinto l’ennesimo titolo mondiale. Per festeggiare i cent’anni di Suzuki e i sessanta di competizioni, la Suzuki GSX-R 1000R Anniversary si veste con l’azzurro e argento delle GSX-RR del team ufficiale Suzuki Ecstar. Sono gli stessi colori della piccola Suzuki di 50 cm3 che ha segnato il debutto nei Gran Premi con il pilota giapponese Mitsuo Itò e l’inizio di una lunga storia “mondiale”.
CHE BELLA SORPRESA
Nel box N°10 del Mugello due Suzuki GSX-R1000R Anniversary ci attendono coperte, al riparo da sguardi indiscreti, guardate a vista da una terza moto che, nonostante il telo azzurro, scorgiamo nelle linee inconfondibili: è la GSX-RR ufficiale, il prototipo che oltre al sistema di fasatura variabile delle valvole, in comune con la Gixxer ha (ci raccontano) l’ergonomia, con la peculiarità della posizione di guida poco caricata sull’avantreno (ma non lo sapremo mai perché non ci è neanche permesso posarci le terga).
APRIPISTA D’ECCEZIONE
E non è venuta sola: è arrivata con il suo collaudatore, il francese Sylvain Guintoli, ex campione del mondo Superbike con tanti anni di motomondiale alle spalle. Uno che il gas lo dà per davvero e che dovrà occuparsi di noi, accompagnandoci sul tracciato toscano con una delle due Anniversary. A noi il compito arduo di (in)seguirlo… La Suzuki GSX-R1000R viene svelata e oltre alla nuova livrea (di sicuro impatto estetico) la seconda cosa che salta all’occhio è il terminale di scarico, un Akrapovic in carbonio, che oltre ad aggiungere un po’ di cattiveria al posteriore regala un paio di cavalli in più al quattro cilindri in linea da 202 CV che già conosciamo. Per il resto la sportiva non cambia, dalle quote vitali a sospensioni e freni, compreso il peso di 202 kg con il pieno di benzina.
CI SIAMO GIÀ VISTI?
L’acquazzone della sera prima non è ancora stato smaltito dall’asfalto del Mugello, dichiarato “bagnato” per tutta la mattinata. È un problema: le Anniversary calzano gomme slick Pirelli Diablo Superbike (altrimenti che festa sarebbe…) e tocca attendere il primo pomeriggio per mettere le ruote in pista. Poco male, perché la Suzuki GSX-R1000R è una vecchia conoscenza che abbiamo già potuto torchiare nella nostra comparativa delle 1000, con una posizione in sella poco estrema nonostante i manubri piuttosto chiusi. Tra i cordoli la ritroviamo come l’abbiamo lasciata, velocissima, con il quattro cilindri che ama girare in alto ma che anche ai bassi e medi regimi spinge forte, senza incertezze.
MEGLIO I FRENI MA…
Tra le curve del Mugello la Suzuki è agile, forte di un reparto sospensioni a punto; ora ci sono anche le slick Pirelli che cambiano un po’ le carte in tavola: il feeling in ingresso curva, percorrenza e trazione in uscita sono decisamente migliori. Migliorata nel rendimento alla leva anche la frenata, grazie ai tubi in treccia metallica (arrivati solo lo scorso anno), frenata che però continua a mettere in evidenza un ABS un po’ invasivo nelle staccate più violente.
TRENTA IN ITALIA
Poco chiamato in causa il traction control, mentre è molto preciso il cambio quickshifter bidirezionale. Insomma, la Suzuki GSX-R1000R continua ad essere una sportiva efficace in pista ma gestibile su strada. I colori Anniversary non fanno altro che renderla ancora più “cattiva”, ma anche ambita dai collezionisti. Anche perché in Italia ne arriveranno solo trenta, al prezzo di 19.750 euro.
Testo di Stefano Lissi