RIDE
Motore
Partiamo dal motore che, per quanto identico a quello della GSX-S1000, mette in mostra un comportamento totalmente differente. Sulla 1000 troviamo un classico quattro in linea con i picchi massimi di coppia e potenza erogati nella parte alta del contagiri. Sulla Suzuki GSX-S950 invece la situazione è ben diversa. Il picco di coppia massima è disponibile verso la metà del contagiri. Una caratteristica che penalizza un po’ l’allungo, ma permette di avere a disposizione un motore più sfruttabile e di giocare di più con le marce. Infatti la maggior parte delle curve che con la GSX-S1000 si fanno in seconda con questa 950 si possono fare sia in seconda sia in terza, e dal mio punto di vista non c’è niente di meglio per la guida su strada. Più in generale il motore risulta molto fluido e sfruttabile. Basti pensare che a 40 km/h in sesta marcia si viaggia senza particolari problemi e quando si va ad accelerare si riesce a riprendere senza particolari strappi o singhiozzi.
Tutta questa fluidità viene però un po’ tradita da un leggero effetto on/off causato da un attacco del gas un po’ aggressivo nei primi gradi di escursione. Niente di spiacevole, ma per chi sale per la prima volta su una moto potrebbe non essere molto accogliente come sensazione, soprattutto se aggiungiamo anche che la frizione non brilla per fluidità in rilascio. Per chiudere aggiungo anche che l’acceleratore ha una corsa abbastanza lunga, una caratteristica che potrebbe non fare impazzire chi è più navigato, ma che sicuramente aiuta chi è meno esperto nel gestire la fase di accelerazione.
Leggi anche: prova Suzuki GSX-S1000
Elettronica
Vi dico subito che il quickshifter – purtroppo – non è disponibile nemmeno come optional. Passando al comparto elettronico va detto che sulla Suzuki GSX-S950 i tecnici di Hamamatsu hanno intrapreso la strada della semplicità, che non stona affatto con il ruolo di entry level di questa moto. Niente mappature quindi, troviamo solo il controllo di trazione regolabile su tre livelli più OFF. Controllo di trazione che non è per niente invasivo, nonostante non sia raro vedere lampeggiare la spia sul cruscotto soprattutto quando si raggiungono angoli di piega abbastanza importanti e l’asfalto non è perfetto.
I livelli disponibili per il TC sono tre. Il primo non l’ho praticamente mai usato perché con le temperature e la pioggia che ci sono state durante questi giorni l’asfalto è freddo e le strade non sono molto pulite. Il livello due è sicuramente il più sfruttabile, in quanto offre il giusto compromesso tra sicurezza e divertimento. Il livello tre ho avuto modo di provarlo quando mi sono ritrovato sotto un simpatico diluvio e devo ammettere che non mi è dispiaciuto affatto. La sicurezza non viene mai pregiudicata, gli interventi del TC sono sempre molto fluidi e poco invasivi.
Ciclistica
Appena si sale in sella ci si sente subito a proprio agio, le leve sono facilmente raggiungibili e le pedane non sono ne troppo alte ne troppo basse. L’unico appunto che mi sento di fare riguarda il manubrio: capisco che Suzuki abbia voluto differenziare, oltre che nell’elettronica e nella ciclistica, questa 950 dalla sorella maggiore. Ma il manubrio con sezione centrale da 28 mm della 1.000 sarebbe stato sicuramente meglio. Non tanto per una questione di estetica o possibile rigidità, più per un discorso di ergonomia visto che ho trovato questo manubrio un po’ stretto e con una curva un po’ troppo accentuata.
Passiamo invece alla dinamica di guida che mi ha veramente colpito. La Suzuki GSX-S950 si guida veramente bene, è facile, agile e comunque stabile anche a velocità abbastanza sostenute. Le sospensioni lavorano complessivamente bene e sono abbastanza in linea con il prezzo della moto e la sua destinazione d’uso. Va detto però che il monoammortizzatore ha un ritorno un po’ troppo veloce e forse è un po’ duro in compressione. Caratteristiche che potrebbero facilmente sparire se al posto mio e dei miei 65 kg in sella ci fosse qualcuno un po’ più consistente. La forcella ha una buona taratura, ma ho trovato la corsa leggermente migliorabile dal punto di vista della scorrevolezza.
Spostandoci sull’impianto frenante sottolineo l’ottima resa del freno anteriore, molto modulabile e potente. L’attacco è un po’ aggressivo, ma non appena ci si fa la mano si riesce ad apprezzare a pieno. L’altro lato della medaglia è il freno posteriore che mi è sembrato un po’ inconsistente e poco modulabile. Non c’è una vera e propria via di mezzo. Quando si preme il pedale del freno e si inizia a frenare con decisione, spesso e volentieri, entra in funzione l’ABS.
Occhio alle gomme
Purtroppo le buone qualità della ciclistica vengono (almeno in parte) vanificate dalle gomme. L’avevo già detto ai tempi dei 1000 km con la Kawasaki Z900 che montava le stesse Dunlop Roadsport 2, che non rappresentano una scelta molto sportiva. Nella fase di accelerazione, soprattutto in uscita di curva a moto inclinata, il posteriore tende spesso a scivolare. Niente di irrisolvibile, al primo cambio gomme basterà montare un paio di gomme più performanti come Sportsmart MK3 giusto per restare in casa Dunlop.
Conclusioni
Giunti alla fine di questa prova è arrivato il momento di pensare a cosa mi ha lasciato questa Suzuki GSX-S950. È una moto adatta a chi vuole fare la sua prima esperienza nel mondo delle due ruote? Se prendessimo in considerazione solo la ciclistica non potrei che dire assolutamente di si. La moto è molto facile da guidare e il peso pur non essendo da monocilindrica è assolutamente gestibile, anche nelle manovre da fermi. La sella a 810 mm permette invece di toccare bene a terra senza nessun tipo di problema. Con la Suzuki GSX-S950 si riesce a sgattaiolare nel traffico con estrema facilità. La ciliegina sulla torta sarebbe stato un angolo di sterzo leggermente più ampio per poter fare le inversioni con maggiore scioltezza.
Prendendo in considerazione anche il motore la storia un po’ cambia. Chi ha già esperienza con le due ruote troverà in questa moto una compagna in grado di far divertire e morire di invidia – in quanto a prestazioni – tutti i propri amici. Chi è un po’ meno esperto potrebbe dover fare i conti con un’erogazione abbastanza aggressiva e prestazioni che in questa versione full power sono decisamente importanti. Un aspetto che sparirebbe immediatamente qualora si decidesse di acquistare la versione depotenziata a 35 kW.
È una moto adatta a chi vuole fare la sua prima esperienza nel mondo delle due ruote? Se prendessimo in considerazione solo la ciclistica non potrei che dire assolutamente di si. Prendendo in considerazione anche il motore la storia un po’ cambia
Vi lascio con una veloce considerazione sulle rivali più accreditate che sono ovviamente la Kawasaki Z900 (in versione E) e la nuova Yamaha MT-09 in versione depotenziabile. Conoscendo abbastanza bene la Kawasaki e conoscendo anche la Yamaha – pur non avendo ancora provato la nuova versione per patente A2, che comunque è molto simile alle standard – mi sento di dire che questa Suzuki ha veramente tutte le carte in regola per giocarsela con le altre due giapponesi, sia in termini di guida sia in termini di prezzo.