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Prova Yamaha MT-125, vengo anch’io

Nasce la naked giapponese per i sedicenni, e si ispira senza mezzi termini allo sfacciato mondo MT. Ottima la ciclistica, brillante il motore, eccellenti le finiture. Cosa le manca? Solo l’ABS

Lungo una strada qualsiasi di una qualsiasi città due ragazzi si incontrano…-          Oh!-          Oh, bella!-          Com’è?-          Tutt’apposto e te?-          Mi…a sono preso male! Per fortuna quest’anno con i prof è andata bene e il vecchio (il padre, ndr) si è preso così bene che mi vuole fare un regalo per la promozione, solo che vuole prendermi l’aifon 7.5, quello che legge anche le impronte digitali-          Mi…a bella storia!-          Si vabbe ma io col c…o che voglio l’aifon, che mi frega delle impronte digitali mi sembra di essere in questura, mi sono fatto tutto sto sbatta a scuola per cosa, per farmi prendere le impronte? Se è per quello mi metto a fare le pinne in circonvalla e me le prendono lo stesso! Io voglio la moto, ho visto un ferro da paura, nuda con la barra (il manubrio ndr) alta. È una Yamaha mi pare sia la MT-125. È una figata paura, l’ho fatta vedere pure alla mia tipa, le piace, con quella ci viene in giro con me e la compa. Adesso vado in pressing sul vecchio, altro che laifon! Con la MT sì che ci sto dentro–          Dai, davvero? Si l’ho vista anche io quella, è tanta roba! Se la prendi poi mi ci fai fare uno sparo.-          Si vabbè poi vediamo eh!-          Vabbè, oh ci si vede eh!-          BellaOk, mi sono divertito un po’. Ma mi piacerebbe che tutte le conversazioni tra adolescenti fossero così, non tanto per il lessico quanto per i contenuti. Purtroppo le cose vanno un po’ diversamente, “l’aifon” effettivamente sembra aver preso il posto delle moto nel cuore dei ragazzi. Eppure…Eppure quella fantastica sensazione di libertà che solo muoversi in moto o scooter può dare, quella voglia di autonomia che solo un mezzo a due ruote può regalare a quell’età non è scomparsa, si è solo sopita, e va stimolata con qualcosa che i ragazzi possano apprezzare e capire. Qualcosa più in linea con il periodo attuale e che potrebbe essere incarnato nella MT-125. Sì, perché la nuova piccola nuda Yamaha ha tutte le carte in regola per piacere a un pubblico più trasversale di quello che fino a oggi ha preso di mira le 125 sportive o enduro.LIVEInutile dire che la MT-125 è una naked che si ispira agli altri due modelli per quello che riguarda il design. Per realizzarla in Yamaha sono partiti dall’ottima base tecnica della YZF-R125 (anch’essa recentemente rinnovata), con cui la MT condivide tutta la “parte bassa” composta da motore, telaio, ruote (bellissimo il disegno a razze sottili che sembrano forgiate), sospensioni e freni. Non tutto è comunque rimasto invariato, perché ad esempio la taratura dell’ammortizzatore è differente per migliorare il comfort e aiutare con il suo cedimento iniziale ad abbassare la sella, che infatti rispetto alla YZF-R125 si è ridotta di 5 mm (ora 820 mm dal suolo).Notevole il lavoro qualitativo svolto sulla MT-125, che davvero dal punto di vista della cura costruttiva non ha nulla da invidiare alle sorelle maggiori, anzi in qualche caso fa pure meglio. La strumentazione è molto completa (e si aziona dal manubrio, una chicca per la categoria), le luci diurne sono a LED al pari di quelle del gruppo ottico posteriore, il codino slanciato e le altre sovrastrutture delineano un look che punta a emozionare i più giovani, a cui questo modello è dedicato. Inutile dire che l’obiettivo della MT-125 è colorato di arancione e ha passaporto austriaco. La Yamaha punta, infatti, a scalzare dal trono del segmento la KTM 125 Duke, naked che ha “rotto il ghiaccio” nel segmento – prima c’è stato qualche tentativo di naked 125 con la Derbi GPR 125 e la Tuono 125 che però probabilmente erano arrivate troppo presto – e da tre anni ormai è la regina delle vendite.Andando sul tecnico, il motore è monocilindrico a 4 valvole, con singolo albero a camme in testa e raffreddamento a liquido. È un motore di ultima generazione, completamente rivisto rispetto al precedente, rispetto a cui riceve cilindro, condotti, alberi a camme e molti altri componenti nuovi. Tutto per migliorare l’erogazione, non la potenza che era e resta entro il limite legale dei 15 cv (11 kW). La forcella è a steli rovesciati da 41 mm non regolabile, a differenza del monoammortizzatore che invece è regolabile nel precarico molla. I cerchi con sei razze a Y ospitano pneumatici rispettivamente di misura 100/80-17 anteriore e 130/70-17 posteriore. L’impianto frenante, per cui non è al momento previsto l’ABS, include un disco flottante anteriore da 292 mm di diametro con pinza radiale e un disco posteriore da 230 mm. Il peso in ordine di marcia è contenuto in 138 kg dichiarati. In tre colori (Anodized Red, Matt Grey e Race Blue) la nuova MT-125 sarà in vendita da agosto 2014 a 4.190 euro franco concessionario.RIDELa 125 di Iwata non tradisce il nome MT, e soprattutto dimostra coi fatti di meritare il marchio che porta sul serbatoio; marchio sinonimo di moto sempre molto curate dal punto di vista della qualità e ricercate nei dettagli. Sarà anche una 125 nata da una costola della sportiva, ma non è una moto fatta “tanto per fare”, per riempire i listini. La cura costruttiva che Yamaha ha riversato sulla MT è davvero notevole, pari a quella che solitamente ha per le moto “grandi” e che ha fatto spesso la differenza rispetto alla concorrenza. Virgolette d’obbligo, perché anche la MT di fatto è una moto grande, generosa nelle dimensioni, appariscente nel design, perfino più prelibata nelle dotazioni rispetto alla sorella maggiore MT-07 che, ad esempio, non dispone di pinza radiale e forcella a steli rovesciati.Moto vera e non per modo di dire, la MT-125 ospita il pilota con una posizione di guida comoda, moderna, con un manubrio largo e rialzato che offre perfetta sensazione di controllo e con dettagli che conquistano come le verniciature opache, il rivestimento della sella che pare di vellutino e la strumentazione completissima con il comando remoto sul blocchetto destro, una primizia per il segmento 125.La dinamica non è da meno, la MT-125 conferma l’attenzione alla progettazione anche nella ciclistica e in particolare nelle sospensioni, che dimostrano qualità e sono tarate alla perfezione. Merita la lode la forcella, che davvero non sfigurerebbe su una moto di maggiore cilindrata, non solo per le dimensioni (gli steli di 41 mm di diametro le usano moto da 600 cc) ma anche per taratura e funzionamento. Perché è scorrevole sullo sconnesso, sostenuta in frenata e capace di assicurare un gran feeling di guida in ingresso di curva.Lo stesso dicasi per il monoammortizzatore, il che dimostra come si possano realizzare componenti semplici ma molto funzionali.La rapidità di azione della Yamaha è pari solo alla sua incredibile facilità di guida, il che consente al rider di giocare letteralmente con la moto, che è si agilissima ma non dà mai impressione di leggerezza o instabilità, anche alla massima velocità. Alla fine ciò che traspare dalla guida della MT-125 è che la ciclistica sarebbe in grado di reggere potenze ben più elevate dei 15 cv che la legge impone al suo monocilindrico 125. Motore che comunque fa il suo dovere fino in fondo: civilissimo di scarico (si sente quasi più il rumore della meccanica che quello del silenziatore, io monterei subito l’Akrapovic offerto tra gli optional) ha un tiro convincente anche ai bassi regimi, con una curva di coppia molto piatta e senza picchi particolari. Non si fa pregare nel prendere i giri: dai 2.000 ai 10.000 la spinta è costante e consente alla MT-125 di spuntare prestazioni interessanti sia in ripresa sia in accelerazione.Anche perché il cambio è rapportato correttamente, solo la sesta è un pelo lunga anche se comunque il motore riesce a “tirarla” senza fatica fino a spuntare velocità massime interessanti (nell’ordine dei 130 km/h indicati). Una rapportatura che aiuta anche i consumi, che si attestano su livelli da record: dopo una mezza giornata passata a “mungere” il gas in città e sui saliscendi dei rilievi montuosi poco fuori Barcellona, il computer di bordo non è sceso sotto i 41 km/litro! Anche questo un dato di cui tenere conto, perché con un “deca” di benza si fanno oltre 200 km. Alla fine non mi ha convinto pienamente la leva del freno anteriore (ottimo nella potenza), troppo distante dal manubrio e che non aiuta chi ha le mani piccole, e l’assenza dell’ABS che la principale competitor offre di serie ormai da un anno. Ma per il resto la MT-125 è un progetto assolutamente riuscito, un gioiellino per ragazzi che piace anche ai grandi.

 

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