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Triumph Speed 400 e Scrambler 400X

Novità con il botto da Hinckley. Anche Triumph si butta nel segmento delle moto piccole e lo fa alla sua maniera, ovvero con tanta qualità. Ecco come sono fatte le nuove Modern Classics da 400 cc

La notizia era nell’aria, ma vedere in carne e ossa le nuove Speed 400 e Scrambler 400X firmate triumph fa tutt’altro effetto. Gli inglesi entrano a gamba tesa nel segmento delle medio piccole e lo fanno con un logo sul serbatoio che pesa parecchio e, soprattutto, con due moto che, almeno a vedersi, sono davvero belle.
La mossa è stata molto ponderata perché significa entrare in un’arena in cui è cominciata una importantissima partita, in termini di numeri e in cui a sfidarsi sono tutti concorrenti orientali di grande peso, con straordinarie capacità produttive e di economie di scala (rumors dicono che anche Aprilia è in procinto di presentare la sua 400).

L’importanza dell’asse UK/India

Concepite a Hinckley, Street 400 e Scrambler 400X sono figlie di una strategia di marketing che vuole accaparrarsi nuove schiere di motociclisti, sia di ritorno sia di primo pelo, per fidelizzarli e tenerseli stretti nella loro crescita motociclistica ed economica.
Lo sviluppo del progetto 400 è invece avvenuto a quattro mani, sfruttando le enormi competenze del partner indiano Bajaj, che di monocilindrici di piccola cilindrata se ne intende e non poco.
Ma entriamo nel vivo del discorso. Le due moto fanno parte della famiglia Modern Classics, e non poteva essere altrimenti, poiché è quella in cui triumph è più forte e ha anche meno concorrenti da sfidare. Si tratta di una Scrambler e una Roadster, che condividono scheletro e cuore, ossia telaio e motore.

Il nuovo motore monocilindrico

Il telaio è una doppia culla in acciaio con telaietto imbullonato e forcellone classico in alluminio. Il motore, che è il pezzo forte, è un monocilindrico quattro valvole, doppio albero a camme in testa, raffreddato a liquido. Ha cilindrata di 398 cc ed è accreditato di una potenza massima di 40 cv a 8.000 giri e coppia massima di 37,5 Nm a 6.500 giri.
Alimentato a iniezione elettronica Bosch ha cambio a 6 rapporti e acceleratore ride by wire, con controllo di trazione disinseribile e ABS Bosch a due canali, anch’esso disinseribile, ma solo sulla Scrambler 400X.

Se questi sono i punti di contatto, quelli che rendono differenti le due nuove moto sono da ricercarsi soprattutto nella ciclistica. A partire dalle dimensioni delle ruote, con l’accoppiata da 17” per la Speed 400 e il 19” all’anteriore per la sorella dall’animo più allroad. Inevitabile a questo punto anche la dotazione degli pneumatici, rispettivamente Sportec M9RR (da 110 e 150) e Karoo Street (da 100 e 140), entrambi by Metzeler. Una scelta che, ancora una volta, testimonia il livello elevato di cura e dettagli che contraddistingue le due moto.

Sempre in ambito ciclistica, Street 400 e Scrambler 400X differiscono anche per le sospensioni, o meglio, per la loro escursione. All’anteriore montano entrambe una forcella USD big piston con steli da 43 mm ma con escursioni differenziate di 140 mm e 150 mm, stessa filosofia al posteriore, dove il mono a gas con serbatoio separato – e precario regolabile – gestisce 130 mm e 150 mm di escursione. Ultimo dettaglio, il diametro dei dischi, con l’anteriore che fa 300 mm per la Street e 320 mm per la Scrambler, entrambi abbinati a una pinza ad attacco radiale con 4 pistoncini.
Le differenti escursioni si riverberano anche sulle quote, con la sella della Scrambler a 835 mm contro i 790 mm della Speed e l’angolo sterzo a 23,2° contro 24,6°.

Un bel vestito

Dal punto di vista estetico, le due baby classiche hanno un forte legame con le sorelle più grandi e il family feeling è un altro aspetto sul quale a Hinkley puntano molto per convincere i nuovi motociclisti sulla direzione da prendere. Dalle immagini si possono apprezzare le finiture e i componenti, a cominciare dal serbatoio e dalle sue grafiche, dalla verniciatura del motore, dalla strumentazione. Inoltre, a marcare il carattere della Scrambler ci pensano dettagli come lo scarico con doppio silenziatore, il traversino al manubrio, i paramani e la griglia sul faro, un ulteriore richiamo stilistico alle versioni da 900 e 1200.

Ovviamente, come da tradizione Modern Classic, anche per le nuove piccole è stato pensato un ricco catalogo di accessori e parti speciali per renderle ancora più esclusive

Ora manca solo da scoprire l’ultima carta della mano di Triumph, quella del prezzo, che sarà determinante per il risultato della partita.

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