TT. Due lettere magiche, evocative, estrema sintesi di amore e follia su due ruote. Il Tourist Trophy è la gara più adrenalinica e pericolosa del mondo, la “road race” per eccellenza. Duecentodiciannove curve da percorrere a cannone lungo il leggendario Snaefell Mountain Course, sfiorando marciapiedi, muretti e pali della luce. Oltre 100 anni di storia, eppure l’edizione 2020 si è dovuta arrendere al Coronavirus. L’unica consolazione, per quest’anno, è la sua versione virtuale – TT Isle of Man: Ride on the Edge 2. Partendo dalla “base” sviluppata due anni fa, i francesi di Kylotonn hanno sviluppato un pacchetto più completo e rifinito, ottimizzato dal punto di vista tecnico e ampliato grazie a nuovi contenuti. https://www.youtube.com/watch?v=9QNc7oIYZCE
LO SNAEFELL IN LASER-SCAN
Il circuito principale, lo Snaefell, è presente nella sua interezza (e magia): 37,73 miglia, ovvero oltre sessanta chilometri riprodotti alla perfezione grazie alla tecnologia laser-scan. Il track design trasmette in maniera convincente – e a dir poco suggestiva – lo spirito dei luoghi rappresentati. La cifra stilistica è davvero notevole: i giochi di luce, le ombre, i bagliori e i riflessi tra gli alberi, le forti raffiche di vento, la tipica nebbiolina inglese e le scogliere a picco sul mare… tutto concorre alla creazione di uno Snaefell “vivo”, che mette i brividi anche solo a percorrerlo a mezzo gas. L’edizione 2020 del gioco raddoppia l’offerta rispetto al primo capitolo, con un totale di 18 percorsi. Oltre al tracciato per eccellenza del TT ci sono le piste del campionato inglese e irlandese (tracciati di fantasia che, in larga parte, riprendono porzioni del Mountain Course). Alle due categorie standard di moto, (Supersport 600 e Superbike 1000), si aggiungono le versioni storiche (cilindrata 500), ideali per prendere confidenza con i tracciati, sia nelle prove cronometrate che nelle gare singole (in cui si gareggia contro i bot controllati dall’intelligenza artificiale). Naturalmente, la base dei contenuti è rappresentata dalla modalità Carriera, che propone un calendario annuale con una serie di gare che si svolgono tra Regno Unito, Irlanda e Isola di Man. In questo caso, si parte da un contratto in Supersport e, partecipando alle competizioni minori, si ottengono crediti per migliorare le performance della propria moto, con l’obiettivo finale di iscriversi al TT. Affrontando le gare della stagione, inoltre, riceveremo le proposte di uno sponsor, o potremo decidere di correre in maniera indipendente. Tra le novità 2020 ci sono una serie di nuovi obiettivi e sfide, oltre alla meccanica inedita dei “vantaggi” (ripresi dalla serie WRC di Kylotonn). Si tratta essenzialmente di carte bonus (o modificatori) frutto di vittorie o piazzamenti nelle competizioni. I vantaggi si concretizzano in miglioramenti tecnici alla moto, peggioramenti delle prestazioni degli avversari, possibilità di ricominciare le tappe senza penalità ecc. Le innovazioni apportate alla modalità Carriera, in sostanza, non spostano più di tanto il gameplay della prima edizione. Del resto, il fulcro del gioco è rappresentato da un solo circuito, da percorrere fino alla più completa e totale memorizzazione di ogni cordolo, asperità o curva. L’obiettivo (morale, più che altro) è quello di scendere sotto il muro dei venti minuti.
QUESTIONE DI MANICO
Con la visuale in soggettiva e gli aiuti disabilitati, TT Isle of Man: Ride on The Edge 2 è pura follia, un’esperienza ludica fuori di testa, capace di dispensare attimi di adrenalina e interminabili secondi di terrore a trecento chilometri orari. Sebbene il sistema di controllo sia stato rivisto, ammorbidito e reso in un certo senso più permissivo (o “responsive”), il controllo del mezzo è in perfetto equilibrio tra arcade, simulazione e… una buona dose di sana frustrazione. Serviranno intere settimane per metabolizzarlo, per sviluppare la necessaria memoria (micro)muscolare e riuscire fare un intero giro dello Snaefell senza schiantarsi rovinosamente qui e là. A conferma della sua natura impietosa ed estremamente avida di dedizione, Ride on The Edge 2 non prevede alcuna possibilità di rewind: qui si cade da eroi, senza possibilità di riavvolgere il tempo. Lo spostamento laterale della motocicletta è ora più preciso e progressivo, ma la gestione dell’anteriore – incluso il freno – continua a non convincere fino in fondo, collocandosi a metà strada tra le serie a due ruote di Milestone (MotoGP e RIDE) e un vero e proprio atto di fede. Fortunatamente, il gioco dispone di tutta una serie di agevolazioni per sopperire alla mancanza di una periferica dedicata: cambio marcia automatico, controllo di trazione, l’ABS, traiettoria ideale (comprensiva di indicatore di frenata) e la possibilità di riposizionare la moto a centro strada.
300 KM/H A 30 FOTOGRAMMI AL SECONDO
Uno dei punti di forza di TT Isle of Man: Ride on the Edge 2 è senza dubbio l’ottima resa della velocità, enfatizzata sia dalla visuale in soggettiva (in questo caso, il gioco diventa più che altro un thriller/horror) e dal vento che si infrange sul casco del pilota. Il comparto audio è davvero curato, con un sound design di categoria superiore, che riesce a restituire perfettamente la cattiveria dei motori in fuorigiri. Gli scenari sono davvero suggestivi, nonostante le condizioni climatiche non siano dinamiche. Il colpo d’occhio lascia spesso a bocca aperta e riesce a trasportare i giocatori su un’Isola di Man credibile e vibrante. Il motore grafico non mostra lacune o incertezze, seguendo moto e pilota senza tentennamenti. Tuttavia, il frame rate su PlayStation 4 è bloccato a 30 fotogrammi al secondo, ovvero un valore insufficiente per un racing game moderno così avido di riflessi e precisione. La situazione, purtroppo, non migliora neppure su PlayStation 4 Pro o su PC. Nulla che impedisca l’accumulo di adrenalina o che comprometta drammaticamente la fluidità dell’azione, ma i 60 fotogrammi al secondo dovrebbero essere ormai uno standard per il settore dei racing game. Al netto di alcune lacune che il gioco si trascina dietro da ormai due anni, TT Isle of Man: Ride on the Edge 2 si conferma ancora una volta un titolo valido, adrenalinico e appassionante. È un racing game unico nel suo genere, da amare visceralmente o capace di far scaraventare via il joypad per rabbia e frustrazione. La curva di apprendimento è lunga, ripida e spesso scoraggiante. Eppure, è un gioco capace di ripagare del duro allenamento con sferzate di adrenalina e brividi che solo una gara come il TT sa regalare.