Ural qui da noi non ha mai conquistato un gran numero di motociclisti. L’azienda russa prende il nome dalla catena montuosa degli Urali ed è specializzata da più di 70 anni nella produzione di sidecar. In altri Paesi ha riscosso, al contrario, un buon successo, riuscendo a ritagliarsi la sua fetta di mercato grazie a mezzi indistruttibili ed efficaci. E se può essere vero che “innovare è fare le cose vecchie in modo nuovo”, oggi Ural ha deciso di proporre il suo primo sidecar elettrico.Meglio il sidecarIl sidecar è più adatto di una normale moto a essere elettrificato: il peso, infatti, è una variabile meno importante nella dinamica di guida e soprattutto l’altezza del baricentro ne beneficia, grazie alle batterie posizionate in parte sotto al carrozzino. Per la realizzazione di questo prototipo senza nome – che rimarrà tale per un bel po’: Ural non ha intenzione di metterlo in produzione prima di aver effettuato le dovute ricerche di mercato -, l’azienda russa si è rivolta ai californiani di Zero Motorcycles, specializzati nella produzione di moto a propulsione elettrica. https://www.youtube.com/watch?v=FIW5JvW9g6sNella fattispecie, Zero Motorcycles ha realizzato non solo il blocco motore-batteria-trasmissione su specifiche Ural (oltre alla strumentazione), ma ha contribuito attivamente durante il collaudo e lo sviluppo del prototipo, che a detta di chi l’ha già provato ha una dinamica di guida tutt’altro che noiosa.Meccanica elettrificataIl motore del prototipo elettrico Ural deriva in larga parte da quello montato sulla Zero S: è un brushless a magneti permamenti raffreddato ad aria da 60 cv e 110 Nm, con diverse mappature a disposizione del pilota. La velocità massima garantita è di 140 km/h, che considerati i 373 kg a secco non sono affatto male. L’imponente gruppo batterie garantisce 165 km di autonomia e si ricarica completamente (da un finto tappo dell’altrettanto finto serbatoio) in 13 ore tramite la classica presa di corrente casalinga.