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Yamaha MT-09

Tre cilindri, 850 cc, 188 kg, 115 cv. Con questa ricetta estrema (e con altre che arriveranno) Yamaha punta a rilanciarsi sul mercato europeo. Si chiama MT-09 e come tutte le MT è una moto fuori della norma

Circa due anni fa un manager Yamaha mi disse all’orecchio: “La crisi del 2008 ci ha fatto riflettere molto, ci siamo resi conto che i progetti a cui stavamo lavorando non erano più adatti ai tempi moderni, per cui ci siamo fermati e siamo ripartiti da zero, con progetti completamente nuovi. Il nuovo corso partirà nel 2014”. Effettivamente, tolto il TMax, negli ultimi due anni Yamaha sembrava essersi presa una pausa di riflessione. Ovviamente non era affatto così, a Iwata e Amsterdam (sede di Yamaha Europe) si stava lavorando pancia a terra sui nuovi progetti. Il primo elemento della new age Yamaha si chiama MT-09. Sì, la crisi ha cambiato moltissimo il modo di ideare, concepire, produrre le moto. Le moto sono cambiate perchè anche i motociclisti sono cambiati (più maturi) e il concetto stesso di sportività è cambiato. La sportiva stradale moderna è leggera, potente quanto basta, ricca di coppia, divertente su ogni percorso. Ma è anche comoda, accessibile usabile ogni giorno. C'è stato un momento in cui i costruttori giapponesi sembravano essere stati presi in contropiede: del resto sono aziende multinazionali, enormi, che non lavorano giorno per giorno ma fanno progetti a lungo e lunghissimo termine. Transatlantici che per cambiare rotta hanno bisogno di tempo, al contrario delle “barchette” europee che riescono a manovrare molto più rapidamente. La reazione però c'è stata e le risposte alle nuove esigenze sono arrivate, anche se sono state molte le chiavi di lettura per far tornare gli appetiti ai motociclisti del vecchio continente.

C’è chi ha puntato sul lato “utility” dei propri prodotti e chi, come Yamaha, ha deciso invece di spingere ancora più forte sul lato emozionale. Per la Casa di Iwata, la sigla MT ha sempre caratterizzato modelli fuori degli schemi, dalla imperiosa MT-01 alla agile MT-03, monocilindrica a metà strada tra la naked e la motard che è riuscita a vendere molto bene ed è tuttora in listino. Ora la sigla MT torna sulla Yamaha MT-09, una moto che della MT-03 sembra rappresentare la naturale evoluzione verso l'alto e di cui si è parlato fin dall'inizio. 

Design minimalista, stessa filosofia della MT-03 (a metà strada tra naked e motard) ma stavolta con un motore tutto nuovo e decisamente più prestante, la la MT-09 sarà il perno centrale di una famiglia di moto che si espanderà verso l'alto e verso il basso, magari anche con una nuova MT-03 non più monocilindrica (attendiamo Eicma per conferme). Il cuore è il nuovissimo tre cilindri, Yamaha lo aveva già presentato a Colonia, e poi a Eicma 2012, sarà lui la base di partenza per modelli inediti, un progetto originale per la Casa dei tre diapason, che ha individuato in questa architettura il compromesso perfetto tra potenza, peso, prestazioni e costo. Del resto che il tre cilindri sia un motore azzeccato per le moto non è una novità: Triumph e MV Agusta insegnano che questa architettura può fare grandi cose, e la Yamaha MT-09 pare confermarlo.

Caratterizzato da un rapporto alesaggio x corsa piuttosto superquadro (78×51 mm) e da una fasatura a 120° dell’albero motore, il nuovo tre cilindri Yamaha punta forte su compattezza e leggerezza (60 kg, 10 in meno di quello della FZ8) e sulle prestazioni che riesce ad erogare: 115 cv a 10.000 giri con una coppia di 85 Nm a 8.500 giri non sono il record di categoria (che spetta alla MV Brutale 800 con i suoi 125 cv, ma che ha meno coppia, 81 Nm, del motore Yamaha) ma sono – e lo dico ormai da anni – il perfetto compromesso per guidare su strada. Il motore vanta la dotazione elettronica che è tipica per le Yamaha di ultima generazione: l’acceleratore sfrutta il Ride by Wire (YCC-T, Yamaha, Chip Controlled Throttle), che per prima Yamaha (con la R6) introdusse sul mercato, mentre il D-mode permette di scegliere fra tre mappature tutte full power ma con diverse caratteristiche di erogazione (Standard, A più aggressiva, B addolcita). La modernità del progetto Yamaha si misura anche con l'efficienza del motore che taglia i consumi in modo consistente. Il tre cilindri è accreditato di un consumo medio di 19 km/litro contro i 15 della FZ8, il che consentirebbe alla MT-09 una autonomia di 279 km nonostante il serbatoio non sia certo una cisterna con i suoi 14,6 litri di capacità.

Attorno al motore Yamaha ha costruito una ciclistica altrettanto inedita, tanto che nulla arriva da modelli precedenti: il telaio è in alluminio pressofuso, particolarmente leggero (-10 kg rispetto a quello della FZ8) e rastremato nella zona di fissaggio al forcellone; quest'ultimo è vincolato esternamente al telaio stesso, come sulla MT-01, in modo da avere ingombri centrali paragonabili a quelli di un bicilindrico e creare una zona centrale della moto snellissima che consente effettivamente di poggiare saldamente entrambi i piedi a terra anche a chi non è dotato di gambe particolarmente lunghe, questo nonostante gli 815 mm della sella, una misura che di solito non concede un appoggio altrettanto solido. 

A corredo arrivano una forcella regolabile con steli di 41 mm di diametro e un monoammortizzatore, anch’esso regolabile, fissato secondo un nuovo schema Monocross che lo fa lavorare orizzontalmente (anche la MT-03 ha l’ammortizzatore orizzontale ma è a fianco del motore). Entrambe le sospensioni hanno una escursione piuttosto generosa (137 mm anteriore, 130 posteriore) che conferma il posizionamento della Yamaha MT-09 a metà strada tra i mondi naked e motard. Anche le misure stanno a metà strada: l'interasse è di 1442 mm, il cannotto è aperto di 25°, la distribuzione dei pesi è più da sportiva che da naked con 51% sull'avantreno e il 49% sul retrotreno. 

Tra i segni particolari vanno segnalati la strumentazione completamente digitale (ma di aspetto un po' povero a mio parere), la sella in un sol piano lunga 400 mm e il manubrio a sezione conica, finiture e verniciature sono, come al solito in Casa Yamaha di alto livello Il prezzo della MT-09 è da urlo, 7890 euro (500 euro in più per la versione ABS), ma non c'è stato risparmio sui materiali e sulle finiture.La qualità percepita è ottima. Pinze radiali e dischi da 298 mm di diametro completano il quadro di una moto che vuole essere anticonformista, divertente e anche, passatemi il termine, un po' “maleducata”. Ma soprattutto la MT-09 vuole essere leggera perché ferma la bilancia a 188 kg in ordine di marcia, che diventano 191 per la versione con ABS. Potenza 115 cv, peso sotto i 200 kg: da tempo andiamo dicendo che la ricetta perfetta per divertirsi su strada ruota attorno a numeri come questi. Yamaha con la MT-09 sembra averla trovata.

 

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