RIDE
Posizione di guida con manubrio largo e leggermente spiovente, sella a 825 mm da terra, pneumatici Pirelli Supercorsa (120/70 anteriore e 200/55 posteriore) e un rombo coinvolgente già al minimo: il primo approccio con l’Aprilia Tuono V4 1100 Factory promette bene. D’altra parte la storia di questa moto, iniziata nel 2002 con il motore bicilindrico, è costellata di successi, anche commerciali e specialmente all’estero, dove è più apprezzata che in Italia.
Parto con l’impostazione delle sospensioni semiattive su A2 Sport, che a detta dello staff Aprilia dovrebbe essere la migliore per affrontare le statali che ci porteranno al Monte Bondone e poi sulle più belle strade della bassa provincia di Trento. Il primo elemento che colpisce è il relativo comfort offerto dalla taratura di forcella e ammortizzatore: rispetto agli assetti “sportivi” generalmente necessari per ottenere il massimo delle prestazioni, qui il compromesso è orientato a rendere più piacevole la permanenza in sella, senza però rinunciare a un assetto rigoroso. In movimento l’azione del sistema Öhlins Smart EC 2.0 è molto discreta, quasi inavvertibile, e questo ne testimonia l’efficacia: poco invasivo, esalta il potenziale della ciclistica Aprilia senza costringere ad alcuna rinuncia sul fronte della guida sportiva ma rendendo la moto più versatile e quindi adatta alle strade di tutti i giorni, non certo impeccabili. Anche la modalità A1 Track, a patto che l’asfalto sia in buone condizioni, rappresenta una valida opzione per l’uso stradale, perché a fronte di un setup leggermente più rigido rispetto all’A2 non dimentica la necessità di assorbire buche e avvallamenti della strada.
La taratura delle modalità elettroniche pre-impostate può comunque essere personalizzata, variando i parametri da -5 a +5 (la base è 0), qualora le regolazioni individuate dai tecnici Aprilia e Öhlins in fase di sviluppo non siano le più gradite al pilota. Tutto ciò tramite il joystick sul blocchetto elettrico di sinistra, comodo da usare e perfetto per muoversi tra i tanti menu del sistema. L’importante è ricordarsi che, a differenza di altri parametri come il controllo di trazione, che si regola anche in movimento con i comodi tasti sotto la manopola sinistra, il sistema Smart EC 2.0 può essere gestito solo a moto ferma.
Rapporti del cambio: sulla Tuono V4 1100 Factory la prima non è pensata soltanto per la partenza ma è sufficientemente lunga da permetterne – e anzi, consigliarne – l’uso nei tornanti, anche quelli non troppo stretti. Ne abbiamo affrontati molti durante la prova ed è stato un piacere inserire la prima in ingresso, sfruttando l’efficacissimo cambio elettronico (quindi senza tirare la frizione), utilizzare la marcia per la fase di percorrenza, accelerare con cattiveria in uscita e passare alla seconda quando già il controllo dell’impennata era intervenuto per mantenere la ruota a pochi centimetri da terra… Frammenti del gusto di guida che è il fattore distintivo di questa moto: mai così efficace, mai così divertente.
Che si tratti di tornanti, curve ad ampio raggio – terreno di caccia della Tuono, dove le migliori supersportive rischiano grosso a sfidare l’hyper naked italiana – come di una “esse” veloce, questa Aprilia incarna il sogno dello smanettone stradale. Una categoria di motociclisti a torto considerata minoritaria, che annovera molti appassionati, che hanno “navigato” negli anni tra le 600 sportive e le Superbike replica, senza disdegnare qualche potente enduro stradale. Li riconosci da come guidano, coltello tra i denti, sguardo proiettato alla curva successiva: per la traiettoria, certo, ma anche perché potrebbe sbucare dal nulla una pattuglia della Stradale, e poi chi glie lo spiega… Per loro e per chi pensa ancora al motociclismo come a un viaggio emozionante – e il più possibile breve – tra una curva e l’altra, la Tuono V4 1100 Factory è la risposta. Forse la risposta definitiva, forse no: in Aprilia sono abituati a spostare l’asticella sempre più in alto. La risposta di un ingegnere alla mia domanda sulla potenza del motore (“Quanti cavalli vuoi?”) la dice lunga sulle possibilità di ulteriore sviluppo.









































