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Prova BMW X7 xDrive M50d, viaggio nel lusso

Nato per viaggiare e per avvolgere i suoi occupanti nel lusso più sfrenato. Il maxi SUV BMW abbina dimensioni da incrociatore a prestazioni notevoli e un aspetto meno massiccio dei suoi concorrenti.

DRIVELa prova dell’X7 mi ha confermato quanto sia importante contestualizzare qualsiasi cosa prima di esprimere dei giudizi. Devo ammettere che avevo approcciato il test drive prevenuto: consideravo il nuovo SUV BMW il perfetto esempio di auto inutile, al pari delle concorrenti di simil stazza. Ma, una volta istruito nella conferenza di presentazione prima della consegna delle chiavi (grandi quanto uno smartphone), ho cambiato i parametri di giudizio, mi sono calato nei panni di un petroliere texano (mediamente raffinato) e lo scetticismo è mutato in curiosità.

CAMBIO DI PROSPETTIVA

Calarmi totalmente nella parte è stato impossibile, per cui quando ho saputo che l’auto che avrei guidato sarebbe stata la versione xDrive M50d da 400 cv, devo ammettere che un fremito di emozione mi ha per un brevissimo istante attraversato. Ma è stata un’eccitazione fuggevole ed è bastato salire in auto perché questo roboante numero tornasse ad avere il semplice significato di cifre messe in fila. Avevano ragione gli uomini BMW quando spiegavano che è quasi più importante il corpo rispetto al cuore: il lusso e l’eleganza che ti accolgono e circondano a bordo dell’X7 fanno passare in secondo piano tutto il resto e alla voglia di guidare si sostituisce la voglia di farsi coccolare il più a lungo possibile.

AVANTI, C’È POSTO

Materiali pregiati, profumi, colori… Gusto a parte, tutti gli altri sensi sono soddisfatti, con l’udito che gode di un silenzio eccezionale. Tanti anche gli orpelli superflui, veri indicatore del lusso, come il pomello del cambio in cristallo lavorato a mano, e gli accessori tanto esclusivi quanto utili, come i vani portabibite con riscaldamento e raffreddamento, per conservare la Coca Cola a 5° o il caffè di Starbucks a 40°. L’X7 è stato pensato per il viaggio e come tale vanno letti i sette posti di serie, tutti con la stessa dignità, compresi quelli della terza fila, anch’essi comodi quanto gli altri, con regolazioni elettroniche, climatizzazione separata, casse audio e tetto panoramico apribile. Una terza fila che, sfiorando un tasto, può scomparire perfettamente nel bagagliaio, che acquisisce così dimensioni notevoli, anche se in BMW assicurano che al trasporto dei bagagli i super-facoltosi preferiscano il trasporto dei passeggeri (pare che il problema non sia percepito e che forse ricorrano a TNT o a un van di supporto).

SU STRADA

Mai come in questo caso è azzeccato il concetto di “viaggio come fine“. E se, guidando un simile mastodonte fra le strette vie del centro di Firenze e nel traffico di Roma, si riesce a non invocare santi e beati, allora si può affermare senza tema di smentita che la prova più dura sia superata. La percezione degli ingombri sull’X7 è immediata, grazie sia alle sue forme sia alla posizione di guida e alla visuale garantita dal lunotto. Quando i semafori e gli incroci finiscono il relax cresce in modo esponenziale. Si chiacchiera quasi sottovoce guardandosi intorno, mentre sotto e intorno a noi accade di tutto. Centraline elettroniche che controllano il funzionamento delle sospensioni, fanno sterzare le ruote posteriori, distribuiscono la trazione, telecamere che monitorano traffico e veicoli per farci andare diritti e dimenticarci di usare i pedali, rilevatori di gesti che comandano (anche quando non lo vorresti) radio, telefono, ventilazione… Tutto è così complesso e sofisticato che la vita a bordo diventa estremamente semplice.L’assetto, per essere seduto su due tonnellate abbondanti di metallo, pelle e legni esotici, è piuttosto neutro e i trasferimenti di carico possono essere ulteriormente ridotti impostando il driving mode Sport, che abbassa le sospensioni, oltre a irrigidirle e a rendere più diretto lo sterzo. La classica “sosta per sgranchire le gambe” è un’opzione non contemplata da BMW e non sono sufficienti nemmeno i 400 km di strade più o meno tortuose e trafficate fra il campanile di Giotto e il Cupolone a sciuparmi la camicia.Ah, dimenticavo: il motore… Confermo che c’è, me ne sono assicurato alzando il cofano. E fa anche un bel rumore.  

 

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