LIVE
Marbella (Spagna) – A otto anni dal lancio del primo modello, avvenuto all’inizio del 2011, Ducati ha scelto nuovamente le fantastiche strade nei dintorni di Ronda per presentare il nuovo Diavel 1260, da declinare rigorosamente al maschile. Punto di incontro e di fusione tra ispirazioni differenti, il Diavel all’esordio stupì per il caratteristico e grintoso design ma soprattutto per l’efficacia di guida, inattesa considerando le quote della ciclistica. Invece, nonostante l’enorme pneumatico posteriore di 240 mm di larghezza, il Diavel si impose come uno dei modelli Ducati più divertenti da guidare, o addirittura il più divertente in assoluto nella gamma di allora. Dal lancio ne sono stati venduti 35.000 esemplari circa, tanti considerata la tipologia di moto.
Lo sviluppo delle linee e la distribuzione dei volumi oggi come ieri privilegia l’avantreno, con il largo e sinuoso serbatoio che si raccorda alla sella e ai convogliatori d’aria, il manubrio vistosamente proteso verso il pilota, la ruota posteriore a sbalzo, ancorata al poderoso monobraccio. La seduta, ora meno incassata che in passato, beneficia di una sezione più stretta nella zona anteriore, e sovrasta la caratteristica copertura posteriore Pirelli Diablo Rosso III nella misura 240/45 su cerchio da 17”.
Tutta nuova
“A brand new bike”: a parte il motore, che arriva dall’XDiavel con opportuni adattamenti, tutto è nuovo sul Diavel 1260, a chiarire che non si tratta di un pur esteso restyling ma di una moto riprogettata. A Bologna ci credono e proiettano questo modello in un futuro almeno quinquennale, dove è lecito ipotizzare vendite di sostituzione pari a metà dell’attuale parco circolante.L’ergonomia è un punto fermo, perché è piaciuta: sella bassa (780 mm), manubrio largo e pedane centrali contribuiscono a mettere comodo il pilota, che sul nuovo modello può contare sulla maggior escursione della sospensione posteriore (da 120 a 130 mm) e quindi su un comfort presumibilmente superiore rispetto al passato. Decisiva in questi termini è la nuova forma della sella, più stretta davanti e in generale meno vincolante nei movimenti.
Più maneggevolezza
L’obiettivo numero uno del progetto, però, è l’aumento della maneggevolezza. Ecco perché il telaio è nuovo: ora il motore ha funzione portante, il monobraccio fuso in lega di alluminio è stato ridisegnato ed è più corto; il cannotto di sterzo più chiuso, con angolo di 27° invece che 28°. L’interasse, invece, è cresciuto a 1.600 mm (da 1.580 mm), un dato in apparente contrasto con gli altri ma che dipende dall’inserimento del nuovo motore, più lungo e arretrato perché i radiatori dell’acqua e dell’olio sono frontali mentre erano laterali sulla precedente unità. L’avancorsa è passata da 130 a 120 mm.A proposito di motore, qui c’è il DVT di 1.262 cc da 159 cavalli di potenza e 13,1 kgm di coppia, rispettivamente 7 cavalli e 0,3 kgm in più rispetto alla configurazione proposta per l’XDiavel. Un’altra peculiarità è la trasmissione finale a catena anziché a cinghia, come anche la mappatura, con curve di potenza e coppia pensate per un utilizzo più sportivo. Aspirazione e scarico possono contare sul variatore di fase Desmodromic Variable Timing (DVT) che dà il nome al motore e ottimizza l’erogazione; confermata la presenza di due candele per ciascun cilindro (Dual Spark).
Supporto elettronico
Considerato il lasso temporale dal lancio del primo modello e dal restyling del 2014, il comparto elettronico del Diavel 1260 S può contare su un significativo incremento di funzioni e di efficienza. Sulla base dei dati rilevati dalla piattaforma inerziale a 6 assi funzionano sistemi come l’ABS Evo Cornering Bosch (3 livelli), il controllo di trazione e quello di impennata, entrambi su otto livelli. Non mancano l’assistenza alla partenza (Ducati Power Launch Evo su tre livelli) e il Cruise Control. L’ABS Evo Cornering Bosch nel primo livello di intervento non rileva né la curva né il sollevamento della ruota posteriore. La funzione cornering è attiva al livello 2, mentre al livello 3 tutti i controlli sono inseriti.Il Diavel 1260 è proposto nella sola colorazione Sandstone Grey con telaio nero; due le opzioni per il Diavel S, Thrilling Black & Dark Stealth, combinazione di tonalità scure con diverse finiture e telaio rosso, oltre al Sandstone Grey con telaio nero.
In due versioni
Le principali differenze tra il Diavel 1260 e il 1260 S riguardano la forcella Ohlins con steli di 48 mm di diametro (Marzocchi da 50 mm sulla standard), l’ammortizzatore anch’esso Ohlins completamente regolabile – sulla standard si può intervenire su precarico e idraulica in estensione -, la sella specifica con materiale dedicato e inserto in alluminio, le pinze Brembo M50 (invece che M4.32), i cerchi a 10 razze (14) lavorati alle macchine utensili e il cambio elettronico, di serie sulla S. Come sempre le proposte di personalizzazione sono numerose e di qualità, sia per allestire la moto in senso più turistico, con borse e parabrezza, sia per enfatizzarne il design originale, tramite componentistica Rizoma dedicata.Tramite la Ducati Link App è possibile impostare la modalità di viaggio, cioè la combinazione di Load Mode e Riding Mode, nonché personalizzare dallo smartphone i singoli parametri (ABS e controllo di trazione, ad esempio) di ciascun Riding Mode. L’app mette a disposizione informazioni utili sui tagliandi, il manuale d’uso, la localizzazione dei Ducati Store, la registrazione delle prestazioni e degli itinerari di viaggio, da condividere eventualmente con la community Ducati.