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Prova Ducati Multistrada 950 S

    

RIDE 

 Bilanciata. Questa la prima parola che viene in mente se si parla di questa moto. Per capire quanto sia gradevole la Multistrada 950 da guidare basta affrontare le prime due curve. Si scopre, ancora una volta, come l’accoppiata 17-19 sia una miscela magica per la guida su strada. Soprattutto su moto di questo tipo.

A MISURA D’UOMO

La Multistrada 950 non è una piuma (230 kg in ordine di marcia), ma resta ancora a misura d’uomo. Non si presenta imponente, anzi, non so perché ma sembra quasi più piccola rispetto alla 1260, cosa che in realtà non è. Perché, alla fine, le dimensioni sono esattamente le stesse è così la posizione di guida. Anche la protezione dall’aria è la stessa, con la parte alta di casco e spalle parzialmente esposte anche quando il parabrezza è tutto rialzato e le gambe che un po’ di aria la prendono, soprattutto se non le avete leve molto lunghe. Il parabrezza è anche causa di un po’ di effetto lente nella parte alta, al punto che io preferisco abbassarlo quando si guida un po’ di spinta tra le curve.

UN CUORE D’ORO

Il motore è il pezzo forte della Multistrada 950, di sicuro una delle unità più riuscite di casa Ducati. Molto elastico per il tipo di architettura (il Testastretta più di tanto non può fare) accetta la sesta a 2.500 giri (ma riprende al meglio dopo i 3000) e ha una bellissima progressione. Il meglio lo dà tra i 3.500 e i 7.000 che poi sono i regimi di gran lunga più utilizzati su strada.

CAMBIO BENE, VIBRO POCO

Sempre preciso a rispondere al gas, è assistito da un cambio elettronico che non è un mostro di rapidità (e nemmeno di morbidezza), ma funziona molto bene. In questo range (3.500-7.000 anche qualcosa in più), soprattutto se si utilizza il riding mode Sport si ha una ottima risposta e una prontezza notevole ogni volta che si prende in mano il gas.Regimi, questi, in cui il Testastretta vibra poco (ottimo perché si è in piena andatura autostradale) ma si fa “sentire” come è giusto che sia per un bicilindrico. Il “massaggio” in zona sella inizia invece a diventare consistente oltre i 7000 giri. Ma se vi viene voglia di insistere oltre quel regime fatelo pure: la spinta non cala, anzi, a 8.500 inizia la zona rossa ma il Testastretta insiste fino oltre i 10.000 giri dove iniziano i tagli del limitatore.Equilibrata, ben frenata (ma io vorrei un comando posteriore un po’ più incisivo) e, soprattutto, sempre intuitiva, la Multistrada 950 è davvero la Multi giusta. Mentre la guidi non senti il desiderio di avere di più perché il suo motore offre quel che serve, quando serve, e l’ottimo bilanciamento tra prestazioni del motore e della ciclistica la rende una piacevole ed efficace compagna di viaggio, in ogni situazione.

LA RUOTA CHE PIACE

Adoro la ruota da 19, e personalmente baratto volentieri un pizzico di rapidità in più in inserimento di curva con il suo comportamento tondo e rassicurante. In sella ti senti a tuo agio sempre, hai la piacevole percezione di portare tu la moto e di non farti portare da lei. Le sospensioni Skyhook sono parte della bella guida della Multistrada, tengono un assetto sufficientemente “piatto”, offrono sempre un buon sostegno anche con il Riding Mode Touring, dove, inevitabilmente, è presente un certo trasferimento di carico, pur non venendo mai meno il controllo. Passando al Riding Mode Sport c’è più rigore, senza dover sacrificare troppo il comfort.

GRANDE APPOGGIO

Ottimo il comportamento in frenata e ottimo l’appoggio in piega (i Pirelli Scorpion Trail II sono una garanzia in questo), dove la Multi (equipaggiata con il pacchetto Touring) va solo un pelo interpretata è nel momento in cui si rilasciano i freni per inserirla in curva. Perché in quel caso si percepisce un pelo di effetto standup che “sporca” appena la rotondità di discesa in piega. Una sensazione che ho avuto sulla moto con il pacchetto touring che tra cerchi a raggi borse, cavalletto e tutto il resto butta sulla bilancia ben 12 kg in più rispetto ai 230 kg in ordine di marcia della versione standard. Percezione che però è andata diminuendo man mano che ho “forzato” l’assetto impostando le sospensioni sul setting della guida in coppia anche se ero da solo. In questo modo sono ulteriormente diminuiti i trasferimenti di carico, è migliorato il rigore e la moto è diventata più precisa.

PESO IN MENO DIVERTIMENTO IN PIU’

Ovviamente, tolti quei 12 kg (di cui 5 sono nelle ruote!!!) la moto si trasforma. Nel pomeriggio ci tocca la Multistrada 950 S con ruote in lega e senza borse. Più veloce reattiva, sportiva. La Multistrada  950 S in versione “nuda e cruda” tira fuori la vera anima Ducati e diventa un oggetto ammazza curve. Terribilmente efficace nel misto sacrificando solo un pelo di sensazione di rigore a favore di una maggiore reattività. E che reattività! Sembra che si dimentichi di avere la ruota da 19 mostrando una velocità di esecuzione di altissimo livello e anche una ottima precisione di guida soprattutto se, anche in questo caso, si spinge un po’ sul precarico delle sospensioni.

TANTA LUCE A TERRA

Il tutto supportato da una apparente migliore vigoria del motore (5kg in meno sulle ruote sono una enormità che trasformano la Multistrada 950 S in un’altra moto) invita a spingere a ritmi tutt’altro che urbani, confortati anche da una luce a terra incredibile, sicuramente al top della categoria e superiore anche a molte moto che si piccano di essere più sportive di lei.

LEGA O RAGGI?

Quindi quale sceglierei? Beh innanzitutto la 950 S di sicuro, perché le sospensioni semiattive su moto di questo tipo sono una vera panacea e poi… cerchi a raggi per il look e per una confortante stabilità, cerchi in lega per chi vuole star comodo si ma le curve se le mangia a colazione. Con la nuova Multistrada 950 S avete anche la possibilità di scegliere.

 

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