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Circa un anno fa provammo la Vitpilen 701, prima Husqvarna dell’era Road e tornammo da Barcellona convinti che la Freccia Bianca (questa la traduzione del suo nome) avesse colpito il centro di un bersaglio vestito con giacca di pelle e casco integrale sportivi. Eravamo dunque curiosi di mettere le mani sul manubrio alto della sua versione “urbanizzata”, la Freccia Nera, Svartpilen.
FIGLIA DI KISKA
Frutto anch’essa delle matite del centro stile Kiska, nello specifico dei Maxime Thouvenin (capo designer delle Husky road), canta fuori dal coro e non pecca certo di originalità. Si ispira in modo marcato alle motociclette da flat track, che corrono sugli ovali di terra battuta, lo fa con il codino mozzo e la sella piatta, la tabella portanumero, le protezioni sugli steli della forcella e la cornice intorno al tondo faro anteriore. Rispetto alla sorella con i semi manubri, porta in dote alcune differenze che ne modificano in modo sostanziale l’impostazione: gli ingegneri Husqvarna hanno lavorato sia sulla ciclistica, montando all’anteriore una ruota da 18” e incrementando l’escursione delle sospensioni da 135 a 150 mm, sia sulla posizione in sella, modificando la triangolazione degli appoggi, grazie all’impiego di un manubrio alto che porta una posizione di guida più eretta.
STESSA STRUTTURA
Motore e telaio rimangono gli stessi che abbiamo apprezzato sulla Vitpilen, scelta abbracciata perché anche la Svartpilen potesse godere delle stesse prestazioni in termini di potenza (75 cv) e coppia (72 Nm) della sorella sportiva. Il motore è il moderno e compatto monocilindrico da 690 cc, raffreddato a liquido, doppia accensione, con due contralberi di equilibratura (a cui si deve il contenimento delle vibrazioni) e peso contenuto in soli 43,4 kg, per un totale di 158,5 kg a serbatoio vuoto.
ELETTRONICA RAFFINATA
Della freccia Bianca condivide anche il telaio a traliccio in tubi di acciaio CrMo con forcellone in lega, il reparto sospensioni (due unità WP regolabili anche nell’idraulica in compressione e ritorno), l’impianto frenante con pinza radiale Brembo, il gas ride by wire, il cambio “Easy-shift” (un vero e proprio quickshift up & down), la frizione idraulica Magura antisaltellamento e il controllo di trazione disinseribile e l’ABS Bosch. Purtroppo, ne condivide anche i blocchetti al manubrio, che stonano se paragonati ai tanti dettagli raffinati che si nascondono in ogni angolo della Svartpilen. Come la “Vit”, anche la “Svart” permette di sbizzarrirsi con un gran numero di accessori e parti speciali. Le condivide più o meno tutte, dallo scarico Akrapovič alla borsa da serbatoio, passando per pedane, specchietti, il kit per spostare la targa sotto il codino (migliorando molto la leggerezza estetica del retrotreno) e una bella linea di abbigliamento, casco compreso.