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Prova Renault Koleos 2.0 dCi 150 cv 4×4

La proposta francese nel segmento crossover ha quattro ruote motrici a richiesta e vanta un buon comfort generale

Renault 4 tutto fare: globetrotter o comune cittadinaKoleos in greco antico significa guscio, protezione: un nome che racchiude l’idea di robustezza e solidità del progetto crossover secondo la Casa transalpina. Con un salto indietro nel tempo, possiamo dire che Renault ha realizzato il primo crossover già nel 1961 con la R4. Una vettura economica dal punto di vista costruttivo,  molto pratica e sorprendente, soprattutto per la sua capacità di adattarsi a ogni condizione d’uso. All’epoca non c’erano le quattro ruote motrici, la sicurezza attiva e passiva si basava su altri presupposti, eppure l’idea di crossover affiorava.LIVE Renault Koleos condivide con l’antenata soltanto il logo, perché le epoche cui appartengono le due vetture sono lontane anni luce. Koleos è un progetto moderno: alta da terra, con le quattro ruote motrici, il cambio a sei marce e tutte le necessarie sofisticazioni, ormai obbligatorie.  Azzeccata l’idea di proporre una singola motorizzazione da 2 litri di cilindrata a gasolio sovralimentata, attorno al quale gravitano le possibili scelte che prevedono potenze comprese tra 150 e 175 cavalli. Due potenze e altrettanti allestimenti degli interni, Dynamique e Luxe; due o quattro ruote motrici; cambio manuale a sei rapporti oppure automatico. La versione del test di RED è un riuscito incrocio di soluzioni, prestazioni e allestimenti: per noi motore da 150  cavalli, quattro ruote motrici “on demand” e cambio manuale.Renault Koleos accoglie a bordo alzando la linea dello sguardo di chi guida più in alto di almeno venti centimetri rispetto al traffico: una visione d’insieme decisamente migliore e soprattutto più sicura, navigando nel caotico flusso di vetture delle nostre metropoli.La posizione di guida è votata al comfort, caratteristica che accomuna tutta la produzione automobilistica dei cugini d’Oltralpe, e non lascia nulla al caso soprattutto quanto a spazio per la guida. L’utente più alto trova il modo di accomodarsi con il giusto angolo di piega delle gambe e la corretta distanza dal volante.Anche i passeggeri, meglio se solo due dietro, trovano sedili accoglienti e poco propensi a “sfondare”, sia nella seduta sia nella parte dorsale. Segnaliamo la buona soluzione adottata per il carico nel bagagliaio: il portellone posteriore è diviso a metà, e la parte inferiore, raggiunta la posizione orizzontale diventa un ottimo piano, è utile per far scorrere i carichi pesanti all’interno del bagagliaio. La praticità incontra la funzionalità.Le prestazioni dichiarate non sono meno interessanti, visto che il motore da 150 cavalli è in grado di spingere gli oltre 1.700 kg di Koleos a 182 km/h dichiarati e raggiungere i 100 km/h con partenza da fermo in 10,4 secondi.I prezzi di Renault Koleos partono da 28.760 euro per  l’allestimento Dynamique a due ruote motrici e da 30.760 euro per la versione 4×4.DRIVEKoleos dimostra come il concetto di crossover, abbraccia così bene il mondo del fuoristrada leggero e quello più utilitaristico della vita di tutti i giorni che prendere una posizione netta su quale sia il suo lato migliore è difficile. Koleos non è estrema nel suo approccio off-road eppure, nel momento in cui si desidera solcare la linea che separa l’asfalto dalla terra battuta, non è necessario farlo prestando eccessiva attenzione a ciò che ci circonda. L’unico pensiero è rivolto alla carrozzeria e alla sua vernice, magari metallizzata: a parte questo aspetto il fatto di poter contare sulle quattro ruote motrici è un valore aggiunto al quale considerata la duttilità di Koleos non ci sentiamo di rinunciare.I 150 cavalli della Crossover francese fanno bella figura quando a bassa velocità “artigliano” il terreno smosso – e immaginiamo l’effetto sulle strade innevate durante l’inverno – e meglio ancora sulle strade “tradizionali”. La risposta all’acceleratore è adeguata, come dicevamo prima, alla massa di Koleos. Nelle partenze da fermo l’auto scatta decisa: il quattro cilindri sale rapido di giri e il cambio marcia è facilitato da innesti morbidi e diretti.  Peccato che il motore – complice probabilmente l’effetto volano – tenda a rimanere accelerato piuttosto che scendere di giri: questa caratteristica penalizza la  guida brillante.Soddisfano i rapporti del cambio e la coppia: queste caratteristiche permettono di viaggiare a regimi bassissimi anche in sesta marcia senza tentennamenti e scossoni dalla trasmissione. Anche il comfort è un valore che riconosciamo già percorrendo i primi chilometri: le sospensioni filtrano tutto, riducendo al minimo la percezione delle asperità del manto stradale. Proprio le sospensioni così morbide innescano un sensibile rollio dell’auto in ingresso e in percorrenza di curva. Il rollio è il comportamento naturale che ogni vettura ha in curva quando è soggetta alla forza centrifuga; il coricamento laterale però è, a nostro avviso, eccessivamente marcato e rende meno preciso lo sterzo, soprattutto quando si devono affrontare svolte improvvise, rapide sterzate o continui cambi di direzione, tipici di una strada di montagna.Vorremmo, quindi, sospensioni un po’ più rigide di molla o in alternativa più frenate d’idraulica, ben sapendo che la rinuncia all’effetto “materasso” non comporta una minor qualità di vita a bordo anche nel fuoristrada leggero.Siamo certi che Renault, pensando e progettando Koleos, abbia giustamente pensato alla sostanza e alla robustezza. La qualità dei materiali del cruscotto, della plancia e dei vari comandi è buona, ma non tanto da prendere la lode; apprezzabile il design dell’abitacolo e l’ergonomia dei comandi di bordo.Cosa ci vorrebbe in più? Secondo noi qualche dettaglio più grintoso: le due slitte di protezione del fondo aiutano, però ce ne vorrebbero altre nella parte bassa della carrozzeria, perché contribuirebbero a dare un’immagine più grintosa e meno da “cittadina elegante”, dimostrando che abbandonare l’asfalto può essere la premessa di un viaggio più avventuroso. Ricordiamo che tutto è nato da quella Renault4 che l’avventura ce l’aveva nel DNA…

 

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