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Prova Honda SH125i-150i ABS

Di nuovo c'è tutto: telaio, motore, design. E prezzo. 3.050 euro per il 125, 3.200 euro per il 150. Nella sola versione con ABS, bauletto, parabrezza e paramani di serie. Da ottobre nelle concessionarie ufficiali Honda

Impressionante. Il prezzo, innanzitutto. La dotazione tecnica. Le linee assolutamente moderne. Le finiture da veicolo di classe superiore. Il nuovo SH 125i e 150i è destinato al successo: facile previsione, considerati il prezzo di listino e la concorrenza. Che in questi anni non è certo rimasta a guardare ma che dovrà gioco forza rimboccarsi le maniche ora che il bestseller della categoria ha svelato le sue carte.Nato nel 1984 come 50 cc a due tempi, nel 2001 è diventato a quattro tempi ed è cresciuto di cilindrata: da quel momento in poi, scandita da pietre miliari come l’introduzione dell’iniezione elettronica nel 2005 e della versione 300i nel 2007, la storia dell’SH è segnata da record di vendite conquistati uno dopo l’altro. In quasi 30 anni sono stati venduti oltre un milione di esemplari, più di 530.000 in Italia. Numeri impressionanti che avvicinano l’SH a miti come la Vespa o l’Honda CUB.LIVERoma è la città dell’SH, il territorio dove questo scooter Honda regna indisturbato. Anzi, a Roma lo scooter è l’SH: sembra un’equazione, e forse lo è davvero. La presentazione del nuovo modello, quindi, non poteva che andare in scena, letteralmente, nel cuore della capitale, tra Villa Borghese, il Colosseo e i Fori, in un crescendo di suggestioni storiche e di strade devastate dall’incuria e dal tempo. Non c’è nulla di già visto: il telaio è stato ridisegnato e le linee sono completamente inedite, mentre il motore eSP (enhanced Smart Power) debutta su questo modello con ruote da 16” e pedana piatta, per quanto sia già montato su un altro bestseller, il PCX.Anche il prezzo è inedito, mai così basso, a fronte di una dotazione di serie molto ricca: l’unica versione disponibile sia del 125 sia del 150 è completa di ABS a due canali, parabrezza, paramani e bauletto. Tra le caratteristiche più interessanti ricordiamo lo Start&Stop, il vano sottosella che accoglie un casco integrale, il doppio cavalletto (laterale e centrale). Capitolo consumi: Honda dichiara 47,4 km/l per il 125 nel ciclo medio WMTC, il 25% in meno rispetto alla precedente motorizzazione; il piccolo monocilindrico è stato progettato con l’obiettivo di ridurre al massimo gli attriti, dando già prova di sé sul PCX150 presentato nelle scorse settimane. I valori di potenza all’albero sono rispettivamente di 11,8 cv per il 125 e di 15 cv per il 150, leggermente inferiori rispetto al passato: tuttavia la maggior efficienza di motore e trasmissione garantisce secondo i tecnici Honda la stessa potenza sull’asfalto.Maurizio Carbonara è il Senior Designer che ha plasmato il nuovo SH, partendo da uno sketch decisamente innovativo e mantenendo fino alla produzione di serie alcuni elementi caratteristici e del tutto peculiari, che fanno di questo scooter un riferimento anche per il design. La familiarità con altri modelli Honda è evidente eppure non scontata né banale: il codino è sfuggente ma solido; lo scudo è originale soprattutto nella vista laterale, che lascia in bella mostra l’area vicina alle gambe di chi guida, valorizzandola e rendendola parte del tutto. L’SH è fedele alla tradizione, quindi semplice, elegante e funzionale, ma ora finalmente anche raffinato e sportivo. “Poche linee dal carattere marcato enfatizzano l’aspetto scultoreo di questo modello, che attraverso il design pone grande enfasi sulla qualità, come se il nuovo SH appartenesse a una categoria superiore”. Peccato che il parabrezza e il bauletto, per quanto originali Honda, non valorizzino certo le linee ideate da Carbonara…La cura è nei dettagli: nel logo con effetto tridimensionale che “esce” da un’apposita svasatura ricavata sulle fiancatine; nel medesimo logo apposto davanti al bulbo del gruppo ottico anteriore; nel nuovo frontale che interpreta lo spazio lasciato libero dal radiatore, ora montato accanto al motore.Il nuovo SH pesa 135 kg con tutti i liquidi, compresi 7,5 litri di benzina che costituiscono la massima capienza del serbatoio. L’interasse è di 1.340 mm, le ruote hanno un nuovo look a 5 razze sdoppiate, gli ammortizzatori sono regolabili nel precarico su 5 posizioni. Il telaio merita attenzione: lo schema è quello classico a monoculla sdoppiata, ma qui, per ottenere il massimo delle prestazioni dinamiche, il tubo piantone arriva fino alla pedana; inoltre la zona posteriore è unita a quella anteriore e beneficia di una triangolazione trasversale ascura che sostituisce i fazzoletti di rinforzo. L’ABS di serie è a due canali, uno per ciascun asse; i dischi sono entrambi da 240 mm di diametro, con pinze rispettivamente da due pistoncini e a singolo pistoncino.Del motore molto è stato scritto in occasione del test del PCX150: la ricerca della riduzione degli attriti e dell’efficienza termodinamica passa per soluzioni come l’albero motore disassato, i cuscinetti ad aghi, il pistone alleggerito, la superficie del radiatore ottimizzata, la nuova cinghia di trasmissione. Un capitolo a parte, che vale il 5-7% di risparmio di carburante nell’uso in città, è relativo al sistema Start&Stop: collegato all’alternatore elettronico ACG e non a un tradizionale motorino di avviamento, questo dispositivo non genera soltanto energia ma mette in moto il monocilindrico. Il risultato? 20% di componenti in meno, rumore di avviamento quasi azzerato, rapidità d’azione. Il sistema si attiva superati i 10 km/h e i 60° C di temperatura del liquido di raffreddamento: spegne il motore dopo 3 secondi di funzionamento al minimo e lo riaccende semplicemente ruotando la manopola dell’acceleratore. Per semplificare l’avviamento, a motore spento il cilindro viene portato nel punto morto inferiore. Il sistema può essere escluso attraverso un tasto sul lato destro del manubrio.Il vano sottosella, casco integrale alla mano, è molto capiente; in più ci sono due piccoli ganci che permettono di fissare le asole di altrettanti caschi, alloggiati però all’esterno. Il tappo del serbatoio è anch’esso accessibile aprendo la sella tramite il comodo tasto accanto al blocchetto di contatto, lo stesso del PCX150. Non molto comodo né particolarmente capiente un altro vano, quello ricavato dietro lo scudo. Nota di merito, invece, per la strumentazione, con il grande tachimetro analogico al centro. Un tocco di colore, per chiudere: il nuovo SH è proposto in argento, nero, bianco e in un bellissimo rosso. Sarà in vendita da ottobre.RIDEAgile tra le auto, pronto nello scatto al semaforo, sicuro anche sulle terribili sconnessioni della superficie stradale romana: il nuovo SH è sempre lui, con le ruote da 16” e la pedana piatta. L’avantreno, alleggerito del radiatore e di tutta la componentistica di supporto, è stato opportunamente riequilibrato e ora sembra essere ancora più preciso nell’affrontare le curve. La stabilità è buona: anche quando l’assetto viene disturbato da tombini, buche e asfalto rovinato, l’SH ritrova rapidamente la traiettoria impostata. Efficace la frenata, nonostante sia necessario tirare la leva con decisione per ottenere la decelerazione desiderata; l’ABS entra in gioco soltanto quando serve, quindi raramente su asfalto asciutto, ma la sua presenza mette al riparo i meno esperti da banali scivolate o guai peggiori, mentre chi ha parecchia esperienza di guida semplicemente andrà più forte con maggior sicurezza…La seduta è agevole, con la sella abbastanza larga e morbida, un comodo supporto lombare e parecchio spazio a disposizione per le gambe, a patto di appoggiare i piedi lateralmente e non al centro della pedana, dove si trova il piantone dello sterzo. Le vibrazioni sono decisamente ridotte, mentre sul piano del comfort il parabrezza fa la sua parte; da verificare la funzionalità in caso di pioggia: la notevole altezza potrebbe diventare un problema, riducendo la visibilità.Il motore della versione 150 protagonista del test è molto elastico e vanta un’erogazione abbastanza piena nonostante la cilindrata: lo spunto è forse meno brillante che in passato, ma questo è il (piccolo) prezzo da pagare per consumare il 25% in meno. In città, comunque, c’è tutta la vivacità che serve per scattare dal semaforo e lasciarsi rapidamente alle spalle il traffico automobilistico. Tre secondi al minimo e scatta… il silenzio. La sensazione è particolarmente gratificante, in tempi di benzina alle stelle e sensibilità ecologica ormai diffusa: tra lo stupore degli altri scooteristi in attesa del verde, l’SH tace, attende e poi riprende vita in un istante, giusto in tempo per partecipare alla consueta partenza stile MotoGP che è ormai prassi nel traffico delle metropoli.Dopo una giornata di guida c’è una certezza: l’SH è ancora lo scooter da battere, su strada e sul mercato. La versione 2013 è molto più di un passo avanti: una nuova generazione, destinata a durare nel tempo in virtù della combinazione ben riuscita tra design modernissimo, caratteristiche tecniche di riferimento e dotazione di serie che non teme confronti. Il prezzo, poi, non può certo lasciare indifferenti: 3.050 euro per il 125 e 3.200 per il 150, con ABS, bauletto, parabrezza e paramani di serie. Quasi incredibile, vero?

 

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