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Morbidelli T1002VX – prova su strada della la enduro stradale economica con motore V2

La Morbidelli T1002VX entra nel segmento facendosi carico di un nome importante impugnando come arma prezzo economico e componenti di qualità. Ecco come va!

Nel passato di questo marchio ci sono diversi titoli mondiali, due nella categoria costruttori e uno nei piloti con Mario Lega. Negli anni ’70 il marchio Morbidelli è stato un indiscusso protagonista nelle competizioni e oggi torna sul mercato con una gamma in fortissima espansione in cui spicca la Morbidelli T1002VX. Dotazione completa e partner tecnici d’eccezione per la maxi enduro da 1000 cc più economica sul mercato che si prende in carico un nome parecchio importante.

Già, il passato quando è condito di successi e titoli mondiali nelle competizioni ha un sapore decisamente più sapido, ma oggi la vera sfida si combatte in un mercato sempre più ricco di offerte tecnologiche e sfidante soprattutto per un marchio giovane che deve trovare il proprio posto e soddisfare aspettative sempre più alte. Per farsi strada nel segmento, la Morbidelli T1002VX si fa forza di un prezzo super concorrenziale e di componenti di qualità. E parlare di prezzo concorrenziale forse è anche dire poco: tutto il pacchetto costa 9.990 euro e comprende tris di borse, cavalletto centrale, barre laterali a protezione della carena e del serbatoio, culla paramotore in alluminio, sella guidatore e manopole riscaldabili su più livelli, comandi al manubrio retroilluminati e fari full led.

Morbidelli T1002VX: la prova

Motore

Partiamo dal motore che si distingue dalla concorrenza: non troviamo un twin parallelo fronte marcia ma un bicilindrico a V di 80° con potenza e coppia che si attestano attorno agli 88 CV e agli 89 Nm. Quattro le mappature a disposizione del pilota, una Sport, una Stradale, una Rain e una Offroad, con quattro personalità diverse e con dei setup dell’elettronica diversi. La sport è la più aggressiva nella prima apertura del gas e regala alla moto un carattere più brillante al prezzo di un po’ di on/off, di più di rumore di aspirazione e del controllo di trazione che viene disattivato di default, scelta sicuramente molto sportiva. La mappatura stradale è quella che rappresenta meglio il concetto della Morbidelli, ha un’erogazione della potenza e della coppia molto morbida, forse addirittura troppo.

Difatti, se dovessi pensare a un’evoluzione dell’elettronica di questa moto, toglierei un po’ di brio alla mappatura Sport e lo sposterei sulla Standard perché è rotonda e morbida ai bassi regimi ma bisogna aspettare fino ai 4.000-4.500 giri per sentire il motore che finalmente inizia ad allungare. Dopo questa soglia, la gestione del gas è molto buona. La mappatura Rain si rivela perfettamente centrata in situazioni di asfalto bagnato come nella nostra prova: l’apertura del gas è morbidissima e il motore saturo soprattutto nella prima parte dell’erogazione della potenza proprio per evitare di trovarsi in difficoltà in qualsiasi situazione. Non abbiamo avuto l’occasione di provare la mappatura Offroad ma segnaliamo che disattiva l’ABS sia all’anteriore che al posteriore.

La frizione è morbida e si riesce a gestire con due dita nelle partenze anche in salita. Il cambio non è equipaggiato di quickshifter e non è previsto neanche come accessorio, spero che in un’evoluzione del prodotto arrivi a supporto perché il cambio ha degli innesti un po’ lunghi e a volte si sente il gradino in scalata.

L’ergonomia

Il manubrio è largo il giusto, ti fa assumere una buona posizione con le braccia ed è abbastanza lontano dalla sella, che si trova a una 820 mm da terra permettendo quindi di toccare comodamente a terra, cosa che risulta molto comoda soprattutto per le manovre a bassa velocità. Le pedane sono leggermente avanzate, le avrei preferite un po’ più indietro.

Il problema si presenta soprattutto sul lato destro dove il piede va a toccare il battitacco dello scarico che è bloccato al telaio con due dati un po’ sporgenti. Le leve al manubrio sono completamente regolabili ma le manopole risultano essere un po’ grosse. Il pilota ha abbastanza spazio in sella, che è convincente sia a livello di comfort che a livello di tenuta sulle lunghe distanze. Anche il passeggero è stato tenuto in grande considerazione, la differenza di altezza tra i due piani di seduta non è grande lasciando il passeggero parzialmente protetto dal pilota. Buone anche le maniglie, della giusta dimensione per garantire un appiglio sicuro.

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