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Tralasciando le vere origini del marchio, legate alla produzione di consendatori e altri componenti di elettrotecnica, l’approccio motociclistico di Ducati risale al Dopoguerra, quando realizzò il Cucciolo. Si trattava di un micro motore ausiliario da 48 cc e 1,5 cv da applicare alle biciclette. Pratico, compatto ed economico, era un quattro tempi con cambio a due marce, capace di raggiungere i 50 km/h e di percorrere 10 km con un litro di benzina. Era a tutti gli effetti l’antenato della bicicletta a pedalata assistita.
IL MARCHIO SI ALLARGA
A dirlo è Claudio Domenicali – AD di Ducati – quando spiega perché il brand ha deciso di ampliare i propri confini, aprendo alle biciclette a pedalata assistita. Passo che è stato compiuto solo nel momento in cui si è trovato un partner all’altezza del progetto, capace di proporre un prodotto che incarnasse i valori che sono racchiusi nel DNA Ducati: Stile, Raffinatezza e Prestazioni.
UNA BUONA BASE
Il partner è Thok, factory piemontese dietro la quale ci sono Stefano Migliorini (ex-pro di Mtb in Coppa del Mondo DH) e Livio Suppo (l’uomo che ha portato il primo titolo MotoGP in Ducati). Ed è proprio partendo dalla “loro” MIG che è stata sviluppata la RR Ducati. Della prima mantiene lo schema della sospensione posteriore TPS (Thok Progressive System, parallelogramma con giunto Horst sui foderi bassi), il materiale del telaio (Al 6061 T4 e T6) e la power unit (Shimano STEPS E8000 da 250 W e 70 Nm, con batteria da 504 Wh). Cambiano invece l’escursione e la misura della ruota anteriore (29″ anziché 27,5″), variano alcune quote geometriche, le sospensioni, i freni e altre componenti.