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Yamaha XV950, classica e sfacciata

Gambe in avanti e gomiti larghi: si guida così la nuova Yamaha XV950R che quanto a essenzialità e spazio di personalizzazione non ha nulla da invidiare alle bobber più conosciute. Il comfort non è il suo forte ma è stabile e ha coppia da vendere

È un’Harley? Non so come faccia a non notare la scritta “Yamaha,” che campeggia in bella vista su entrambi i lati del serbatoio il motociclista che mi affianca per pormi la domanda. Una cosa, però, l’ha intuita: Yamaha, con la XV950, esplora il mondo delle moto essenziali, un po’ custom, un po’ bobber e un po’ classiche – unico settore che, insieme a quello delle maxienduro, sembra soffrire meno la crisi – e lo fa partendo da un look custom old style, snello e minimalista, dalle linee filanti e pulite.LIVEÉ un tuffo all’indietro di 30/40 anni, quello che la XV950 fa compiere a Yamaha, al tempo dei primi Sampei e Goldrake,quello in cui nasceva il karaoke e il Giappone si imponeva al mondo come leader nella produzione di macchine fotografiche. In quegli stessi anni, nei garage di Iwata e dintorni, ci si divertiva a customizzare le varie SR400, XT400 e non solo, seguendo lo stile che giungeva attraverso il grande schermo dall’America.E come sulle moto che uscivano da quei garage, su XV950 di plastica se ne vede poca. Anzi, l’uso di componenti in metallo a vista, i parafanghi minimal e il serbatoio a goccia accentuano la purezza e la semplicità della linea. C’è comunque anche un tocco di modernità nell’estetica di questa bobber: il faro posteriore innanzi tutto, rotondo come quello anteriore, ma a LED; e poi la trasmissione, che è a cinghia e ha dimensioni molto compatte, essendo larga solo 21 mm; il nucleo è in fibra di carbonio per essere rigida e resistente, riducendo al minimo la rumorosità.Il cuore della XV950 è il bicilindrico a V di 60° raffreddato ad aria che già equipaggia la XVS950A. Eroga 80 Nm di coppia a 3.000 giri (mettiamo per prima la coppia perchè in questo caso è il dato più importante) e 51 cv a 5.500 giri (dovete andare a orecchio perché sullo schermo tondo LCD manca il contagiri); ha 4 valvole per cilindro azionate da un singolo albero a camme con bilancieri (SOHC) e una camera di combustione compatta. La cilindrata è di 942 cc e i cilindri hanno un riporto anti-attrito, mentre i pistoni sono forgiati in alluminio. Il motore è abbracciato dallo scarico 2 in 1 che corre sul lato destro della moto a pochi centimetri da terra, sottolineandone ulteriormente la sagoma compatta. Interasse 1.570 mm, altezza sella 690 mm: queste due misure raccontano già molto della XV950, che ha un telaio a doppia culla in acciaio, la cui struttura è monoblocco, senza telaietto separato. Il bicilindrico a V è parte integrante del telaio ed è montato con un sistema rigido, ma nonostante ciò le vibrazioni trasmesse a manopole e pedane sono assolutamente tollerabili. La forcella ha steli da 41 mm perfettamente integrati nel look, così come il doppio ammortizzatore posteriore. La versione R di XV950 è dotata anche di doppio ammortizzatore con serbatoio separato, con la possibilità di regolare l’idraulica in compressione.Per mantenere il look custom, i nuovi cerchi in lega sono a 12 razze, con dimensioni 100/90-19 (anteriore) e 150/80-16 (posteriore); tra le altre particolarità estetiche della XV950 ci sono anche dischi flottanti a margherita di 298 mm, misura unica comune sia ai dischi anteriori sia al singolo disco posteriore. Per la XV950 l’ABS è disponibile in opzione, mentre sulla più ricca XV950R si tratta di un equipaggiamento di serie. XV950 costa 8.490 euro franco concessionario, a cui aggiungere 500 euro per l’ABS; la R costa 9.290 euro. La Harley-Davidson 883 Iron, la più economica in gamma, è in listino a 9.200 euro.Creare moto semplici che poi ognuno riesce a personalizzare a piacimento senza spendere follie sembra essere la tendenza del momento e Yamaha vuole essere della partita. La XV950 è una moto che si presta molto alle personalizzazioni, vista la sua essenzialità. Per cominciare potete attingere dal catalogo ufficiale: scarico Akrapovic, sella a stiletto, tubaizoni dei freni in acciaio e carter per il filtro aria. Per chi, invece, preferisce il vintage ci sono le ruote a raggi, la sella con molle e i copristeli per la forcella. La XV950 è disponibile nelle colorazioni Competition White e Midnight Black; la XV950R Mat Grey con grafiche sul serbatoio e Camo Green con grafiche sul serbatoio.RIDECittà, autostrada o collina?“Hardtail” letteralmente significa “coda rigida” e dopo pochi chilometri dalla partenza, sul pavè milanese, ho l’impressione che la XV950 non ricordi i bobber senza sospensione posteriore solo nel look. Sarà la sella un tantino dura o la corsa degli ammortizzatori davvero ridotta, ma ogni tombino e asperità passano direttamente dalla strada alla schiena. In compenso la frenata, anche sullo sconnesso, è potente e modulabile e l’ABS fa molto bene il suo dovere, senza essere eccessivamente invasivo. Il cambio è un po’ duro ma la frizione si attiva con un dito, tanto è morbida. In città la XV950 soffre un po’ anche a causa dell’angolo sterzo un po’ troppo ridotto e dell’interasse chilometrico. Sulla carta le inversioni a U e gli slalom tra le auto non sono il suo forte, ma la moto si è dimostrata talmente stabile ed equilibrata che ogni manovra, anche a bassissima velocità, si fa in sicurezza e senza esitazioni.La stabilità è una qualità che XV950 esprime anche sui lunghi rettilinei, per esempio in autostrada. Certo la posizione di braccia e gambe protese in avanti e l’assenza di protezioni aerodinamiche fanno sì che l’aria si senta davvero tutta, ma a velocità codice la marcia è molto gradevole e la XV non si sposta mai di un centimetro, nemmeno se si viene sorpassati da un camion.In collina la moto dà il meglio di sé, in particolare nei percorsi ricchi di curve: non troppo strette, perché lo sterzo è limitato dall’interasse lungo. In quelle più veloci, invece, la XV950 mostra una stabilità e una precisione inaspettate, che consentono anche di tenere un ritmo piuttosto sostenuto. Non si può esagerare con le pieghe, anche perché le pedane toccano terra molto presto, ma qualche soddisfazione ce la si può comunque togliere. In uscita di curva la XV950 è tutta da gustare: non importa quale marcia abbiate inserito, la coppia del motore vi porterà fuori con vigore.Lo so: a questo punto vorrete sapere se, di fronte a una Yamaha così attraente nel look e gradevole alla guida, valga la pena di comprarsi un’Harley 883. Quello che possiamo dire, dopo aver fatto la conoscenza della XV, è che a livello di qualità costruttiva la Giapponese non ha nulla da invidiare all’Americana; il resto ovviamente lo lasciamo decidere a voi.

 

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