Ci sono biciclette che appartengono alla storia della mountain bike e che ne hanno orientato il corso. La GT Zaskar è una di queste. Venticinque anni fa ha portato fra le ruote grasse il telaio con struttura a triplo triangolo… Alluminio e titanio (la Xizang con cui Rishi Grewal e, soprattutto, Juli Furtado dominavano il XC era il sogno proibito degli Anni ’90), poi la fibra di carbonio. In questo quarto di secolo sono cambiati i materiali, la componentistica e le discipline ma il triplo triangolo è ancora lì, forte della sua efficacia nello scaricare le sollecitazioni trasmesse dal posteriore sul tubo orizzontale.Se il materiale del telaio (fibra di carbonio) e la tecnologia costruttiva (FOC Force Optimized Carbon Construction, ossia solo il materiale che serve, dove serve) sono rimaste invariate rispetto al modello della scorsa stagione, sulla Zaskar 2016 sono state rinnegate le ruote da 29” a favore di quelle da 27,5” e la geometria è diventata molto più trendy ed esibisce un tubo orizzontale più lungo, carro più corto e sterzo più aperto. Quindi, sì al Cross Country race, ma con una strizzatina di occhio al Trail e la predisposizione per il reggisella telescopico (di serie sulla versione top LTD, peraltro anche dotata di 120 mm di escursione) non è un caso…Abbiamo accennato alla geometria e qui approfondiamo l’argomento: medesimo carro da 435 mm per tutte e 5 le taglie, compensato da una lunghezza di TT e FC che cresce (rispettivamente da 569 a 667 mm e da 635 a 734 mm) fra XS e XL e determina un interasse variabile fra 1066 mm e 1166 mm. Nel caso della nostra bici, in taglia L, le tre misurazioni dicono tubo orizzontale 638 mm, distanza movimento/mozzo anteriore 704 mm e interasse 1135 mm. L’altezza del movimento centrale è 312 mm, con drop di 45 mm, quindi in linea con i canoni delle hard tail. Gli angoli di sterzo e sella misurano 69,5° e 72,5°, con il primo che rappresenta la vera cartina di tornasole del nuovo modo di intendere il XC.La Zaskar Pro è equipaggiata con componentistica di buon livello, a partire dalla trasmissione, che offre un mix Shimano/FSA. Ad eccezione del cambio, che è il non plus ultra XTR, GT ha scelto l’affidabilità dell’XT (una sicurezza sia in fatto di prestazioni, sia di robustezza) per deragliatore, cassetta 11/42, freni con dischi 160/180 mm e comandi. Voce fuori dal coro quella della guarnitura, che arriva da FSA ed è la prestigiosa SL-K ABS in fibra di carbonio 38/24. Sono griffati FSA anche manubrio (SL-K in fibra di carbonio), attacco e reggisella (Afterburner in alluminio), mentre la sella è WTB. Un classico anche la forcella: Rock Shox SID XX Solo Air con 100 mm di escursione e remote control al manubrio, così come le ruote, scelte dal catalogo Stan’s No Tubes, che sono le ZTR Crest, montate con gomme Schwalbe Racing Ralph da 2,25″.Sulla bilancia di RED la Zaskar Pro ha fatto segnare 10,240 kg e per mettersela in garage occorre risparmiare una cifra ragionevole: 3.399 euro, 1.100 euro meno della top di gamma LTD.Ho una certa passione per le front. Reattività, leggerezza, precisione e controllo sono le caratteristiche che mi aspetto da questo genere di mountain, per tacere del piacere che la loro essenzialità regala ai miei occhi. La Zaskar non mi ha per niente deluso, e il fascino del suo nome non c’entra nulla con il mio giudizio… Come prima cosa, mi sono trovato perfettamente a mio agio con l’impostazione di guida. Questa evoluzione delle geometrie da XC mi piace: lo sterzo un po’ più aperto e l’interasse leggermente più lungo non inficiano la sua aggressività e la posizione rimane comunque caricata sull’avantreno. Questa caratteristica, unita alla rigidità torsionale del carro (il perno passante è ormai, per fortuna, un dato di fatto) e alle doti del sistema a triplo triangolo sono i principali artefici della grande trazione della Zaskar. Sia in piano sia in salita la ruota resta ben attaccata al suolo, si riesce a pedalare da seduti nella maggior parte delle situazioni e la potenza impressa ai pedali si trasforma in spinta e velocità. Rilanciare è un piacere: la bici risponde pronta e con efficacia.Nonostante sulla carta l’interasse sia generoso, alla prova dei fatti l’agilità è una dote di cui la Zaskar non difetta (parte del merito va anche alle ruote da 27,5″), e il bello è che si abbina a una piacevole stabilità, che in discesa ti permette di darci dentro. L’avantreno è solido e preciso, la forcella lavora egregiamente, i freni non sono da meno e, se si possiede una buona tecnica, è dura per una full da XC riuscire a staccarti…Ci ho fatto diverse uscite, passando in sella anche più di quattro ore e percorrendo distanze oltre gli ottanta chilometri ma non l’ho mai trovata troppo faticosa: la posizione è sì aggressiva, ma il buon lavoro del retrotreno e la facilità con la quale la si guida, salvano i muscoli della schiena (la trasformazione del pacchetto ruote in tubeless, peraltro facile, aiuta). Apprezzabile, in questo caso, anche la possibilità di montare due portaborraccia.Se i più race oriented apprezzeranno la compatibilità con la trasmissione 1×11 e la possibilità di scendere di peso in poche mosse, ai trail oriented è invece dedicata la predisposizione per il reggisella telescopico, che è montato di serie sulla versione top, la LTD, la quale adotta anche una Rock Shox Pike da 120 mm di escursione. In effetti è proprio la versatilità la caratteristica principale della Zaskar, una versatilità che fa rima con ottime prestazioni e divertimento. In un mercato che si sta sempre più frammentando e specializzando, nel quale la chimera della “bici totale” è sempre più lontana, una creatura simile si avvicina molto all’essenza più pura della Mtb. Foto Giovanni Mitolo – Variego